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Colleferro, al via il percorso per la beatificazione di Suor Maria Lilia

Nei giorni scorsi, presso la parrocchia di Santa Barbara, si è tenuto il primo di una serie di incontri per dare inizio, ma soprattutto per portare a buon fine la causa di beatificazione e canonizzazione di suor

Nei giorni scorsi, presso la parrocchia di Santa Barbara, si è tenuto il primo di una serie di incontri per dare inizio, ma soprattutto per portare a buon fine la causa di beatificazione e canonizzazione di suor

Maria Lilia, la fondatrice delle Suore Terziarie Francescane della Divina Provvidenza a Gavignano chiamate poi Suore Pie Operaie a Colleferro. All’evento fortemente voluto dal signor Mario Manciocchi che dal 1992 si muove per tale riconoscimento, hanno partecipato Don Ettore

Capra, l’avvocato specializzato in Diritto Canonico dott.ssa Trinchieri e il nipote di suor M.Lilia Carlo Mastacchini. Così, oltre all’intitolazione di una stradina e di un giardino pensile, è stata costituita un’associazione denominata “Maria Lilia” che sta per essere approvata e riconosciuta dal Vescovo di Velletri-Segni Apicella e che si propone come scopo, oltre alla diffusione delle opere, proprio la beatificazione.

Un’associazione che è aperta a tutti coloro che vogliono sostenere moralmente questa causa o che semplicemente vogliono approfondire la conoscenza della figura di suor M.Lilia nella sua grandezza di donna oltre che di mistica. Il sostegno di Monsignor L. Lepore, del sindaco Sanna, dell’Istituto Pie Operaie e di tanti cittadini di Colleferro ha permesso di rimettere in moto un meccanismo di recupero e ricordo di una figura così profetica ed incompresa.

Ci sono storie a noi molto vicine che meritano di essere rispolverate e portate alla luce dalla soffitta della dimenticanza e dell’oblio. Poche persone a Colleferro conoscono la vita di Suor M. Lilia che agli inizi del Novecento era addirittura chiamata la “Monaca santa” a cui si rivolgevano sofferenti, malati e anime disorientate. La scelta di non avere una divisa, ma di essere vestita come la gente, le permetteva di avvicinarsi anche alle persone senza fede e di evitare così i pregiudizi. In un momento storico difficile per una Chiesa trincerata nei dogmi e nei giudizi che si allontanava sempre più dal popolo, suor M. Lilia capì la necessità di un nuovo apostolato. Dalle tante testimonianze raccolte, la suora aveva dei carismi particolari: aveva avuto per un anno e mezzo le Stimmate visibili che le provocavano dolori e sanguinamenti; era apparsa in diverse situazioni in cui furono sventati gravi incidenti; aveva il dono di leggere il pensiero delle persone e soprattutto aveva predetto la sua morte. Fatti straordinari ed incomprensibili e proprio per questo non accettati da tutti.

All’entusiasmo dei credenti e di coloro che ne avevano fatta esperienza diretta, si contrapponevano gli scettici o coloro che pur avendo visto negavano. Ebbe molti oppositori che tormentarono la sua vita di donna e di suora: il peso che una donna straordinaria avrebbe potuto avere nell’ambito della Chiesa non era accettabile a prescindere. Fu accusata di inganno e di ossessione, di essere una visionaria e di facili costumi, eppure chi l’aveva conosciuta non poteva non percepire il senso di alto misticismo che la circondava. Esemplare la risposta ai suoi nemici: obbedienza ai superiori pur non condividendo una Chiesa fatta ormai solo di formalismi e pratiche, fede illimitata che la portava non solo ad accettare la sofferenza, ma addirittura a desiderarla come un dono. Il dolore fisico per un corpo molto provato, insieme con le delusioni e le angherie di una parte del clero, non minarono mai la sua forza d’animo. Una donna semplice nei modi, riservata, ma dotata di un’energia virile nei momenti opportuni.

Non bisogna essere credenti per capire che Suor M. Lilia è stato un personaggio carismatico, una donna al suo tempo rivoluzionaria soprattutto in seno alla Chiesa ed una religiosa devota, per quanto non sempre compresa. È cosa nota d’altronde, che in molti altri casi la Chiesa e i suoi rappresentanti non sono stati in grado di riconoscere figure di santità ed anzi, hanno applicato loro il più malvagio ostracismo.

Le ingiurie e le menzogne diffuse su di lei sono il destino di tutte le anime eccelse in un mondo di mediocrità.

A distanza di tanto tempo (è morta nel 1926) una rivalutazione della figura di suor M.Lilia anche da parte degli ambienti ecclesiastici, sta riportando alla luce la sua vita, affinchè le nuove generazioni possano conoscerla . Un progetto di ricerca sul “Santo Uffizio nel primo Novecento” coordinato dalla prof.ssa L. Billanovich e dal dott. B. Fassanelli dell’Università di Padova ed un articolo frutto di una relazione della dott.ssa R. Gentile dell’Università di Torino, ha riproposto il caso in un quadro di misticismo e nell’ambito della ricerca sui rapporti donne e sacerdoti - donne e inquisizione.

Il riconoscimento della grandezza di suor M. Lilia aldilà dei convincimenti religiosi personali, è un atto doveroso da parte della comunità colleferrina e non solo. La conoscenza della vita e delle opere di una figura così perseguitata è un atto di giustizia storica di cui tutti abbiamo la responsabilità.

Tiziana Onorati

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