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Martedì, 16 Aprile 2024
Valle Del Sacco

Coronavirus, lo sfogo del giovane sindaco contro la Asl: “manca il tracciamento dei positivi. Situazione fuori controllo”

I casi delle persone positive nel cuore della seconda ondata continuano a salire ma il sistema dei tamponi con tempi di risposta troppo lunghi lascia troppe perplessità

“Che qualcosa nella Direzione Generale della nostra Asl di competenza non stia funzionando come dovrebbe nella gestione dei tamponi, nel tracciamento dei positivi e nel servizio di informazioni ai Sindaci mi pare piuttosto evidente e noto pressoché a tutti”. Questo l’incipit dello sfogo lasciato su facebook dal sindaco di Carpineto Romano, nel sud della provincia romana su monti Lepini, dopo le tante proteste di questi ultimi giorni ed in considerazione del fatto che anche in queste zone il numero dei positivi al Covid-19 sta salendo al livelli impressionanti.

“Quello che posso dire io, - prosegue poi Stefano Cacciotti - in base anche all’esperienza avuta nella gestione della fase più acuta della pandemia tra marzo e aprile, è che gestire un’emergenza sanitaria di tali dimensioni in queste condizioni è folle e pericoloso. Qui siamo arrivati al punto che i Sindaci, ovvero le massime autorità sanitarie locali, non vengono più messi a conoscenza dalla Direzione Generale della Asl Roma 5 sullo stato reale di salute dei loro cittadini.

Qui siamo arrivati al punto che il contact tracing, ovvero l’attività di ricerca e gestione dei contatti, lo stanno facendo i medici di base e il sottoscritto. Fatti di una gravità inaudita che, lo ribadisco, stanno esponendo le nostre comunità a un elevato rischio di contagio.

Per rendere l’idea vi riepilogo quanto sta accadendo nel nostro paese.

Nonostante sia stato messo al corrente di più positività da parte dei medici di base o degli stessi cittadini, ad oggi la Direzione Generale della Asl Roma 5 me ne ha comunicate ufficialmente solo due: ho contattato le persone interessate (come ho sempre fatto dall’inizio dell’emergenza per sincerarmi delle loro condizioni di salute) ed è emerso che tra gli amici, familiari e conoscenti stati a contatto con loro nei giorni antecedenti, nessuno è stato chiamato dalla Asl per il famoso contact tracing, con la conseguenza che molti potenziali positivi, ignari della loro condizione, hanno continuato a condurre una vita normale fino a che non sono stati avvisati, dai cittadini stessi o dai loro medici di base, che sarebbe stato opportuno fare un tampone.

Si recano così al drive trough di Colleferro per il tampone antigenico: se negativo tornano a casa, se positivo vengono sottoposti seduta stante al tampone molecolare. Ed è in questo secondo caso che si verifica il più grande cortocircuito: gli esiti dei molecolari non arrivano se non a distanza di giorni o, in alcuni casi, settimane lasciando i cittadini in preda all’incertezza e talvolta al panico più totale, la rete dei contatti esposta a un grave rischio di contagio e le Istituzioni prive di strumenti per contrastarne la diffusione del territorio.

Le scelte future con gli altri sindaci

Ora con gli altri sindaci del territorio (che ovviamente la pensano come quello di carpineto ndr) ci stiamo riservando la possibilità di fare determinate scelte e compiere determinati passi, condivisi e nell’interesse generale delle nostre comunità: segnaleremo innanzitutto la carenza del personale degli uffici della Asl di Colleferro alla quale è stata tolta centralità rompendo una macchina che durante il lockdown aveva funzionato abbastanza bene.  Perché anche noi siamo stati chiamati a fronteggiare il virus in prima linea e farlo senza gli strumenti adeguati rischia di rende ogni sforzo vano se non addirittura rischioso”.

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