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Coronavirus, il Dg replica alle polemiche: "il paziente 76 enne morto non poteva essere intubato"

Dopo l’uomo deceduto ad Olevano Romano è di queste ore la notizia della morte di un anziano di Palestrina che sui social ha scatenato molti commenti riguardo la mancata entrata in funzione del reparto di terapia intensiva

Nel giro di neanche 24 ore il numero dei morti a causa del coronavirus nell’ampia zona a sud di Roma tra i prenestini e l’area Casilina raddoppia e da un decesso si arriva a due, portando il totale a tre con la morte del 35 enne di Cave che aveva suscitato molto clamore, per la giovane età del ragazzo e per il fatto che dall’autopsia era emerso che non aveva nessuna malattia pregressa.

Il morto di covid-19 ad Olevano Romano

Nella giornata di lunedì 31 marzo il sindaco di Olevano Romano, cittadina ai confini con il nord della Ciociaria, Umberto Quaresima aveva comunicato la morte di un anziano che era stato tra i primi ad essere risultato positivo al Coronavirus.

L’anziano morto a Palestrina

Oggi invece, il secondo decesso si registra a Palestrina e si tratta, come comunicato ancora una volta dal primo cittadino Mario Moretti, di un altro anziano di ultrasettantenne residente in una frazione periferica della città e che era ricoverato nell’ospedale Coniugi Bernardini che proprio in questi giorni è diventato Covid Hospital.

Aggiornamento alle 12 e 20 di giovedì 2 aprile 

Le parole del Dg Santonocito

“In ordine al decesso di un paziente a Palestrina mi vedo mio malgrado a dover intervenire perché si sono registrate sui social squallide polemiche che, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, non trovano giustificazioni etiche. Il povero signore di 76 anni - dichiara il Direttore Generale della ASL Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito - che si è spento alle 4.40 di ieri mattina è morto a causa di gravissime patologie pregresse aggravate certamente dalla positività al Covid. Personalmente ho avuto relazioni sanitarie prima e dopo il decesso del paziente, come accade in questi giorni per tutti i pazienti con quadro clinico compromesso e in rapida ingravescenza.

Dalla relazione sanitaria è emerso che il paziente non poteva e non doveva essere intubato. Mi trovo qui a dover ribadire che i posti letto di rianimazione presso l’ospedale Covid di Palestrina attivati fin da subito sono 2 e che nella giornata di oggi se ne apriranno ulteriori 2. Purtroppo sterili polemiche intaccano la serenità dei sanitari, medici, infermieri e operatori coraggiosi a cui dobbiamo tutta la nostra stima e riconoscenza. In coscienza null’altro poteva essere fatto per il paziente che è deceduto in questa orrenda battaglia che tutti noi stiamo combattendo”.

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