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Martedì, 16 Aprile 2024
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Piglio, contratto scaduto da un anno per la società che raccoglie i rifiuti ma nessuno fa nulla

Il contratto tra la T.A.C. Ecologica s.r.l. e il Comune di Piglio è scaduto da circa un anno (Febbraio 2014) ma il Comune di Piglio ancora non si decide di indire una nuova gara europea.

Il contratto tra la T.A.C. Ecologica s.r.l. e il Comune di Piglio è scaduto da circa un anno (Febbraio 2014) ma il Comune di Piglio ancora non si decide di indire una nuova gara europea.

Questo perché…? Cosa aspetta la Civica Amministrazione? Se lo chiedono i pigliesi i quali oltre ad essere penalizzati con il disservizio (porta a porta) sono costretti a pagare un prezzo esoso benché avessero nel proprio territorio un mega “Centro di Trasferenza”, situato proprio lungo la strada del Cesanese.

Gli stessi pigliesi si chiedono: che fine farà “Il Centro di Trasferenza di Piglio” qualora la T.A.C. Ecologica srl non riuscisse a vincere la gara europea?

Due domande secche che meritano dal Palazzo precise risposte.

IL CENTRO DI TRASFERENZA DEI RIFIUTI URBANI COMPIE 18 ANNI. MA ALLE FAMIGLIE DI PIGLIO NON HA PORTATO ALCUN BENEFICIO

Correva l’anno 1997 quando Piero Badaloni, Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta costituito per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di: “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice.

Il centro di raccolta di “Casa Zompa” a Piglio, era stato oggetto anche di una interrogazione presentata dall’on. Panetta ai Ministri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole. Panetta nella sua interrogazione pone l’attenzione sul fatto che: “nel 1973 il Presidente della Repubblica riconosceva per decreto, al vino “Cesanese del Piglio”, la denominazione D.O.C. e tra le premesse a base della concessione si faceva chiaro riferimento al mantenimento delle condizioni ambientali, che dovevano rimanere inalterate (art. 4); nel 1988 il Comune di Piglio individuava nella zona “Casa Zompa” il luogo per la raccolta dei rifiuti di questo comune; che dopo vari atti amministrativi del Comune di Piglio e della Regione Lazio il luogo della discarica veniva confermato, provocando l’esposto da parte degli abitanti della zona alla Procura della Repubblica di Frosinone ed al Ministro dei Lavori Pubblici, che in risposta forniva una nota del 15 Novembre 1996 del Genio Civile in cui si comunicava di non aver mai concesso alcuna autorizzazione ed invitava l’amministrazione comunale ad adottare i provvedimenti conseguenti; tutto ciò premesso, poiché con ordinanza n° 77 dell’Ottobre 1997 il Presidente della Regione Lazio ribadiva l’individuazione della stazione di trasferenza dei rifiuti di Casa Zompa per la razionalizzazione del trasporto dei rifiuti destinati all’impianto di Colfelice, si chiede ai Ministri interrogati quali provvedimenti si intendano adottare per la salvaguardia del territorio in primis e della salvaguardia del marchio “Cesanese del Piglio” e dell’economia ad esso collegata”. F.to Panetta.

Anche il consigliere regionale di Forza Italia Antonello Iannarilli, nell’Aprile ‘97 aveva chiesto al Presidente della giunta Regionale Piero Badaloni e all’assessore all’Utilizzo, Tutela e Valorizzazione delle risorse ambientali, la revoca dell’ordinanza n° 26 del Febbraio 1997. Iannarilli nella sua interrogazione poneva l’attenzione sul fatto che “la realizzazione della stazione di trasferenza dei rifiuti solidi urbani in una località a vocazione agricola, in cui si produce vino doc, era lesiva dei diritti della cittadinanza e nociva all’ambiente, che andrebbe, invece, protetto, salvaguardato e tutelato soprattutto dall’Ente Regione”.

Il consigliere regionale Iannarilli nello scrivere a Badaloni dichiarava che “risulta poco trasparente l’iter amministrativo seguito dal Comune di Piglio che, senza alcun atto deliberativo e solo per volontà del sindaco, ha accettato, dopo averla proposta, l’attivazione del centro di trasferenza al quale non risultano essere state rilasciate le previste autorizzazioni e/o concessioni dagli organi preposti e che, anzi, i manufatti già realizzati risultano, agli atti, abusivi”. Iannarilli inoltre faceva presente a Badaloni che “insufficienti, contraddittorie e superficiali risultano le relazioni dei tecnici incaricati di esaminare e studiare l’area individuata dal Comune di Piglio, area di proprietà di una ditta a suo tempo scelta, senza procedere nè a gare, nè a trattative di sorta” . Dulcis in fundo, Iannarilli rincarava la dose con l’affermare che “ il terreno in questione, sede di una falda acquifera, risulta ricco di emergenze superficiali, sino ad oggi utilizzate per i vigneti ed il cui inquinamento arrecherebbe danni irreparabili al territorio ed alla sua economia”.

Per la cronaca, il centro di trasferenza era stato posto sotto sequestro dalla Magistratura di Frosinone, in data 20 Maggio 1997 dal Dott. Saverio Francesco Musolino. Il copioso fascicolo aveva richiesto approfondimenti volti ad individuare le molte zone di ombra che avevano contraddistinto l’iter burocratico. L’indagine era stata condotta dal GIP presso la Procura Circondariale di Frosinone che, in data 23 Luglio 1997, aveva revocato il sequestro. Una delle domande che antecedentemente all’Ordinanza Regionale circolava tra la cittadinanza pigliese era questa: “Come si è giunti ad individuare Piglio come centro di trasferenza in contrapposizione alle decine e decine di industrie sorte nell’area di Colleferro, Anagni e Ferentino, poi dismesse, e che potevano egregiamente servire alle bisogna senza pregiudicare la zona agricola DOC del Cesanese?”

Nel contempo, la minoranza comunale di Piglio, nel Giugno 1997, aveva chiesto un consiglio comunale straordinario, che era stato disertato, dopo l’apertura, dalla maggioranza. I rappresentanti di minoranza avevano quindi inoltrato al Prefetto di Frosinone un esposto, chiedendo di indagare sulla pretestuosità dell’abbandono lasciando così ancora più ombre sull’operato della civica amministrazione.

I consiglieri di minoranza Neccia, Salvatori, Ceccaroni e Lucidi volevono conoscere tutta la verità sull’iter amministrativo burocratico dell’intera vicenda e sulla scelta dell’area ed avevano inoltrato nel mese di Maggio un esposto alla Procura di Frosinone successivamente rigettato. Sul fronte dei “no”, contrari al Centro di trasferenza dei rifiuti a Piglio, oltre la gioventù pigliese, che aveva manifestato il 23 Maggio sfilando in corteo con striscioni lungo le vie del paese, c’era stata anche la presa di posizione della “Cantina sociale Cesanese di Piglio” e del CODACONS, area metropolitana di Roma, che aveva inviato al Comune di Piglio una nota, in occasione del consiglio comunale del 4 Aprile ‘97., con la quale si auspicava che “qualsiasi decisione fosse presa dal consiglio comunale, nel rispetto delle risorse ambientali e delle produzioni tipiche della zona”.

Anche il rappresentante locale di Italia Nostra, Giorgio Alessandro Pacetti, nel “cahier de doleances” Dossier sul “Centro di smistamento e di trasferimento rifiuti solidi ed urbani in località Casa Zompa”, faceva rilevare l’aggravarsi della già precaria situazione viaria dovuta al forte flusso di automezzi pesanti sulla Provinciale Piglio-Anticolana, con il conseguente maggior dissesto totale dell’arteria ed inevitabili disagi per gli abitanti delle contrade interessate.

Ma mentre a Piglio si polemizzava e si parlava senza concludere nulla, a Roma, invece, il Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al Dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice, e che i lavori di realizzazione dovranno essere completati entro 90 giorni dal presente provvedimento”. Al di là della storia del Centro di trasferenza di “Casa Zompa” quale beneficio ha portato alle famiglie di Piglio, avendo la pattumiera a (Km 0)? Nessuno!!! Si pensava almeno ad una riduzione delle aliquote TARSU, rispetto agli altri paesi del circondario. Purtroppo anche questo è stato precluso ai pigliesi.

Giorgio Alessandro Pacetti

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