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Colleferro

Le criticità degli ospedali a sud della Capitale descritte alla consigliera Bonafoni

Nei giorni scorsi c'è stato l'incontro con la rappresentate regionale con i delegati del comitato per i nosocomi di Colleferro, Tivoli, Subiaco e Palestrina

L'Assemblea di Palestrina, Tivoli, Subiaco e Colleferro ha promosso nei giorni scorsi un incontro con la consigliera regionale Marta Bonafoni. Due ore intense di riunione presso l'ospedale di Tivoli per parlare delle criticità della sanità regionale in particolare di quelle presenti nelle strutture sanitarie facenti capo alla ASL RM5.  A rappresentare le annose questioni dell’ospedale “L. P. Delfino”, il neo eletto presidente del Tribunale dei Diritti del Malato per la sezione di Colleferro, Dott. Sandro Sbrighi. Il nosocomio colleferrino rientra nella ASL RM5 e soddisfa il bacino di utenza della valle del Sacco, circa 130 mila abitanti, essendo posto a confine tra le province di Roma e Frosinone.

Le difficoltà del nosocomio colleferrino

Il Dott. Sbrighi ha tracciato un quadro su come, anche a Colleferro, come in tutta la sanità pubblica locale, il personale amministrativo, sanitario e gli addetti alle pulizie da anni vanno avanti tra mille difficoltà pur di garantire la giusta assistenza ai pazienti, nonostante l’Azienda ospedaliera non tenga in alcun conto le loro problematiche. "Gravi i danni subiti dalla struttura ospedaliera di Colleferro - spiega il Dott. Sbrighi – con la chiusura di vari reparti, ormai nota, e il sottoutilizzo della Nuova Ala, completata nel 2015, costata 15 milioni di € e 7 anni di lavori. Questa prevedeva l’offerta di nuovi servizi nei seguenti reparti: “otorinolaringoiatria, con 4 posti letto, chirurgia generale con 29 posti letto, quattro piani per circa 800 mq”; inserimento nella rete dell’emergenza sull’ictus e sulle problematiche neurovascolari, con team specializzato, la telemedicina, e il reparto di psichiatria”.

L'assenza della regione lazio

"Oggi constatiamo  - spiegano in una nota Gabriella Collacchi e Ina Camilli, Portavoce e Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro, Coordinamento territoriale - che, rispetto a questo progetto, è mancata totalmente la presenza dell’Ente Regione e dei Comuni (Sindaci e Assessori alla sanità). Grave anche la latitanza dell’Amministrazione sanitaria (Cabina di Regia e Direttore Generale Asl). Non è possibile garantire una buona sanità se gli Amministratori eletti ed aziendali si limitano a “spostare” i dipendenti come fossero pedine, da un ospedale all’altro, da un reparto all’altro, solo per far credere di aumentare l’organico! Nei reparti di chirurgia ed ortopedia sono stati trasferiti 4 medici e ne sono stati riassegnati solo 3 (con quale tipo di contratto?). In sostituzione di 2 anestesisti ne è stato incaricato 1. Finora molti medici hanno rinunciato perché si tratta di contratti a tempo determinato con il vincolo di 2 anni!"

La carenza di organico nei reparti

"Quasi tutti i reparti sono sotto organico e privi di primario e/o di sostituti facenti funzione. Molti pazienti si trovano di fronte a sospensioni selvagge, vedi diabetologia,  pneumologia, ortopedia; epatologia e Malattie infettive. Estremamente carente l’assistenza materno-infantile, dopo il trasferimento nel 2015 dei reparti. Pare che sia disponibile una sola ambulanza, ovviamente senza medico a bordo. La fila al Pronto soccorso è dovuta, in parte, alla indisponibilità di un numero congruo di barelle (integre), ma quella donata all’inizio del 2017 da una associazione di Colleferro è accantonata in una stanza inutilizzata. Non c’è la copertura radiologica di notte, che fa riferimento all’ospedale di Tivoli. Non c’è la risonanza magnetica, né il centro trasfusionale. Il 5 novembre 2017 dal controsoffitto del pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro sono caduti dei calcinacci per una infiltrazione di acqua piovana. Ci giunge notizia che per indisponibilità del fondo apposito gli straordinari e le ferie al personale medico dell'ASL RM5 sono bloccati. Ciò provocherà un'ulteriore diminuzione delle sedute operatorie in tutti i presidi ospedalieri. Queste criticità sono più che note ai responsabili e derivano dal fatto che il personale andato in pensione non è stato sostituto e gli organici sono la metà di quelli necessari. A Palestrina, per esempio, si prevedono solo due sedute operatorie a settimana e questo si prefigura come interruzione di pubblico servizio! E' stato rammentato alla consigliera regionale l'elenco delle promesse fatte dalla Regione Lazio ai Sindaci della Valle del Sacco a seguito della chiusura dei reparti. Promesse non mantenute e che i gli stessi Sindaci non chiedono di onorare, come non si sono opposti al Decreto Zingaretti sulla riorganizzazione delle rete ospedaliera!"

Anche da Tivoli, Palestrina e Subiaco arrivano pessime notizie

"Contro il DCA Zingaretti di luglio 2017, che sterilizza l’ospedale perché preclude ogni suo potenziamento e che tanto abbiamo avversato nelle piazze della valle del Sacco ad ottobre, abbiamo presentato ricorso al Tar del Lazio”, prosegue il Dott. Sbrighi.I rappresentanti di Tivoli, Palestrina e Subiaco hanno poi mosso le loro critiche; il problema è lo stesso per tutti: assenza di una strategia per governare i bisogno di salute e fallimento della politica aziendale per quanto riguarda il rispetto dei diritti del cittadino, senza tralasciare la mancata comunicazione e confronto con la Direzione generale. L’ipotesi poi di commissariare la ASL RM5, dando incarico al Direttore Generale della RM4, che manterrebbe l’attuale più quello di Commissario, non è la scelta giusta, non certo per le capacità del Dott. Quintavalle, quanto per il fatto che questo territorio richiede un impegno esclusivo".

L’incontro si è concluso con l’intesa che la consigliera Bonafoni chiederà un incontro alla Cabina di Regia per consentirci di rappresentare quanto emerso dal confronto. Auspichiamo che non sia una attesa inutile, anche questa volta, e che tale momento arrivi presto, perché temiamo il collasso del nostro ospedale e dei servizi ai cittadini, già così poco efficienti ed utilizzabili.
 

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