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Venerdì, 19 Aprile 2024
Valle Del Sacco

Rifiuti, le polemiche non vanno in vacanze. I Cinque Stelle parlano di bomba ecologica e Calamita smonta il “gomblotto”

I grillini hanno definito il nascente consorzio sovra comunale una “bomba ecologica” ma ancora non sono stati in grado di proporre delle alternative concrete

Le polemiche sui rifiuti non vanno in vacanza neanche la settimana Ferragosto. Questa volta ad “accendere” gli animi sono gli esponenti del Movimento Cinque Stelle delle comuni a sud di Roma, monti Lepini e nord della Ciociaria che replicano, di fatto, alla protesta dei sindaci della settimana scorsa che avevano preso di mira soprattutto la politica della Raggi sui rifiuti. Gli stessi arrivano a definire il nascente consorzio sovra comunale Minerva come una “Bomba Ecologica” in quanto per completare il ciclo avrà bisogno di impianti a biogas per lo smaltimento dell’umido. Ai pentastellati replica l’assessore all’ambiente del comune di Colleferro che parla di gridi senza senso al “gomblotto” solo per attirare l’attenzione senza che però si entri nel dettaglio tecnico degli impianti.

La nota dei Cinquestelle

“Cittadine e Cittadini, sicuramente anche Voi, insieme a Noi, state assistendo all’ennesima pantomima -  si legge appunto in una nota a firma dei Gruppi e Portavoce Locali di Anagni, Artena, Carpineto Romano, Cave, Colleferro, Genazzano, Labico, Palestrina, Segni - che vede, come protagonisti, da una parte i Sindaci che si ergono ad Ambientalisti (salvo poi approvare la bomba ecologica MINERVA), e dall’altra le associazioni ecologiste, troppo impegnate a fare battaglie politiche per accorgersi dell’ impianto a biometano che a breve sorgerà sotto il loro naso, ad opera di chi con loro si è sdraiato a terra per impedire il revamping, e che solo un anno fa erano ad Artena per manifestare contro la nascita di una centrale a biogas. Il comune denominatore di entrambi è sempre lo stesso, inceneritori e Virginia Raggi”.

Si attacca sempre la Raggi

“C’è qualcosa che non quadra se si attacca chi vuole il vero cambio di rotta, e soprattutto se coloro che decidono sono Zingaretti e la Regione Lazio che non vengono mai nominati ma messi in secondo piano. La verità è solo una: se la Regione non prepara un piano rifiuti su dati reali e attuali, nessuno potrà mai percorrere una strada certa per gestire il proprio rifiuto, perché solo la Regione Lazio è preposta a questo. Zingaretti e il PD (compreso quello locale), preferiscono fare le sfilate, perdere tempo a farsi le foto firmando documenti che, comunque, non andranno ad intaccare i loro interessi. Loro già si sfregano le mani pensando al nuovo Consorzio e alla possibilità di eventuali guadagni...  l’importante è che nessuno vada a rompere l’idilliaca intesa tra le amministrazioni, che già sono proiettate in una nuova età dell’oro, a spese nostre e della nostra salute...

Dalla parte del Cittadino c’è la realtà, ci sono fatti incontestabili, c’è il Nostro Ministro Costa che punta la lente d'ingrandimento sull’ immobilismo della Regione Lazio, costringendo a fare in qualche mese ciò che per anni è stato rimandato senza apparente motivo se non quello di lasciare i Territori incapaci di gestirsi e autodeterminarsi, ignorando anche il problema di avere nella Regione una Città come Roma, che dovrebbe risolvere il problema dello smaltimento dei propri rifiuti senza poter essere organo decisionale e facendo ricadere lo stesso problema inevitabilmente su tutto il Lazio...

Allora cosa vogliono veramente questi Sindaci? Perché non firmano una richiesta a Zingaretti per un piano rifiuti efficace e attuale? Noi dal canto Nostro stiamo lavorando per portare delle alternative, che siano un ottimo compromesso tra smaltimento dell’ immondizia e difesa della Nostra Salute e del Nostro Territorio. Nelle prossime settimane sarà prodotto un documento da parte di MeetUp e Portavoce”.

La replica dell’assesssore Calamita

“Più di 15 anni di lotte ambientali – scrive su face book l’assessore Calamita - vengono messe in discussione da autoproclamatisi esperti di rifiuti. L'ambientalismo, che a Colleferro ha dei ben precisi nomi e volti, da sempre presenti nelle vertenze di un territorio delicato e dei quali possiamo affermare di far parte senza paura di essere smentiti, viene messo in discussione”.

Oggetto del dibattito il nuovo gestore Minerva.

“Da sempre, chi è riuscito a cambiare la mentalità ambientale di una città intera ed il territorio che la circonda ha ripetuto un messaggio semplice: tutela dell'ambiente e dell'occupazione riconvertendo da raccolta stradale, discarica ed inceneritori a porta a porta ed impianti solo ad essa dedicati col minimo impatto ambientale possibile. Il "popolo del no" nel contesto di attivisti colleferrino e territoriale non ha mai trovato spazio e ciò ha dato credibilità alla proposta ambientale che abbiamo portato avanti. Un messaggio chiaro e semplice, con la garanzia che si smettesse di bruciare e conferire in discarica. Queste persone, al momento non supportate da alcuna evidenza scientifica in materia, gridano alla bomba ambientale, terminologia in questo caso inefficacemente utilizzata per tentare di spaventare le persone ed attirare l'attenzione. Secondo loro 2 impianti di selezione a freddo, utilizzati per dividere le frazioni raccolte, inquinano. Secondo loro la produzione di metano e compost di qualità dalla frazione organica, senza alcuna cogenerazione energetica e nessuna combustione, inquina. Su quali basi ovviamente non lo dicono e nel frattempo gridano al classico "gomblotto" in modo da attirare su di loro, ancora una volta, l'attenzione.

Impianti sottoposti ad attenta analisi

“Gli impianti, che verranno sottoposti ad una attenta analisi dei cittadini, con l'aiuto di tecnici competenti che saranno in grado di spiegargliene il funzionamento, verranno condivisi nelle scelte di merito.

Nel frattempo si tenta una disperata polemica sul business che si verrebbe a creare. Con la discarica e gli inceneritori il consorzio Gaia è stato capace di creare un impero finito miseramente a causa di evidenti deliri di onnipotenza causati dalle centinaia di milioni di euro in gioco. Il nostro gestore si occuperà di servizi sui quali, da buon gestore pubblico, farà l'1% di fatturato, neanche 100'000€ all'anno che verranno reinvestiti nella società.

Gli utili bassissimi

Gli impianti che abbiamo ipotizzato hanno un utile previsto del 5%, meno di 500'000€ all'anno sommati i tre impianti che quasi certamente fungeranno da fondo rischi e che verranno reinvestiti sempre nella società per consolidarla e potenziare i servizi. Questi sono i numeri del "grande gomblotto" che nel cuore della notte abbiamo architettato per creare un ciclo virtuoso dei rifiuti, con gli impianti più puliti progettabili, servizi degni del loro costo e tutelando il sacrosanto diritto di lavorare. Una realtà tutto sommato piccola, lontana da Roma, ma che punta al virtuosismo. A voi i commenti, il mio consiglio è cercare le notizie alla fonte perché nessuno vi negherà una spiegazione degna come facciamo ormai da 15 anni!”.

Le conclusioni

Fin qui l’assessore Calamita. Aggiungiamo noi. Ma perché fino ad ora i cinque stelle, invece di criticare tutto e tutti, non sono stati capaci di presentare dei progetti concreti con delle alternative vere per completare il ciclo dei rifiuti in questa ampia zona tra il nord della provincia di Frosinone ed il sud di Roma?

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