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Martedì, 16 Aprile 2024
Valle Del Sacco

Colleferro, si torna in zona rossa. Sanna: “un’ingiustizia, ma sacrificio necessario. Molti i giovani ricoverati in ospedale”

Per la cittadina a sud di Roma, insieme alla confinante Carpineto Romano, dopo soli 7 giorni tornano le limitazioni e le chiusure e non manca la rassegnazione

È durata solo una settimana la “normalità” che di questi tempi vuol dire colore giallo a Colleferro e Carpineto Romano, le due cittadine che erano diventate zone rosse per la “scoperta” di alcuni casi di variante inglese del coronavirus. Dopo sette giorni, questa volta insieme a tutte le altre città e paesi del Lazio, si torna in zona rossa ed i cittadini dovranno rispettare le regole imposte dall’ultimo Dpcm.

Una situazione, soprattutto, per alcune fasce sociali e per alcune tipologie di negozi veramente difficile che porta ad un crescente sconforto. Il sindaco Sanna parla di una “sorta” di ingiustizia in considerazione del fatto che la gran parte della popolazione delle due cittadine, nelle settimane scorse, si è sottopososta alla campagna di “tamponamenti” a tappeto che ha dato buoni risultati.

Le parole del sindaco Sanna

“Da oggi saremo, come tutto il Lazio, in zona rossa.  Per noi colleferrini si tratta di una sorta di ingiustizia, dopo che 15 giorni di zona rossa ce li siamo fatti da poco, riportando buoni risultati nel contenimento del contagio e nella ricerca degli asintomatici.  Questo non significa che non si debbano rispettare le regole o che queste siano da intendersi più flessibili. Ci mancherebbe.

Noi siamo da sempre – scrive su fb il primo cittadino - una comunità ordinata e disciplinata, specialmente quando c’è di mezzo la salute di tutti; le regole le rispetteremo e le faremo rispettare. Comprendo però la sfiducia e la devastante amarezza di alcune categorie che a mio avviso hanno ragione. Non si può chiudere ripetutamente senza prevedere adeguati ristori. Per quanto potrà fare il comune (e lo farà subito come promesso, come anche la Regione) non sarà mai abbastanza per soddisfare esigenze riguardo le quali solo lo Stato potrebbe intervenire sul serio. Ad alcune categorie, le meno garantite, si è aperta una ferita un anno fa; il tema è che la ferita non guarisce mai del tutto ed ogni tanto si riapre e sanguina dolorosamente, allontanando così la speranza della guarigione definitiva tanto attesa. Un grande fardello economico e psicologico.

Il mondo preziosissimo della scuola soffre di nuovo in maniera pesante. I nostri ragazzi saranno segnati per lunghi anni dai sacrifici che oggi vengono chiesti anche ad essi e che pure fanno per il bene collettivo. Essi sono come delle piante a cui è toccata la sorte di crescere ed allignare proprio nel tempo in cui i venti si fanno più battenti.

Siamo vicini a chi soffre e sta male; sappiamo comunque che i sacrifici richiesti oggi servono affinché un numero sempre minore di cittadini si trovi a dover soffrire a causa del Covid domani.

Molti giovani ricoverati in ospedale

Molti giovani, anche della nostra città, sono ricoverati in ospedale smentendo la vulgata iniziale che ad aggravarsi molto fossero solo gli anziani. Speriamo di rivedere tra noi al più presto ogni concittadino ammalato e ricoverato. Il Covid è una brutta bestia e su questo non ci piove; lo sa bene chi ci è passato e chi a causa di essa ha perduto qualcuno di caro.

L’impegno nostro sarà quello del rispetto delle regole, della sopravvivenza come in una guerra; l’impegno di chi gestisce le “alte leve” dovrà invece essere tutto rivolto all’arrivo di vaccini ed anticorpi artificiali (se anche questi nuovi farmaci possano aiutare ce lo dirà la comunità scientifica). Se il secondo impegno non porterà risultati, il primo porterà a poco; sarà parco il guadagno nostro e soprattutto confinato nel tempo, se lo sforzo scientifico e soprattutto logistico dello Stato non darà risultati rispetto soprattutto all’aumento di dosi di vaccino.

E bene dirsi le cose come stanno ed essere pragmatici, siamo tutti stanchi e non vediamo l’ora che smetta di grandinarci sulla testa.  Detto ciò stringiamo ancora i denti e rimbocchiamoci le maniche; dimostreremo sempre di che pasta sono fatti i colleferrini”.

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