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Inceneritore Marangoni, il comune replica alle associazioni: "pronti al ricorso al Capo dello Stato"

Sull’inceneritore della Marangoni si anima lo scenario delle ultime ore dopo che le associazioni Retuvasa-Anagni Viva-Comitato Residenti Colleferro-Comitato Osteria della Fontana avevano parlato di “incredibile leggerenza” compiuta dal comune guidato da bassetta in quanto: “La ritardata e infine mancata presentazione, da parte del Comune di Anagni, del ricorso al Tar avverso all’istanza di rinnovo dell’autorizzazione per l’incenerimento di pneumatici fuori uso da parte della Marangoni spa, non può che considerarsi come una incredibile leggerezza. Confidiamo nel fatto che i molto apprezzabili intenti dell’amministrazione, in particolare del sindaco, più volte espressi con determinazione e congruenza, siano rimasti del tutto immutati. A questo punto non resta all’ente che la strada del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Consigliamo inoltre all’amministrazione di intervenire ad adiuvandum nel ricorso da noi presentato”.
 
La replica del comune di Anagni

Il Comune di Anagni rende nota la sua posizione in merito al ricorso avverso la determinazione della Regione Lazio n. 10636 del 27 luglio 2017 con cui la Direzione regionale Risorse idriche, Difesa del suolo e Rifiuti ha autorizzato il riavvio dell'impianto di termovalorizzazione e recupero energetico da pneumatici fuori uso della società Marangoni.  "Il Comune non ha presentato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar), ma certo non per disimpegno nei confronti di una vicenda che, al contrario, sta molto a cuore all'amministrazione comunale che in sede di Conferenza dei Servizi si è opposta con determinazione al riavvio dell'impianto.      Il Comune di Anagni intende, infatti, presentare un ricorso straordinario al Capo dello Stato essendo questa la scelta processuale del legale incaricato, l'avvocato Maria Alessandra Sandulli, per rivolgersi all'organo amministrativo massimo, il Consiglio di Stato, la cui istruttoria e il cui parere garantiscono una disamina del caso più approfondita. Non si tratta di un'istanza straordinaria alla quale l'amministrazione comunale si affida come mossa riparatoria una volta scaduti i termini del ricorso ordinario (ovviamente ben noti a tutti, lo testimoniano le date delle delibere adottate per gli incarichi legali), bensì un ricorso giurisdizionale amministrativo previsto dalla legge in via alternativa all'istanza innanzi al Tar". 
 

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