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Colleferro-Palestrina, dare attuazione al polo unico con la fusione dei due ospedali

Questa la richiesta del comitato per dare senso compiuto alla decisione di far diventare il Coniugi Bernardini Covid Hospital con il conseguente spostamento di molti importanti reparti a Tivoli

La decisione di creare il Covid Hospital a Palestrina a distanza di giorni crea ancora molti malumori tra la popolazione dell’ampia zona casilina – prenestina a sud di Roma. Non si capisce perché i reparti che sono stati chiusi a Palestrina per dare spazio ai malati Covid 19 non siano stati portati (alcuni è il caso di dire riportati) a Colleferro dove oggi c’è stata la conferma della sesta persona positiva al Coronavirus ma anzi c’è stato il trasferimento dei medici a Tivoli.

C’è già chi vede questa decisione come un tentativo di voler affossare ulteriormente l’ospedale di Colleferro nonostante le rassicurazioni del Dg Santonocito anche a frosinonetoday.it nella giornata dell’inaugurazione della farmacia al IV Km. In pratica dei cinque punti nascita originari presenti nei vari ospedali della Asl Rm5 (Subiaco, Colleferro, Palestrina, Tivoli e Monterotondo) con un bacino di quasi cinquecentomila abitanti ne è rimasto uno solo a Tivoli.

È di oggi la richiesta con una lettera firmata dalle rappresentati del “Comitato libero a difesa dell’Ospedale di Colleferro Camilli e Collacchi e diretta al Ministro Speranza ed ai vertici della sanità regionale di dare attuazione al rispetto dei Lea nella Asl Rm5 per la creazione effettiva del polo ospedaliero Colleferro – Palestrina nella parte casilina prenestina e quello di Tivoli Monterotondo in quella tiburtina.

La lettera

“Premesso che la Costituzione italiana all’articolo 32 dispone che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Considerato – si legge appunto nella lettera del comitato a difesa dell’ospedale - che la riforma di tipo regionalistico del Titolo V della Costituzione italiana nel 2011 ha modificato le attribuzioni dello Stato in materia di Sanità in favore delle Regioni e che la ripartizione delle loro competenze legislative è disciplinata dall'articolo 117 della Costituzione. Ricordato che il comma 2 del suddetto articolo 117 elenca le materie nelle quali lo Stato ha legislazione esclusiva a legiferare e che per quanto attiene alla materia sanitaria la lettera m) riserva allo Stato "la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale".

Evidenziato che il comma 3 del suddetto articolo 117 elenca invece le materie di "legislazione concorrente" per le quali spetta allo Stato la determinazione dei "principi fondamentali", mediante una legge cornice o una legge quadro, e alle Regioni la normativa di dettaglio. Sottolineato che in tale ambito rientra la tutela della salute e che nella normativa di dettaglio, di competenza regionale, possono farsi rientrare senz'altro le norme organizzative. Richiamato il comma 4 del suddetto articolo 117, il quale stabilisce il principio della competenza legislativa "residuale" delle Regioni, nel senso che queste ultime hanno competenza legislativa in ogni materia non riservata espressamente alla competenza dello Stato.

Il Comitato, preso atto che la salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana e che il Servizio sanitario nazionale (SSN) ha lo scopo di garantire ai cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, la stessa prevede che la responsabilità della tutela della salute sia ripartita tra lo Stato e le Regioni (Titolo V, art.117, comma 2, lett. m).

Lo Stato ha il compito di determinare e garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che devono essere applicati su tutto il territorio nazionale e di vigilare sulla loro effettiva erogazione. Le Regioni programmano e gestiscono in piena autonomia la sanità nell’ambito territoriale di loro competenza, avvalendosi delle aziende sanitarie locali (ASL) e delle aziende ospedaliere. Le Asl sono enti autonomi guidati da un direttore generale, un direttore sanitario e un direttore amministrativo, direttamente responsabili del buon funzionamento dei servizi. Tutto ciò premesso, il Comitato, a seguito della precedente nota inviatavi il 29 marzo c.a., avente ad oggetto la richiesta di trasferimento e riassegnazione dei reparti materno-infantili dall’Ospedale Coniugi Bernardini di Palestrina all’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro, ripristinando la situazione ante luglio 2015, rappresenta quanto segue: La ASL RM5 della Regione Lazio con i suoi ultimi atti aziendali ha stabilito che in essa vi siano due Poli ospedalieri: il primo Tivoli-Monterotondo e il secondo Colleferro-Palestrina;

Alla luce di quanto disposto e attivato nel Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina sono presenti tutte le attività sanitarie di competenza, come nel secondo Polo Tivoli-Monterotondo; Preso atto che in questi giorni l’Ospedale di Palestrina è stato riconvertito e dedicato esclusivamente alla cura di pazienti Covid 19 per il Lazio; Secondo quanto previsto nelle disposizioni dell’Atto aziendale tutte le branche, specialmente quelle chirurgiche, dall’Ospedale dei Coniugi Bernardini devono essere accorpate nel Polo Ospedaliero di Colleferro, a cui ora affluiscono i pazienti dell’intero comprensorio;

La soluzione ottimale è quella di consentire al personale Medico e sanitario di continuare a svolgere l'attività nel Presidio di Colleferro, nel rispetto delle competenze dei due Poli ospedalieri, come istituiti dagli atti amministrativi della ASL RM5 e approvati dalla Regione Lazio; L’accorpamento di tutte le attività presso l’Ospedale L. P. Delfino di Colleferro consentirebbe alla popolazione della valle del Sacco – un bacino di circa 130 mila abitanti in un territorio SIN, sito di interesse nazionale da bonificare, caratterizzato dalla presenza di numerose aziende sottoposte alla direttiva Seveso - di avere in loco la possibilità di soddisfare tutte le necessità sanitarie, senza dover intasare altri ospedali distanti anche 70 km e di dover viaggiare da un luogo all’altro con il rischio di contagio da coronavirus.

L'Ospedale L. P. Delfino di Colleferro è in condizioni strutturali ottime per tutte le branche sanitarie, in quanto i recenti lavori - conclusi nel 2015 - di ristrutturazione e riqualificazione hanno creato ampi spazi, con tutti i servizi necessari, come camere operatorie, necessitando ovviamente della dotazione di medici anestesisti e di rianimazione; L'Ospedale L. P. Delfino di Colleferro garantisce assistenza alla popolazione di oltre 15 Comuni dell'area Metropolitana Sud di Roma e dell'area Nord del frusinate. Colleferro ha una uscita autostradale, la stazione ferroviaria e importanti vie di collegamento provinciali. Nelle immediate vicinanze, ci sono numerosi Istituti scolastici, grandi centri commerciali, Poli industriali, anche di livello internazionale Avio, Esa, Italcementi, Simmel Difesa e prossimamente Amazon e Leroy Merlin.

È di questi giorni la notizia della donazione, da parte di AVIO, per far fronte all'emergenza Covid 19, di € 250.000,00, tramite la Protezione Civile, da destinare all'Ospedale L. P. Delfino di Colleferro, per acquistare materiali e attrezzature di cui ha bisogno; In conclusione, con quanto propone il Comitato, ovvero il rispetto degli atti amministrativi di gestione dei due Poli, la ASL RM5, pur mantenendoli invariati, assicurerebbe gestioni ottimali per il Covid 19 all’ospedale di Palestrina e per tutte le altre branche, soprattutto chirurgiche, a quello di Colleferro. Se venisse presa in considerazione tale ipotesi, contemplata negli atti amministrativi vigenti, l'utenza avrebbe a Colleferro un Ospedale per tutte le necessità e non sarebbe costretta ad andare in cerca di studi, ambulatori, ospedali privati, con notevole danno economico per le famiglie e si migliorerebbe notevolmente la vita dei pazienti ancora più dura in questo triste periodo di emergenza - non breve, purtroppo - dovuto al Coronavirus. Il Comitato valutato che: L’articolo 117 della Costituzione riserva allo Stato i compiti in materia di profilassi internazionale;

L’articolo 120 della Costituzione consente già al Governo di sostituirsi alle Regioni in casi di pericoli grave per l’incolumità; La legge n. 833 del 1978 assegna al Ministro della Salute il compito di intervenire in caso di epidemie (Sabino Cassese); Chiede - Al Ministro della Salute di intervenire per garantire il rispetto dei LEA nel distretto sanitario della ASL RM5; - Alla Regione Lazio e alla ASL RM5 di rispettare l’Atto aziendale che ha istituto il Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina; - Al Sindaco di Colleferro di rappresentare in tutte le sedi le istanze della cittadinanza. Confidando nella Vostra attenzione attendiamo risposte concrete per il territorio. Cordiali saluti. Confidando nella Vostra attenzione attendiamo risposte concrete per il territorio. Cordiali saluti”.

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