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Colleferro, l’appello di AP e Lega sui rifiuti: “stiamo passando in una fase caotica e pericolosa”

Gli esponenti dei due partiti dopo l’incontro pubblico di domenica scorsa in una nota fanno il punto della situazione

Si avvicina a grandi passi la data del 15 gennaio 2020, una data che probabilmente rappresenterà uno spartiacque nella zona tra le provincie di Roma ed il nord di quella di Frosinone in quanto verrà chiusa l’oramai tristemente famosa discarica di Colle Fagiolara nel comune di Colleferro. Mai come in questi ultimi tempi gli animi sul discorso dei rifiuti sono accesi. Domenica scorsa c’è stato un incontro molto partecipato tenuto dai rappresentanti di azione popolare e della Lega in cui hanno fatto il punto sul discorso rifiuti dagli anni passati fino ad oggi.

“Caro direttore, domenica scorsa, a Colleferro, abbiamo tenuto – si legge in una lettera inviata a frosinonetoday.it dai rappresentanti di Azione Popolare e della Lega - un incontro con la cittadinanza per fare il punto della situazione relativa alla gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Lo abbiamo fatto essenzialmente per due ragioni: denunciare i rischi ambientali prodotti dell’ampliamento abnorme della discarica di Colle Fagiolara, diventata la nuova Malagrotta dei rifiuti romani, e, in secondo luogo, per confutare le ripetute falsità raccontate dalla attuale amministrazione di sinistra del Comune su argomenti delicati e complessi, quali quello dello smaltimento e trasformazione dei rifiuti in energia e il futuro di una azienda regionale quale Lazio Ambiente, dalla quale si è distaccato un ramo, società Minerva, che , a nostro avviso, nasce su una base finanziaria e organizzativa assai fragile (il chè mette a rischio non pochi posti di lavoro).

Ebbene, nel corso dell’incontro abbiamo, documenti alla mano, ricostruito la storia dei rifiuti nel nostro territorio: dalla realizzazione nel 1992 della discarica alla costruzione degli impianti di termovalorizzazione al varo di una società consortile fra i Comuni del comprensorio (Gaia) per gestire il sistema ai sensi del decreto Ronchi. Un sistema di gestione pubblica che aveva dato risultati importanti in termini occupazionali e di royalties per le casse comunali. Senza contare il vantaggio per i cittadini in termini di tariffe nettamente al di sotto della media nazionale e di miglioramento della qualità dell’ambiente, grazie a tutta una serie di interventi prodotti dalle passate amministrazioni che sarebbe lungo elencare.

Comunque la si voglia pensare, sta di fatto che ora si è fuoriusciti da una politica che aveva una visione ampia e articolata del problema inquinamento (il vero inquinamento nel territorio risale agli anni 50/60, quando erano in funzione impianti chimici) e di quello relativo alla gestione corretta dei rifiuti, per passare ad una fase caotica e pericolosa.

Caotica, perché stiamo assistendo al gioco del cerino tra Zingaretti e Raggi su chi deve fare cosa, mentre entrambi sono inadempienti. Zingaretti perché, in linea con i suoi predecessori, ha perso tempo prezioso, chiuso il termovalorizzatore e, in combutta con il sindaco di Colleferro, ampliato la discarica per accogliere i rifiuti dei romani e, cosa ancor più grave, deciso di ubicare sempre a Colleferro un mega impianto da 220 mila tonnellate (Tritovagliatore) per raccogliere i rifiuti di Roma e dell’area metropolitana. Raggi perché continua a pensare che la ormai perenne emergenza romana vada risolta fuori dal perimetro dell’Urbe.

 Pericolosa, perché, a differenza del termovalorizzatore (che bruciava il cdr, ossia un derivato dei rifiuti), ora arriveranno rifiuti tal quali  e ci sarà  un appesantimento del traffico di mezzi pesanti assolutamente insopportabile in un ambito che registra già paurosi picchi di polveri sottili, dovuti in particolare al congestionamento del traffico e al riscaldamento domestico.

Aver sostenuto queste tesi, nell’ omertoso silenzio di una certa stampa locale, ha generato scomposte e puerili reazioni da parte del Sindaco e dell’assessore all’ambiente. Reazioni che non ci sorprendono, evidentemente. Conosciamo i soggetti e la loro attitudine a mistificare i fatti. Quel che non possiamo accettare è che circolino sulle stampa strampalate dichiarazioni pubblicate senza neppure l’accortezza di ascoltare l’altra parte, ossia chi è all’opposizione e non si lascia imbavagliare. Non è corretto dal punto di vista giornalistico e non lo è  nei confronti dei cittadini.  

Per queste ragioni, caro direttore, ringraziamo Lei e il suo giornale per non essersi iscritto nella lista dei pennivendoli e aver accettato di dare spazio a questa nostra lettera”.

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