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Frosinone, giù le mani da Anagni nel PD reclama Save Sardaro contro Scalia

Con una lettera aperta al segretario provinciale ed ai membri del direttivo provinciale Save Sardaro puntualizza di mettere giù le mani da Anagni e scrive:

Con una lettera aperta al segretario provinciale ed ai membri del direttivo provinciale Save Sardaro puntualizza di mettere giù le mani da Anagni e scrive:

“Ancora una volta devo, con estremo rammarico, constatare come si prosegua con la strategia del silenzio, ignorando contributi e riflessioni dei membri della direzione.

Non ho avuta alcuna risposta, né è stata oggetto di un minimo di dibattito, la mia riflessione inviata prima della Direzione Provinciale del 21 Giugno.

Si continua a giocare agli struzzi: continuiamo a nascondere la testa sotto la sabbia, continuiamo a far finta di nulla, continuiamo ad evitare i problemi anziché affrontarli.

Se, come nuova segreteria e classe dirigente, questo è l’indirizzo che volete proporre, vi faccio i miei migliori auguri: ne avrete bisogno.

Più che auguri di buon lavoro mi sento di augurarvi buona fortuna: ne avrete bisogno, e tanta.

Mi preme però sottolineare, e replicare, a chi, nell’ultima direzione, è intervenuto con ragionamenti furbeschi più che politici.

Mi riferisco al Senatore Francesco Scalia che ha preso come esempio la vittoria del centrosinistra ad Anagni, come a far sottintendere che lì abbia avuto un ruolo o un merito.

Noi democratici anagnini non permetteremo a nessuno di appropriarsi del nostro risultato, che nasce ad Anagni, per volontà degli anagnini e della città.

Il Partito provinciale ha avuto un solo merito: quello di non riuscire ad intervenire, poiché, come al solito, era diviso al proprio interno, e dunque non è riuscito ad imporre la linea che si era paventata che non ci avrebbe portato alla vittoria.

E’ indubbio che il risultato delle urne di Anagni hanno sancito un concetto: rinnovamento.

Non è concesso a nessuno di impossessarsi del nostro lavoro, tanto meno a Scalia che non ha mai lavorato per la soluzione Bassetta ma ha sempre sostenuto un’altra proposta, che non avrebbe avuto quel simbolismo di rinnovamento, nei metodi e negli uomini, che ha invece avuto la candidatura di Bassetta.

Non mi risulta che lui si sia speso ed abbia fatto prevalere il suo peso e la sua figura a sostegno del Partito, né ad Anagni né altrove.

Dunque, oggi prendere il successo di Anagni come riferimento per sottolineare quello che il Partito non è stato capace di fare in altre comuni è gravemente scorretto.

Lui si è sempre adoperato a livello personale con la metodologia degli amici e dei nemici: oggi si vanta di alcune vittorie laddove hanno vinto i suoi uomini, e si lamenta dove hanno perso i suoi amici.

Da nessuna parte ha fatto ragionamenti organici al Partito perché non è un uomo di Partito.

Ad ogni modo, per riprendere il discorso con ottica provinciale: se in alcuni comuni il PD ha sbagliato, si valutino gli errori di quei comuni, del gruppo dirigente locale che non ha saputo essere in sintonia con l’esigenza del cambiamento, del rinnovamento e delle volontà dei cittadini.

Si analizzino quegli errori, ma lasciate perdere Anagni: non avete alcun merito e lo sapete.

Così come a Ceprano: le due vittorie più belle e simboliche di questa tornata amministrativa, con due città strappate al centrodestra, sono state conquistate grazie all’assenza del PD di Frosinone.

Il merito va dato solo ai dirigenti locali che hanno saputo governare i processi.

Giù le mani da Anagni.

Vittorio Save Sardaro

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