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Valle Del Sacco

Amazon, incontro tra gli ex lavoratori e l'ass. regionale Di Bernardino. "Coinvolgere il governo per modificare l'articolo 31 sul precariato"

I rappresentanti del comitato pronti ad andare a manifestare fin sotto Montecitorio per far valere i proprio diritti

Nuovo capitolo, nelle ore scorse del lungo cammino di protesta degli ex lavoratori Amazon di Colleferro che ieri hanno incontrato on line tra l’assessore al lavoro della regione Lazio, Claudio Di Berardino, insieme ai rappresentanti del sindacato USB e una rappresentanza di ex lavoratori Amazon di Colleferro e Passo Corese. Era presente anche il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna.

"Dopo l’ennesima esposizione dei fatti da parte del sindacato e le testimonianze dirette riguardanti la situazione lavorativa dello stabilimento Amazon di Colleferro e Passo Corese, dove l’utilizzo di personale somministrato precario è avvenuto e avviene attualmente con percentuali abnormi rispetto ai lavoratori stabili, si è passati a fare proposte concrete all’assessore. Si è proposto - si legge in una nota del Comitato manifestazione ex lavoratori somministrati Adecco/Amazon di Colleferro - di aprire un tavolo di lavoro permanente presso la regione perché si occupasse meglio della vicenda e delle possibili iniziative da porre in atto.

Si è proposto all’assessore di presentare la questione alla conferenza delle regioni, in modo da coalizzare le altre regioni in cui Amazon è presente e usa lo stesso sistema di precariato. Si è altresì proposto di portare la questione al livello superiore e incentivare la creazione di un tavolo di lavoro presso il Ministero del Lavoro, data la nazionalità del problema, perché indagasse tramite l’ispettorato del lavoro sui numeri reali dei lavoratori stabili e somministrati presso gli stabilimenti di Amazon, cifre che Amazon e Adecco si rifiutano categoricamente di fornire.

L’intento di coinvolgere il Ministero del Lavoro era auspicabile anche per chiedere di nuovo quantomeno che il governo possa prevedere una qualche modifica dell’articolo 31, comma 2, del Dlgs 81 del 2015, che permette l’uso distorto del precariato di lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati. Questo in considerazione del fatto che gli emendamenti di modifica dell’articolo suddetto, presentati in occasione del Decreto Sostegni Bis, si sono dispersi nella moltitudine di emendamenti e non sono stati purtroppo accolti.

Comunque, pur nella cortesia di aver concesso disponibilità all’ascolto, l’assessore ha chiuso preventivamente ogni possibile proposta, adducendo la motivazione che già era stata presentata una questione simile presso il ministro Orlando, i cui sviluppi risultano però tuttora ignoti, e che quindi la regione non aveva altri strumenti se non continuare la sua opera di sensibilizzazione verso Amazon perché
riveda bonariamente i suoi progetti di lucro e diventi più “umana” verso i lavoratori. Probabilmente la regione spera in una realtà distopica in cui Amazon si scoprirà benefattrice dell’umanità per improvvisa “beatificazione” dei suoi dirigenti, anche se l’attuale realtà dice esattamente l’opposto delle utopie della regione.

C’è però da essere sconcertati e sembra alquanto mortificante constatare che l’ente regionale, che dovrebbe tutelare, nel rispetto dei compiti di ogni ente territoriale, i lavoratori del proprio territorio, non abbia altri strumenti se non sperare nel ravvedimento di un’azienda che si è dimostrata fin da subito disumana e alla ricerca del solo profitto a scapito di ogni etica sociale. Le istituzioni, che dovrebbero agire in contrasto contro tali fenomeni, sembrano invece succubi di un sistema economico, retto da aziende senza scrupoli, che sta fagocitando i diritti delle persone a un lavoro dignitoso e non precario. In questo caso, la cosa è resa ancor più evidente perché si tratta di una delle aziende più ricche nel mondo e che produce profitto proprio sfruttando il precariato locale.

Il senso di impotenza, o noncuranza, delle istituzioni non deve però costituire motivo di rassegnazione, anzi, ora più che mai bisogna agire dal basso per ripristinare l’equilibrio che si sta pericolosamente spostando in maniera netta a favore dei pochi ricchi che possiedono le aziende, e a sfavore della maggioranza dei lavoratori che si ritrovano sempre più poveri dal lato economico e dal lato dei loro stessi diritti che vengono negati dalle aziende anche grazie a norme dubbie e sbagliate. Dopo il discorso avuto con l’assessore, quel che appare chiaro è che Amazon, con il suo prossimo magazzino di Fiumicino, avrà di nuovo terreno fertile per continuare a sfruttare i precari del posto e dintorni, nel silenzio colpevole della regione Lazio. A questo punto, la decisione degli ex lavoratori di costituire un vero e proprio comitato di denuncia di quanto accade nella nostra società, appare l’unica idea democratica sensata che possa quantomeno sulla carta costituzionale contrastare lo strapotere di aziende senza scrupoli come Amazon nel nostro territorio, constatando amaramente l’apparente servilismo delle istituzioni locali.

Con tutto il rispetto per quelli attuali, ci auguriamo che vengano scelti altri rappresentanti delle istituzioni, più attenti ai problemi del territorio, ma nel frattempo gli ex lavoratori, tramite il comitato, proporranno nuove manifestazioni e nuove iniziative di sensibilizzazione, non delle aziende, ma delle persone che vivono, lavorano o meno, ma che hanno davvero a cuore il loro territorio, per culminare poi nella giusta manifestazione a Montecitorio, quando si potrà finalmente chiedere direttamente a questi nostri/vostri parlamentari un po’ svogliati, prima che tornino a casa, un cambiamento delle norme che purtroppo rendono l’Italia una repubblica fondata sul precariato e non sul lavoro come dovrebbe invece essere. Noi
continueremo a credere nell’Italia, nonostante tutto e tutti".

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