Rifiuti, venerdì 13 una data importante per il futuro dell'inceneritore di Colleferro
Domani verranno resi noti i nomi delle società che hanno partecipato all'asta per l'acquisto di Lazio Ambiente e dalla tipologia già si potranno capire molte cose
La politica romana di nuovo artefice del futuro dell’impianto TMV di Colleferro ed il tema ambientale sempre al centro del dibattito nell’ampia zona. La manifestazione di sabato scorso organizzata dal movimento “Rifiutiamoli” ha visto un drastico calo dei partecipanti rispetto all’anno precedente e si è passati da oltre 3000 persone alle circa 500 (dati forze dell’ordine mentre gli organizzatori erano circa 1000) perché forse tra la gente inizia a farsi strada l’idea che il futuro dell’impianto dipenderà dai vertici politici romani e regionali.
Una data importante
Per capire il futuro dell’inceneritore di Colleferro, fermo al palo da oltre un anno con i lavori per il revamping bloccati dalle proteste, quella di venerdì 13 luglio (dopo il rinvio dal 28 giugno) sarà una data importante perché verranno resi noti i nomi delle ditte che hanno partecipato all’asta per la vendita di Lazio Ambiente, il consorzio dei comuni (ex Gaia) che raccoglie rifiuti nelle zone a sud di Roma e nel nord della Ciociaria, ma che soprattutto ha la proprietà dell’impianto insieme all’AMA. Dalla tipologia delle ditte già potrà capire quale sarà il suo utilizzo futuro. La sindaca Raggi sembrerebbe essere orientata verso la fabbrica di materiali, almeno per una delle due linee, chiamato anche da Beppe Grillo separatore di rifiuti (anche se il comune ha delegato alla Regione la vendita anche del suo 40%). Ovvero un posto di stoccaggio degli scarti della raccolta differenziata dove si separano ulteriormente i materiali prima di essere portati nei centri di recupero o nei Tmb ma in quantità notevolmente minori.
La discussione in regione
“È necessario un consiglio regionale dedicato al piano rifiuti del Lazio e alla capacità di questa Regione di gestire un servizio pubblico essenziale in un Paese civile”, lo ha dichiarato Stefano Parisi (Energie per l’Italia) nella replica all’assessore regionale all’ambiente Massimiliano Valeriani intervenuto in aula alla Pisana per il ‘question time’. “La gara di vendita delle quote di Lazio ambiente è per vostra stessa ammissione una gara importantissima – prosegue Parisi- dalla quale dipende la capacità del nostro territorio di smaltire i rifiuti e di garantire una vita decorosa ai cittadini del Lazio. Sempre per vostra stessa ammissione sappiamo che la situazione è complicata e che la soluzione dell’emergenza rifiuti è lontana. Non abbiamo ancora capito qual è il futuro che la Regione immagina per il termovalorizzatore di Colleferro, essenziale per la chiusura del ciclo dei rifiuti del Lazio. Fino ad ora abbiamo visto solo un rimpallo di responsabilità tra il presidente della Regione Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi. Sul fronte regionale abbiamo bisogno di costruire nuovi impianti oltre a potenziare San Vittore e riattivare Colleferro. Il comune invece deve individuare i siti per la costituzione di discariche di servizio. Non è più il tempo di dichiarazioni, ma serve agire con responsabilità per risolvere l’emergenza rifiuti”.
Situazione diversa per Dragonetti
"Le dichiarazioni del consigliere regionale di Forza Italia, Stefano Parisi, il signor Washington per meglio intenderci, inerenti il potenziamento del termocombustore del Lazio e la necessità di aprire altre discariche nel frusinate, ci offende e di preoccupa. Ha consapevolezza – spiega in una nota Niki Dragonetti, segretario provinciale del movimento Lo Scarpone l'onorevole Parisi (che vive a Milano e non nella Valle del Sacco) quale sia la situazione ambientale nella provinciale di Frosinone. Da Anagni a San Vittore, e quindi anche Colleferro, c'è più il più alto tasso di malattie tumorali causate in particolar modo dall'inquinamento ambientale. Nel raggio di una settantina di chilometri i ciociari debbono 'sopportare' oltre che le discariche di Colle Fagiolara e Roccasecca, anche l'inceneritore di Colfelice e il termovalorizzatore di San Vittore. Senza escludere le centinaia di fabbriche presenti lungo l'autostrada A1. Per questo motivo credo che potenziare il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio sia una follia. Inoltre chiedo all'onorevole Parisi se per caso sia a conoscenza dell'esistenza dell'Aia per l'impianto sanvittorese. L'autorizzazione apposita che dovrebbe essere rilasciata quando gli impianti sono a norma. Il condizionale è d'obbligo. Ha verificato questo importante aspetto l'onorevole Parisi? O forse questo suo improvviso risveglio è dettato dal fatto che il 'suo' sindaco di Cassino ha dato il parere favorevole alla realizzazione di un impianto di stoccaggio nella giù martoriata zona di via Cerro? Onorevole Parisi la demagogia non viene tollerata quando si tratta della salute del cittadino".