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Valle Del Sacco

Artena, il sindaco Angelini torna in piazza ma senza poter andare al comune

Il primo cittadino è tornato in pubblico, insieme alla sua maggioranza, raccontando i due anni e mezzo di vicende giudiziarie e delle limitazioni alle quali deve ancora sottostare

Da quel famoso 30 ottobre del 2020, quando in piena pandemia da coronavirus, i carabinieri della Compagnia di Colleferro su ordine dei magistrati di Velletri fecero scattare la fase operativa dell’operazione Feudo, si erano perse le tracce del sindaco di Artena Felicetto Angelini e dell’assessore Domenico Pecorari che finirono agli arresti domiciliari.

Lo scorso fine settimana i due esponenti politici della lista Artena Rinasce sono tornati a parlare in pubblico dal piazzale della scuola Serangeli insieme agli altri esponenti della maggioranza, Lara Caschera, Sabrina Di Cori, Alfreddo Bucci, Eleonora Palone, Carlo Scaccia, Laura Pincarelli ed al presidente del consiglio comunale Alfonso De Angelis che in questi mesi hanno portato avanti l’amministrazione comunale anche con l’arrivo del commissario prefettizio che ha redatto il bilancio.

In coro hanno annunciato, quello che già si sapeva da tempo, ovvero che non si dimetteranno e che andranno avanti a governare la città fino alla primavera del 2024 quando si tornerà al voto. Nei giorni scorsi si erano dimessi, invece, gli esponenti delle opposizioni.

“Dimetterci oggi è inutile – cosi al microfono Domenico Pecorari - e controproducente. Il commissario resterà fino al 2024, cosa vogliamo fare? Lasciarlo decidere da solo per tutto quello che riguarda Artena, senza poter intervenire in nessun modo? Ci sono diversi aspetti su cui dobbiamo fare luce, molte questioni rimaste sospese che vanno riavviate e quando tornerò in ufficio, provvederò a consultare i documenti necessari”.

Il sindaco in strada ma non al comune

Stessi concetti ribattiti anche dal primo cittadino Felicetto Angelini che ha confermato quanto sia stato lungo e difficile questo periodo di isolamento e delle “stranezze”, a detta sua, di alcuni provvedimenti emessi dal tribunale come quello che gli impedisce di raggiungere alcuni parti della sua città compresa quella dove si trova il comune.

“Posso vivere da questa parte di Artena – ha ribadito il sindaco artenese – ma non dall’altra, perché sembra che io sia così pericoloso che non posso attraversare una parte di Artena. Rispetto questa ordinanza dei giudici, anche se non sono d’accordo. La cosa che più mi dispiace è che sono due anni e mezzo che non posso andare a trovare mio padre al cimitero, almeno finché questo impedimento rimarrà in piedi”.

 “Io non so quanti di voi sanno di cosa siamo accusati. Io sono accusato di aver abusato della mia qualità insieme ad altri perché costringevo una certa signora ad accettare il trasferimento in comando presso il comune di Rignano, con una condotta consistita nel metterla nell’alternativa di subire un danno ingiusto, che poteva essere l’allontanamento dal posto di lavoro, o di evitarlo accettando di predisporre e firmare un bilancio falso”.

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