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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Anagni, il Sindaco bassetta spegne le polemiche sugli incarichi ai consiglieri Comunali

Nota del sindaco di Anagni, Fausto Bassetta, in replica alle accuse del consigliere comunale Simone Ambrosetti, circa la presunta illegittimità degli incarichi affidati ai consiglieri.

Nota del sindaco di Anagni, Fausto Bassetta, in replica alle accuse del consigliere comunale Simone Ambrosetti, circa la presunta illegittimità degli incarichi affidati ai consiglieri.

Noto con piacere come l'affidamento di incarichi di collaborazione da parte del sindaco ai consiglieri comunali stia infiammando il dibattito politico. Si invoca il tradimento della democrazia, l'illegittimità amministrativa come categoria sostanzialmente politica, l'incoerenza dei comportamenti che cambiano in virtù della posizione consiliare, la mancanza di stima e di fiducia a livello personale (ed altro ancora). Sulla “delicatissima” questione è forse sufficiente informarsi un pò di più e magari andare a leggersi l'articolo di Italia Oggi del 25 settembre 2015 (circa un mese fa), che individua in sintesi i contenuti, le modalità e i limiti degli incarichi di collaborazione dei consiglieri comunali, senza ferire la democrazia o alterare le funzioni degli organi di governo e di controllo comunali. Forse sarebbe ancor più sufficiente leggersi qualche sentenza dei giudici amministrativi; come quella del Tar Toscana del 27 aprile 2004, n. 1248, per capire come sia legittimo attribuire ai consiglieri comunali “il compito di svolgere, nel quadro delle generali funzioni di indirizzo e coordinamento, attività finalizzate ad una migliore azione di governo di esso Sindaco, il quale ha inteso, evidentemente, in tal modo dotarsi di un ulteriore strumento per il più efficace svolgimento del proprio mandato”, escludendo proprio che “il consigliere delegato partecipi alle sedute della Giunta, abbia poteri decisionali di alcun tipo, e soprattutto che abbia poteri ulteriori rispetto a quelli degli altri consiglieri sui dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici comunali”. Sentenza di qualche anno fa, che fa capire come la pretesa assoluta illegittimità di tali scelte sia un'affermazione che vada un po' più meditata. Per non parlare della norma di cui all'art. 64 del testo unico degli enti locali che crea uno stato di permanente conflitto e una sorta di democrazia zoppa in tutti i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, dove il consigliere comunale può ricoprire contemporaneamente la carica di assessore. Proporre poi modelli astratti di democrazia in una realtà che dovrebbe curare maggiormente il senso di comunità, stride con il senso pratico e comune del cittadino che vorrebbe vedere tutti i politici maggiormente impegnati nel fare, piuttosto che nel disquisire. Insistere poi sulla pretesa incoerenza dei comportamenti di coloro che partecipano della stessa maggioranza politica, accusando di ciò quelli che dovrebbero essere i propri “amici” politici, stride ancor più sia sul piano personale, dove si dovrebbero coltivare – appunto – la stima e le fiducia reciproci, sia sul piano politico dove si afferma di condividere una linea politica, attaccandola poi ad ogni piè sospinto (sempre in tema di coerenza). L'effetto pratico, infine, quello che interessa a tutti (ma dico tutti), è quello di continuare a non collaborare … da un anno e mezzo! Grazie a chi ha accettato con dedizione, entusiasmo e voglia di fare proprio l'incarico relativo al progetto di protezione civile, rifiutato da altri.

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