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Sanità, la Asl Rm5 fa il punto sulla situazione sugli ospedali. Neanche una parola sulle file al pronto soccorso di Colleferro

La direzione aziendale spiega come sono organizzati i presidi ospedalieri ed i settori nei quali sono presenti dei miglioramenti

Solo qualche giorno fa sempre sulle pagine di frosinonetoday.it vi riportavamo la notizia della difficile situazione che spesso di vive al pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro dove per mancanza di posti letto i malati vengono lasciati sulle barelle e quindi le ambulanze rimangono ferme. Che vi siano delle criticità in tutti i presidi ospedalieri della zona a sud di Roma è la stessa Asl Rm5 a rimarcarlo attraverso una nota inviata alla stampa ma nella stessa non viene citato il problema del costante sovraffollamento dei pronto soccorso.

“Il Nuovo Atto Aziendale attualmente al vaglio della Regione Lazio punta ad affrontare le criticità presenti. La Asl Roma 5 comprende 70 Comuni e si estende su un territorio di 1.813,7 Km2 posto prevalentemente ad est dell’area urbana di Roma. In questo contesto la Asl Roma 5 presenta alcune specificità legate all’elevato numero di Comuni ed alla coesistenza di Comunità Montane unitamente ad una collocazione territoriale complessivamente disomogenea. Uno degli obiettivi che si pone con la proposta di modifica dell’Atto Aziendale è anche quello di individuare e quindi di superare le linee di divisione ed i fenomeni osmotici che caratterizzano i rapporti tra le diverse municipalità della Asl Roma 5 in modo da realizzare, propositivamente, un rinnovato asset dell’offerta sanitaria complessiva, sia ospedaliera che territoriale.

L’esame del contesto ha necessariamente orientato la scrivente Direzione alla ponderata revisione del proprio assetto ospedaliero, in ogni caso rispondente ai requisiti determinati dal D.M. 70/2015, rendendo prevalente la necessità di strutturare la propria offerta su due Poli Ospedalieri suddivisi in fasce territoriali “nord” (Tivoli-Subiaco Monterotondo) e “sud” (Colleferro-Palestrina) a loro volta caratterizzati per l’emergenza-urgenza (Tivoli e Colleferro) e per l’elezione (Monterotondo e Palestrina). La realtà sublacense, per collocazione e peculiarità, mantiene la specificità del presidio di zona disagiata di cui al punto 9.2.2 del citato D.M.

Le caratteristiche territoriali della Asl Roma 5, con la sua suddivisione in Presidi dislocati su un territorio di notevole ampiezza, hanno imposto di dedicare particolare attenzione alle fasi di programmazione delle acquisizioni volte al mantenimento degli standard tecnologici e al miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie erogate. Uno degli intenti della Direzione è stato quello di porre particolare attenzione non solo alla fase di programmazione, ma anche alla fase di esecuzione di progetti in atto da tempo. Tale intento, riporta ad obiettivi quali il mantenimento di standard a garanzia delle prestazioni di base a tutti gli utenti e il perseguimento di livelli assistenziali più fini e tecnicamente avanzati.

La riorganizzazione dei vari ambiti

Individuate le esigenze in termini tecnologici e prestazionali del territorio si è resa necessaria una riorganizzazione e migliore gestione delle risorse interne, mirata all’individuazione di più agevoli percorsi e di una maggiore attenzione da dare all’avanzamento di quanto versava in una fase di stasi anche di tipo progettuale. Le modalità di intervento nella gestione di tali piani si sono basate sul voler ripercorrere i piani stessi e le necessità partendo dai finanziamenti più vecchi fino ad arrivare ai finanziamenti più attuali.

A margine, la ridefinizione dell’Atto Aziendale di Asl Roma 5 con la diversificazione dei Poli Ospedalieri e l’evidente implementazione dei servizi territoriali, uniti sinergicamente ai presidi Case della Salute, un nuovo progetto di Casa della Salute a Palombara Sabina, e peraltro corroborati dall’attenzione alla cronicità, ma anche all’istituzione di Centri Diurni e ad un polo per la formazione sui disturbi dello spettro autistico tale da incidere propositivamente con azioni concrete per le patologie di riferimento, punta anche ad incidere favorevolmente sull’ipotesi di inversione di tendenza con riferimento ai dati di incidenza della mobilità passiva rilevati.

Il miglioramento in alcuni settori

La scrivente Direzione vuole anche portare all’attenzione che gli ultimi dati Prevale evidenziano un miglioramento sugli interventi al femore e indica l’inizio di un’inversione di tendenza rispetto al passato così come una riorganizzazione per gli interventi su colecisti. Vi è la proposta di riorganizzazione dei posti letto dedicati alla Osservazione Breve Intensiva (OBI), elaborata sulla base delle recenti linee guida nazionali, che è stata recentemente trasmessa in Regione, ed a cui seguiranno ulteriori proposte di implementazione legate agli interventi in corso e venienti sull’edilizia e l’implementazione delle attività delle due UOS Pneumologia presso i due Poli Ospedalieri. Viene mantenuta la vocazione del territorio alla presa in carico del paziente, alla attenzione a fragilità e cronicità, così come alla assistenza domiciliare. Da ultimo, ma non meno importante, l’assetto dipartimentale, sia in ambito ospedaliero che territoriale, rimane il fondamento per l’integrazione, la multidisciplinarietà e la trasversalità degli interventi.

Per la riorganizzazione ed il potenziamento delle reti assistenziali l’Azienda ha inizialmente fatto riferimento al DCA 26 novembre 2014, n. 412, che, seppure in parte datato poiché si riferisce all’attuazione dei programmi operativi 2013-2015, ha posto, tra l’altro, le basi per il potenziamento della rete dell’emergenza (è attualmente in fase di realizzazione l’elisuperficie del P.O. di Subiaco, collocato in “zona disagiata”) e per il raggiungimento degli standard previsti per la Rete Cardiologica.

Il fabbisogno di personale ha tenuto conto, per tutte le professioni, della necessità di garantire ai dipendenti il godimento delle assenze contrattuali pregresse e per l’anno in corso (ferie e ferie residue), di rispettare la normativa europea sull’orario di lavoro che impone il tetto delle ore lavorative giornaliere e settimanali e di mantenere attivi i servizi implementati ad isorisorse (es. umanizzazione, ambulatori festivi). Risulta poi essenziale sopperire alle carenze ormai numerose del personale che usufruisce dei benefici di legge e delle limitazioni (relativamente al personale infermieristico, il 30% usufruisce dei benefici della Legge 104/92, il 5% lavora in part-time, il 20% presenta un minor aggravio ai sensi del D. Lgs. 81/08).

Mancano più di 80 persone da assumere

Il contesto del “personale” deve essere anche letto alla luce della mancata assunzione di n. 91 delle 176 unità di vari profili previsti nel Piano Triennale del Fabbisogno di personale di questa azienda, di cui alla deliberazione n. 806 del 26/09/2018. L’impossibilità di perfezionare le suddette assunzioni è stata causata soprattutto dalla mancanza di graduatorie valide esistenti per una buona parte dei profili previsti e a alla mancata adesione degli idonei allo scorrimento delle graduatorie esistenti previsto dalla Determinazione Regionale n. 15899 del 06/12/2018 o alla rinuncia all’assunzione a tempo indeterminato”.

Da quanto riportato dalla Asl capiamo che si stanno facendo degli sforzi per cercare di ottimizzare il sistema sanitario dell’ampia zona a sud di Roma ma delle criticità come la grande affluenza nei pronto soccorso difficilmente, con il sistema s attuale, potranno essere risolte.

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