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Valle Del Sacco

Colleferro, ex dipendenti Amazon in rivolta. Il 10 maggio triplice manifestazione in città

Una rappresentanza dei lavoratori somministrati sarà presente davanti lo stabilimento, davanti al comune e la sede Adecco. Ma si annunciano anche proteste in Regione e in Parlamento

Solo qualche giorno fa c’era stato l’incontro in comune tra dei rappresentanti sindacali dei lavoratori Amazon con l’amministrazione di Colleferro ed il sindaco Sanna e l’assessore Guadagno avevano annuncita che avrebbero dato la: “massima attenzione al problema occupazionale” all’interno del mega stabilimento posto su via Palianese. La vicenda era giunta anche in consigliop comunale nei mesi scorsi.

La prima manifestazione del 22 marzo

Oggi arriva la notizia che per lunedì 10 maggio è prevista una giornata intera di mobilitazione degli ex dipendenti Amazon di Colleferro. A partire dalle 8:30 del prossimo 10 maggio 2021 una rappresentanza di ex lavoratori del magazzino Amazon di Colleferro manifesterà, con cartelli e volantini, davanti al suddetto magazzino, davanti alla sede della filiale Adecco di Colleferro, sita in via Petrarca 30, per poi giungere davanti al palazzo municipale di Colleferro, in piazza Italia.

La nota dei manifestanti

“Con questa manifestazione – spiegano in una nota inviata alla stampa i membri del Comitato manifestazione ex lavoratori somministrati Adecco/Amazon di Colleferro denuncieremo a tutta l’opinione pubblica il comportamento vergognoso di Amazon e Adecco nella selezione, gestione e utilizzo del personale somministrato per il ruolo di magazziniere presso il magazzino Amazon di Colleferro. Nel corso della manifestazione, una delegazione dei lavoratori chiederà di poter incontrare e dialogare con tutti gli attori della vicenda, in particolare con il sindaco Pierluigi Sanna, illustrando la situazione che si è creata nel suo territorio, in cui l’azienda Amazon sistematicamente ha sfruttato migliaia di lavoratori per pochi mesi per poi mandarli via per motivi presunti di carenza di lavoro, e poi sostituirli con nuovi precari sempre
somministrati dall’agenzia per il lavoro, definizione in questo caso infausta, Adecco.

Nello specifico, cosa per cui facciamo massimo richiamo ai parlamentari della Repubblica Italiana, Amazon ha attinto e continua ad attingere all’enorme bacino di lavoratori svantaggiati, selezionati appositamente così dalle agenzie per il lavoro, con lo scopo evidente di aggirare i limiti previsti dall’articolo 31, comma 2 del decreto legislativo 81 del 15 giugno 2015, poi modificato in minima parte dal decreto legge 87 del 12 luglio 2018 (il cosiddetto Decreto Dignità), che però ha lasciato intatto l’articolo del precedente decreto. In sostanza, benché la legge sia stata fatta con le intenzioni del legislatore di contrastare il precariato fissando un tetto del 30% per i lavoratori somministrati a tempo determinato e nel contempo cerchi di favorire il reinserimento dei lavoratori svantaggiati escludendoli dal suddetto limite, di fatto viene usata per tenere in piedi un precariato ancora peggiore di lavoratori svantaggiati che così si ritrovano a non avere alcuna tutela, somministrati per pochi mesi e resi succubi del solo ricatto aziendale. Ci risulta che le percentuali di
lavoratori somministrati a tempo determinato, registrate nel magazzino di Colleferro, abbiano superato
abbondantemente il 1000%, a indicazione della precisa volontà dell’azienda di ricorrere a tale sistema di
sfruttamento dei lavoratori svantaggiati.

Pronti a manifestare davanti la Regione ed il Parlamento

Tutto ciò è propedeutico per quando gli ex lavoratori manifesteranno infine davanti alla sede della Regione Lazio e davanti al Parlamento Italiano, chiedendo il perché sia stato steso e continui a essere steso il tappeto rosso ad aziende che sfruttano il precariato locale nella maniera più vile, abusando di una legge italiana che in teoria dovrebbe contrastare il precariato, ma nei fatti viene usata nelle deroghe, grazie alla compiacenza di tali agenzie per il lavoro, per sfruttare per pochi mesi migliaia di lavoratori svantaggiati, cioè quelli più deboli e bisognosi di lavoro che per ironia della sorte le istituzioni dovrebbero maggiormente tutelare. Di tutto ciò, dei discorsi con i responsabili di Amazon e di Adecco, con il sindaco di Colleferro o altri suoi delegati, o dell’eventuale loro diniego al dialogo, saranno prontamente informati gli organi di stampa e la collettività, con particolare rilevanza di informare i cittadini di Fiumicino e delle altre zone in cui l'azienda si accinge ad aprire nuovi magazzini, avvertendoli di come vengono in realtà trattati i lavoratori da Amazon.

Gli ex lavoratori useranno ogni mezzo concesso da uno stato democratico, presenteranno un esposto alla Procura della Repubblica competente affinché indaghi sui fatti dimostranti il sistema di sfruttamento dei lavoratori svantaggiati messo in atto, acquisisca tutti i dati riferiti agli ex lavoratori del magazzino Amazon di Colleferro che Adecco furbescamente si rifiuta di fornire e mostrare, persegua i responsabili di Amazon e Adecco qualora venissero riscontrati illeciti.

Altresì, auspichiamo nell’intervento dei parlamentari che, pur nel rispetto dei loro tanti impegni, hanno il
compito e il dovere di modificare le eventuali lacune delle leggi affinché non possano essere utilizzate per
giustificare un precariato così ignobile che va contro l’articolo 1 della Costituzione Italiana. In secondo luogo, nell’eventuale immobilismo e non curanza dei parlamentari, si fa appello a chi di dovere e alle forze sociali competenti perché si ponga innanzi alla Corte Costituzionale la questione di legittimità sull’articolo 31, comma 2, del decreto legislativo 81 del 2015, nella parte riguardante l’esclusione di determinate categorie di soggetti “deboli”, tra cui i lavoratori svantaggiati, dal tetto massimo previsto dalla stessa legge per i lavoratori somministrati a tempo determinato, citando l’uso distorto, poiché privo di tutele, che ne fanno le aziende.

Non deve essere più consentito ad Amazon o a qualsiasi altra azienda italiana o straniera di
sfruttare il precariato di migliaia e migliaia di lavoratori svantaggiati. L’Italia è ancora una Repubblica
democratica fondata sul lavoro? Noi speriamo proprio di sì”.

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