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Inquinamento Valle del Sacco, prima udienza in Corte Costituzionale

In queste ore si è aperta la nuova fase processuale per disastro doloso, ma c'è il rischio che sopraggiunga la prescrizione

Dopo il servizio del programma mediaset “Le Iene” di domenica scorsa l’annoso problema dell’inquinamento della Valle Del Sacco, l’ampia zona che comprende 18 comuni tra le provincie di Roma e Frosinone, è tornato alla ribalta nazionale a due anni, dal 19 novembre 2015, quando il Tribunale di Velletri nella persona del Giudice Dott. Mario Coderoni, per il Processo Valle del Sacco inquadrato come disastro colposo, aveva accolto l’istanza della difesa sulla legittimità costituzionale dell’art. 157 comma 6 codice penale (ex. Legge Cirielli) e rimandato la decisione in Corte Costituzionale che ha aperto il procedimento in udienza pubblica nella giornata di ieri 21 novembre 2017.

I tempi di prescrizione

“La materia del processo iniziato in questi giorni – spiegano i rappresentanti della Rete per la Tutela della Valle del Sacco - abbastanza complessa sulla quale riprendiamo la nostra interpretazione di allora. Prima della Legge ex Cirielli il disastro doloso prevedeva tempi di prescrizione di 12 anni elevabile a 15 anni per la presenza di atti interruttivi; quello colposo era di 6 anni elevabile a 7 anni e 6 mesi. Con l’introduzione del comma 6 la prescrizione diventa di un massimo di 15 anni per entrambi i reati. Con la Legge ex Cirielli i termini di prescrizione sono stati resi univoci per entrambi i tipi di reato e ciò può andare a travalicare il principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione e questa è stata l’eccezione della difesa. Di fatto le vicende oggetto del presente processo si pongono a cavallo tra le due discipline della prescrizione succedutosi nel tempo, tra il 2005 e il 2008, prima e dopo la Legge ex Cirielli. Per quanto riguarda la condotta degli imputati se la Corte Costituzionale dovesse dichiarare illegittimo il comma 6 dell’articolo 157, i termini di prescrizione tornerebbero a 7 anni e 6 mesi, di conseguenza i reati sarebbero prescritti, anche quelli con condotta colposa del 20082".

I rischi di un cambio del giudice 

“Qualora la Corte Costituzionale – continuano i rappresentanti di RETUVASA - decidesse di accogliere l’istanza della difesa il processo decadrebbe per decorrenza dei termini di prescrizione, in caso diverso potrebbe essere ripreso seppur con altri rischi come ad esempio un cambio di Giudice che porterebbe automaticamente l'intera istruttoria dibattimentale ad essere rinnovata e in quel caso i termini di prescrizione non sarebbero sospesi, come invece è accaduto nel 2015 con il rimando alla Corte Costituzionale. Auspicandoci che il processo possa riprendere ed essere portato a termine al primo grado di giudizio, ci sarà da valutare se non sia davvero il caso di trasferire le azioni delle parti civili nella sede a loro deputata, vale a dire il Tribunale civile, anche nei confronti di soggetti che non sono stati minimamente sfiorati dalle indagini, ma che hanno certamente una grande responsabilità per quanto i cittadini della Valle del Sacco hanno dovuto subire”.

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