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Valle del Sacco, contratto di fiume: le associazioni promotrici chiedono un cambio di passo

La politica dopo la "caduta" del primo cittadino di Anagni è ferma su questo problema

Il Contratto di Fiume per il Sacco è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata per la tutela, la corretta gestione della risorsa idrica e la valorizzazione del territorio del Bacino fluviale del Sacco, in larga parte coincidente con il perimetro del SIN.

Dopo il manifesto di intenti il nulla

"Dalla proposta iniziale di Legambiente, presentata durante il convegno di Anagni del 10 aprile 2015, si è giunti, dopo molti successivi incontri, alla sottoscrizione del Manifesto di Intenti, firmato il 5 maggio 2017, da parte delle scriventi associazioni promotrici – Legambiente Lazio, ReTuVaSa e Pulliano  da 18 sindaci (Anagni, Paliano, Ceprano, Acuto, Patrica, Serrone, Sgurgola, Falvaterra, Arce, Piglio, Colleferro, Carpineto Romano, Valmontone, Gavignano, Morolo, Fumone, Segni e Ferentino), oltre che dalla Coldiretti, alla presenza di rappresentanti tecnici e politici della Regione Lazio. Ai firmatari iniziali si sono poi aggiunte altre amministrazioni comunali, il CNR, l’Università del Lazio Meridionale e l’Associazione Pescatori Laziali. Siamo solo all’inizio del percorso di impostazione del Contratto di Fiume che si articola in diverse fasi, descritte sinteticamente di seguito: 1. Condivisione di un Documento d’Intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi generali, (…) La sottoscrizione di tale documento da parte dei soggetti interessati dà avvio all’attivazione del CdF; 2. Messa a punto di una appropriata Analisi Conoscitiva preliminare integrata sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF, (…) Tra le finalità dell’analisi vi è la definizione e/o valorizzazione di obiettivi operativi, coerenti con gli obiettivi della pianificazione esistente, sui quali i sottoscrittori devono impegnarsi;  3. Elaborazione di un Documento strategico che definisce lo scenario, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio;  4. Definizione di un Programma d’Azione (PA) con un orizzonte temporale ben definito e limitato , indicativamente di tre anni (…) 5. Messa in atto di processi partecipativi aperti e inclusivi che consentano la condivisione d’intenti, impegni e responsabilità tra i soggetti aderenti al CdF ; 6. Sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti;  7. Attivazione di un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti. 8. Informazione al pubblico. I dati e le informazioni sui Contratti di Fiume devono essere resi accessibili al pubblico (…)  attraverso una pluralità di strumenti divulgativi, utilizzando al meglio il canale Web.

Quando la cabina di regia?

Lo scorso 30 marzo a Ceprano si è tenuta la prima riunione della assemblea del contratto di fiume che avrebbe dovuto rappresentare un primo passaggio operativo, con l’indicazione da parte di ciascun Ente firmatario dei soggetti responsabili per l’attuazione e con la conseguente definizione degli organi propri dell’Assemblea del Contratto di Fiume: la Cabina di Regia e il Comitato Tecnico-Scientifico.

Comuni assenti e pieni di boria

"Purtroppo, a fronte di una massiccia presenza delle associazioni e della Regione, si deve registrare la poca partecipazione delle amministrazioni Comunali. Solo 4 comuni su 20 -  scrivono ancora i rappresentanti delle associzioni ambientaliste - hanno ritenuto di inviare un proprio rappresentante, rendendo pressoché inefficace l’assemblea. Continueremo ad esercitare una pressione sulle amministrazioni perché siamo convinti che il Contratto di Fiume per il Sacco offra uno strumento innovativo ed efficace, per reagire ai mali del nostro territorio sempre più vulnerabile e bisognoso di bonifica oltre che di manutenzione. Vogliamo contribuire a superare la logica dell’emergenza mettendo in campo una politica integrata e partecipata che coinvolga tutti i soggetti interessati, per una prevenzione attiva che potrebbe avere conseguenze positive anche sul piano economico. La politica deve fare la sua parte. Alla Valle del Sacco non servono buone intenzioni o foto ricordo, ma fatti concreti per restituire la dignità e la speranza che spettano ai suoi cittadini".

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