rotate-mobile
Valle Del Sacco

Classi ‘pollaio’, la denuncia di un professore: “situazione insostenibile”

In un istituto professionale in provincia di Roma sono ben tre le classi con circa 30 alunni

Non è certamente facile fare lezione oppure ascoltare la spiegazione del professore in una classe di circa 60 metri quadrati con 31 alluni presenti. Questa è la situazione che stanno vivendo da qualche giorno a questa parte gli studenti del quinto anno dell'istituto professionale Rosario Livatino di Palestrina, nel sud della provincia di Roma.

In questa scuola non è l'unica 'classe' pollaio in quanto ve ne sono anche altre due in cui il numero degli studenti arriva intorno a 30 e come se non bastasse in una di queste vi è anche un ragazzo disabile. Una situazione insostenibile che ci è stata descritta da un docente tramite una lettera inviata alla nostra redazione dalla quale emerge lo sconforto nel quale è costretto ad operare quotidianamente ed veramente il rammarico di dover sottostare a questa decisione.

Per avere il quadro della situazione più completo possibile e del perché in questa scuola si sia arrivati ??a questa situazione abbiamo provato a contattare telefonicamente e via mail il dirigente scolastico di questo istituto ma non siamo riusciti ad avere uno suo riscontro.    

La lettera denuncia di un professore.

"Salve, sono docente in una scuola secondaria superiore della provincia di Roma, il professionale Rosario Livatino di Palestrina. Sin dal primo giorno di lezione del nuovo anno scolastico ho constatato che una mia classe è composta da 31 alunni: trentuno ragazzi, più docente di cattedra e docente di sostegno, per un totale di trentatré esseri umani tutti ugualmente stipati nello stesso ambiente.Cercate per un attimo di abbracciarli con lo sguardo, mentalmente.È difficile anche da immaginare.

Facendo dei calcoli alla buona, dato che l'aula misura 63 metri quadrati, risultano 1,9 metri quadrati circa ciascuno.

Il vecchio ma ancora vigente DM 18 dicembre 1975 prevede, fra i vari parametri sull'edilizia scolastica, una superficie minima di 1,96 mq per allievo. Dunque, nel caso specifico della mia classe, la legge dello Stato sarebbe “quasi” rispettata. Un po' meno rispettata è invece la legge della decenza, dato che quella di 31 alunni non è l'unica “classe pollaio” dell'istituto. Risultano infatti altri 30 ragazzi (docenti esclusi) tutti rinchiusi in una classe prima dell'indirizzo commerciale, e altre 29 persone (sempre docenti esclusi) ancora in una classe prima, stavolta dell'indirizzo alberghiero. Non so quanti alunni devono essere presenti all'interno di una classe affinché questa possa essere denominata “classe pollaio”. La categoria “classe pollaio” del resto non è stata ancora sistematizzata dal legislatore ordinario.

Ma proprio perché la mia scuola è bella, e ancora più belli sono le mie alunne e i miei alunni, ci tengo enormemente affinché possano ricevere la migliore offerta formativa da parte dell’istituzione, anche in termini di personale, spazi fisici e aule.

Sono costretto adesso a citare un’altra norma, parimenti importante. L’art. 5 del complicatissimo d.p.r. n. 81 del 2009 stabilisce che le classi in cui sono presenti alunni con disabilità siano costituite, di norma, con non più di 20 alunni. Ebbene, nella mia numerosissima ma bellissima classe di 31 alunni (una quinta che tra l’altro deve affrontare la maturità e che ha bisogno del massimo supporto didattico possibile), c’è anche un alunno con bisogni educativi speciali. Quindi qualcosa non quadra.

Per non parlare del d.p.r. 81/09 il quale stabilisce, non so bene su quale fondamento pedagogico, un tetto massimo di 27 alunni nelle scuole superiori, eventualmente estensibile a 30. Anche in questo caso la violazione della Legge (non solo della decenza) mi pare acclarata.

Concludo questa mia disperata protesta con una lucida constatazione: per quante “grida” possa fare, per quanti giornali possa contattare, per quanto estesa e diffusa sia la mia denuncia, so che non otterrò automaticamente, per la mia scuola e miei alunni, più docenti, più spazi, più risorse. Già immagino la risposta di dirigenti, provveditori, ministri: “Noi non possiamo trasformare l’acqua in vino”; “le risorse disponibili sono queste, ci dispiace. Sono eredità precedenti”, ecc. ecc. Ma ritengo ugualmente indispensabile condividere e diffondere; mantenere viva la coscienza collettiva; portare a conoscenza del maggior numero possibile di persone questi fatti che purtroppo abitualmente (e sottolineo abitualmente) affliggono la scuola italiana e non rivestono affatto carattere di eccezionalità. La situazione abnorme, di cui sono amareggiato testimone, danneggia pesantemente il sacrosanto diritto allo studio dei ragazzi, oltre a mettere ogni operatore/educatore scolastico nelle peggiori condizioni possibili per lavorare.

Naturalmente, essendo io un cittadino cui sono affidate funzioni pubbliche, non posso dimenticare che sono tenuto ad adempierle “ con disciplina e onore ”, secondo quanto Costituzione pubblicato all'articolo 54. Quindi, ovviamente, come faccio ogni giorno da tanti anni, impegnerò ogni la mia risorsa umana e professionale a beneficio degli studenti nel corso di quest'anno scolastico.

Non molto tempo fa un ministro della Repubblica italiana ebbe l'ardire di pronunciare la seguente sentenza: “il problema non sono le classi pollaio, ma il fatto che mancano i pulcini”. Totò avrebbe risposto: “ma mi faccia il piacere”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Classi ‘pollaio’, la denuncia di un professore: “situazione insostenibile”

FrosinoneToday è in caricamento