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Colleferro, sul depuratore consortile indaga la magistratura. A rischio 1000 posti di lavoro?

La vicenda che stiamo per raccontarvi è per alcuni versi assurda ma purtroppo evidenzia gli aspetti peggiori della burocrazia italiana. E’una vicenda molto seria perche rischia di mettere in crisi non solo un intero comune, ma un’intera zona...

La vicenda che stiamo per raccontarvi è per alcuni versi assurda ma purtroppo evidenzia gli aspetti peggiori della burocrazia italiana. E’una vicenda molto seria perche rischia di mettere in crisi non solo un intero comune, ma un’intera zona, oltre 1000 lavoratori ed aziende di primordine.

Questa storia va avanti da alcuni giorni ma solamente da poco tempo abbiamo avuto le certezze necessarie per raccontarvela. In pratica a Colleferro è stato avviato un procedimento giudiziario sul depuratore consortile di corso Garibaldi (quello che si incontra entrando in città subito di fronte alla zona Commerciale di Valle sette Due) da parte del tribunale di Velletri in quanto vi sarebbe un vizio formale su delle autorizzazioni che mancherebbero. Questa vicenda, ripetiamo strettamente formale-amministrativa, che non ha nulla a che fare con l’inquinamento in quanto da questo punto di vista dovrebbe essere tutto apposto, è molto complessa ed ora cercheremo di spiegarvela e riguarda solamente la parte industriale e non quella pubblica (comunale).

Questo depuratore si trova su un terreno di proprietà della Se.Co.Sv.im ed è gestito dalla società che gestisce anche l’acquedotto della SNIA, ma il terreno si trova in un sito di interesse nazionale (SIN) e prende le acque industriali dell’AVIO, della centrale Termica, dei due inceneritori, le acque domestiche degli abitanti dello scalo e quelle provenienti dalle attività di bonifica.

In pratica tutte le aziende che scaricano nel depuratore sarebbero in regola con le autorizzazioni d’impatto ambientale (AIA) ma ne mancherebbe un’altra del depuratore stesso e per questo il magistrato di Velletri, famoso già in zona per aver fatto chiudere molti altri depuratori, avrebbe fatto muovere l’ARPA per fare tutte le verifiche del caso. Ora la “patata bollente” è tornata in mano al magistrato che a giorni dovrebbe decidere sul futuro del depuratore stesso.

Ovviamente, chiudere un impianto del genere provocherebbe delle conseguenze gravissime con lo stop delle mega aziende che danno lavoro a circa mille dipendenti e significherebbe bloccare un’intera zona che da Colleferro abbraccia il Nord della Ciociaria e l’Area Casilina. Nei prossimi giorni cercheremo di approfondire la notizia e vi terremo aggiornati.

(Nostra esclusiva. Vietata la riproduzione senza previa autorizzazione)

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