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Giovedì, 25 Aprile 2024
Colleferro

Milano, debutto record in borsa per l'Avio di Colleferro. Ecco cosa c'è dietro il grande passo

Il 10  aprile è un’altra data storica per l’Avio di Colleferro. Dopo i successi degli ultimi 4 anni con i lancia perfetti del Vega e con la fornitura dei motore dell’Ariane 5, ieri

Il 10 aprile è un’altra data storica per l’Avio di Colleferro. Dopo i successi degli ultimi 4 anni con i lancia perfetti del Vega e con la fornitura dei motore dell’Ariane 5, ieri

l’azienda guidata dall’AD Giuliano Ranzo è stata quotata in borsa ed a fare da testimonial di eccezione c’era l’astronauta Samantha Cristoforetti che aveva “battezzato” anche il primo lancio del Vega nel febbraio 2013. Un esordio stellare con la società aerospaziale che ha chiuso la giornata con un rialzo del 6,6% a 13,40 euro con punte del 10%.

«È la prima volta al mondo che un produttore di lanciatori spaziali si quota in Borsa. Siamo una public company tecnologica, con oltre 100 anni di storia,», ha detto oggi l'ad della società Giulio Ranzo dopo il suono della campanella che ha dato il via alla giornata di Borsa e dopo aver definito una delle «eccellenze italiane».

ll debutto in Borsa dell'azienda di Colleferro, tra i principali fornitori dell'Agenzia spaziale europea, non è stato preceduto da un'ipo (offerta pubblica iniziale) tradizionale. Nella compagnia aveva investito infatti lo scorso ottobre la società di investimento Space 2 di Sergio Erede e Gianni Mion. L'operazione di quotazione tecnicamente ha preso quindi la forma di un "reverse merger", cioè una fusione di Avio nel veicolo di investimento Space 2, che era già quotato sul mercato, che ha poi preso il nome della società aerospaziale. La società di investimento di Erede e Mion aveva scommesso sul successo di Avio rilevandone il controllo dai fondi Civen insieme a Leonardo (azionista della società fin dal 2003).

Una gioia immensa, quindi, anche per il futuro occupazionale della città di Colleferro dove ha sede una delle fabbriche più avanzate al mondo in cui lavorano oltre 850 tecnici ad altissima specializzazione, calamita di cervelli da tutto il mondo. E' l'Avio di Colleferro che permette all'Italia di appartenere al ristrettissimo club di nazioni in grado di portare nello spazio i satelliti senza i quali non è nemmeno concepibile la nostra vita di tutti i giorni. E quella del futuro. Un orgoglio che lega gli abitanti di Colleferro da tre generazioni, prima con i booster per Ariane e quindi con Vega, abituate a vedere il nome della loro cittadina legato a imprese spaziali. Pure Colleferro è, insomma, quotata in Borsa: e non è solo una metafora perché numerosi dipendenti hanno comprato il 4% della società che ha fra i suoi clienti anche Google.

“Accelerare gli investimenti di sviluppo e di crescita, e una maggiore visibilità per l’azienda” sono gli obiettivi dell’operazione secondo l’amministratore delegato Giulio Ranzo. È stata Leonardo-Finmeccanica ad annunciare il closing dell’operazione di acquisto, insieme a Space2 e In Orbit, dell’intero capitale dell’azienda specializza in vettori spaziali non già posseduto dall’ex Finmeccanica. L’ulteriore quota acquisita dal gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo corrisponde al 27% di Avio, per un esborso di circa 43 milioni di euro. “Ci attendiamo dall’investimento di Leonardo un rinnovato interesse a supportare la strategia di partecipazione al settore dei lanciatori europei, Ariane e Vega”, dice Ranzo. Stipulato l’atto di fusione di Avio in Space2, special purpose acquisition company (Spac) già quotata sul mercato, manca ora solo l’approdo in Borsa, nello specifico sul Mercato MTA/segmento Star. Ad acquisire l’azienda, oltre a Space2 e Leonardo, è stata anche In Orbit, società detenuta da alcuni manager di Avio intenzionati ad entrare nella compagine azionaria. “La condivisione del rischio con gli azionisti – spiega il capo azienda di Avio – significa un totale allineamento di interessi e una garanzia di continuità delle competenze specifiche del settore”. “Il rapporto di cambio è stato determinato in 0,0402 azioni Space 2 per ogni azione Avio, tenendo conto dell’apporto da parte di Space2 di una dotazione di cassa pari a circa 64 milioni di euro”, spiega la nota del gruppo di piazza Monte Grappa. Secondo i piani di Ranzo, tali numeri serviranno a consolidare la posizione internazionale della società: “Questa operazione dà all’azienda una maggiore disponibilità per poter essere apprezzata da un numero sempre maggiore di clienti a livello mondiale”.

Nel frattempo, Avio è già al lavoro sulla nuova famiglia europea di lanciatori. “I progetti del P120 (ndr, motore in fibra di carbonio recentemente presentato) e del Vega C sono la prossima sfida che stiamo affrontando”, ricorda l’ad. “I progetti sono in linea con i tempi previsti, Vega C volerà nel 2019 e Ariane 6 nel 2020”. Tra le sfide da affrontare, ci sono però anche quelle che arrivano da oltreoceano. Poche settimane fa, SpaceX ha portato a termine con successo il suo primo lancio effettuato con un primo stadio del Falcon 9 utilizzato già nell’aprile 2016. Ci sono progetti per la reusability anche in Avio? “Abbiamo in programma lo sviluppo di molte nuove tecnologie rivoluzionarie, ma non riveliamo ancora su quali fronti in particolare”. “Nel nostro settore – aveva detto Ranzo recentemente – la competizione internazionale sta aumentando molto, quindi è necessario realizzare prodotti con costi contenuti e performance superiori”. Tra questi prodotti c’è sicuramente il grande P120C, nuovo motore a propulsione solida che equipaggerà sia Ariane 6 sia Vega C e che sarà sviluppato da Europropulsion (joint venture tra Avio 50% e Asl 50%). “Realizzare grandi motori in fibra di carbonio consente di risparmiare quali il 40% il peso delle strutture e quel peso che si risparmia si utilizza per portare satelliti, è chiaro che questo si traduce in un minor costo per lanciare, a favore dei clienti finali”

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