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Cassino-Sora-Atina, si è svolto il 2 focus group “Automotive” tenuto da Daniele Zola

L’economia locale vive ormai da qualche anno un forte processo di deindustrializzazione, caratterizzato da una diminuzione del lavoro nelle grandi imprese, non completamente compensata da nuova occupazione nelle Pmi e nel terziario.

L’economia locale vive ormai da qualche anno un forte processo di deindustrializzazione, caratterizzato da una diminuzione del lavoro nelle grandi imprese, non completamente compensata da nuova occupazione nelle Pmi e nel terziario.

Lo squilibrio più evidente è la mancanza di un diffuso sistema di Pmi di origine autoctona, nonostante gli ampi margini di sviluppo connessi alla domanda di prodotti semilavorati e di prodotti intermedi da parte della grande industria del settore metalmeccanico.

La sigla dell’Accordo di Programma per la zona nord della provincia di Frosinone rappresenta un passo importante, che ha acceso nuove speranze per l’area Frosinone-Anagni duramente colpita dalla crisi Videocon e di molte altre aziende.

Siamo altresì convinti che analoga attenzione andrà riservata nella aree est e sud della Ciociaria. Riteniamo sia necessario rispettare le vocazioni locali delle diverse zone della provincia, con particolare attenzione all’area del Cassinate che risente anche della crisi del settore automotive.

Le aree della Provincia di Frosinone confinanti con le Regioni Abruzzo e Campania, per noi coincidenti con i Comuni di Sora e Cassino, si trovano ormai da tempo in una situazione di svantaggio rispetto alle aree adiacenti.

Dal 1994, infatti, queste zone così come tutta la provincia di Frosinone hanno perso gli incentivi previsti per il Mezzogiorno . Tale situazione incide nelle scelte localizzative e di investimento che gli operatori perfezionano nelle loro attività economiche. In questi anni quindi la provincia di Frosinone si è posta il problema di come attenuare, almeno in quei comuni, tale svantaggio competitivo.

Ogni qualvolta vengono deliberati da parte del Governo interventi a sostegno dell’imprenditoria del Sud si ricrea e si amplia il divario tra quelle aree oggetto dell’intervento e l’area Sud della Provincia di Frosinone aumentando il rischio di delocalizzazione verso aree più fortemente incentivate.

Per queste aree del Lazio sarebbe opportuno, sia nei provvedimenti già deliberati dal Governo ed in quelli futuri, individuare una zona considerata “cuscinetto” per la quale gli interventi previsti per il Mezzogiorno possano trovare una applicazione con intensità minore ma ragionevolmente sufficiente per attenuare la differente competitività.

Sarebbe opportuno considerare queste aree come una sorta di quelle dell'art. 107/3/c nelle quali il sostegno alla GI possa avere una maggiore intensità

Nella nostra Regione non può essere trascurato il territorio di Cassino e lo stabilimento Fiat che costituisce il più grande sito produttivo e occupazionale dell’intera regione Lazio. Un bene da tutelare e salvaguardare, anche perché la sua piena efficienza e produttività coincide con la sopravvivenza economica dell’intera area del Cassinate.

Lo stabilimento di Cassino completa, inoltra, un’area baricentrica della produzione automotive nel Mezzogiorno con la presenza a pochi chilometri di distanza degli stabilimenti della FIAT in Campania, Basilicata, Puglia, Molise e Abruzzo. Ad oggi in queste regioni si concentra la quasi totale produzione autoveicolare italiana Negli ultimi anni, nelle diverse regioni meridionali che ospitavano rilevanti insediamenti dell’industria dell’automotive si sono promosse iniziative volte a sostenere un comparto di particolare rilevanza nel già debole settore manifatturiero.

Nel caso del Lazio un fattore importante è stato sicuramente la legge regionale n. 46 del 2002, che ha finanziato un apposito bando rivolto alle imprese dell’indotto automotive di Frosinone.

Il rifinanziamento della legge 46 del 2002 per l’indotto Fiat è una prima boccata d’ossigeno per la zona del Cassinate e per l’intero indotto Fiat, diretto ed indiretto.

Aver deciso di stanziare due milioni e mezzo di euro in tre anni è un primo passo importante, ma non basta. Auspichiamo, infatti, che oltre questo primo intervento possano arrivare altri stanziamenti sia da parte della Regione Lazio che dal Ministero per tutto l’indotto, diretto ed indiretto dello stabilimento Fiat di Cassino, vista l’importanza che esso riveste per l’economia del territorio.

Per affrontare questa sfida risulta cruciale sviluppare, la filiera automotive con politiche di crescita e qualificazione della struttura produttiva e occupazionale nell’ambito della componentistica auto.

In questo senso, sarebbe opportuno partire dalle esperienze locali in atto, che spesso vedono già coinvolta la stessa Fiat, indirizzandole in un progetto di sviluppo sovraregionale coordinato che, pur mantenendo la forte territorializzazione delle diverse esperienze, sia capace di guardare alle sfide tecnologiche che il settore dell’auto dovrà comunque affrontare.

In particolare la stretta vicinanza degli stabilimenti Fiat Cassino e Pomigliano D’Arco suggerisce la creazione di un Polo tecnologico di eccellenza con l’obiettivo di sviluppare tecnologia all’avanguardia come è successo per gli stabilimenti di Melfi e Mirafiori.

Siamo infatti tutti consapevoli che Ricerca ed Innovazione sono fattori di crescita economica e di sviluppo di un Paese che aumentano la produttività, incidendo sulla competitività del territorio.

A Detroit il centro di ricerca è addirittura finanziato dalle Organizzazioni Sindacali. In Italia non auspichiamo a questo modello ma sarebbe interessante applicare quanto già previsto nell’accordo siglato da Unindustria e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl , previsto dall’Accordo di Programma per l’area Frosinone- Anagni e finalizzato a creare le condizioni che favoriscono lo sviluppo economico della provincia attraverso l’attuazione di strumenti contrattuali utili ad attrarre investimenti, nonché funzionale alle condizioni di produttività e competitività, quali presupposti necessari per il mantenimento e la crescita dell’occupazione.

In particolare nell’accordo è mersa la necessità di attuare scelte e porre in essere azioni orientate ad un maggior sviluppo sulle competenze e sugli investimenti nelle attività ad alta tecnologia.

Per un territorio e quindi per le imprese che lo vivono, la presenza di un centro di ricerca in grado di sostenere le dinamiche evolutive delle imprese stesse, attraverso attività di ricerca industriale, di sperimentazione, di trasferimento tecnologico e gestione delle innovazioni di processo e di prodotto, è ormai strategico soprattutto per una realtà come quella di Fiat che ha sviluppato un indotto qualificato su tutta l’area di riferimento.

Non dobbiamo infatti trascurare il fatto che in quest’area sono presenti grandi aziende a capitale estero, fornitori della stessa Fiat ( vedi Lear corporation), che ne trarrebbero forti vantaggi.

La presenza su un territorio di università e centri di ricerca autorevoli, di una diffusa imprenditorialità e di risorse umane altamente qualificate aumenta certamente la capacità di attrarre investimenti.

Non va poi trascurata la presenza dell’Università di Cassino, che potrà alimentare il centro di ricerca ed offrire manager e tecnici di spessore aumentando il livello della coscienza su tutto il territorio.

Il valore aggiunto del Centro di Ricerca dovrebbe consistere nell’applicare le tecnologie legate alla prototipazione virtuale, una metodologia operativa che è utilizzata per la progettazione, l'ottimizzazione, la validazione e la visualizzazione digitale dei prodotti e per la valutazione di diversi concetti di progettazione, prima di affrontare il costo della realizzazione di prototipi reali.

Un altro fattore infatti strategico per la crescita di un’azienda è la capacità di cambiamento e di risposta alle richieste del mercato.

Pertanto anche l’approccio organizzativo deve essere modificato, pertanto è auspicabile che il Polo di ricerca, si ispiri al modello della Lean Production, che ricerca il miglioramento continuo e l’obiettivo è la perfezione, da estendere poi a tutto l’indotto.

Affinchè si realizzi questo progetto è necessario individuare un capofila che possa fungere da motore per tutte le aziende del territorio Per quanto riguarda la Governance ci si potrebbe rifare alle regole vigenti per i progetti di Horizon 2020, applicandole anche alle iniziative che la prevedono obbligatoriamente.

Affinchè il territorio ritorni ad essere attrattivo pertanto sarebbe auspicabile prevedere delle agevolazioni per tutte le imprese che insistono sull’area, a partire dagli sgravi fiscali senza trascurare le fonti di finanziamento

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