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Valle Del Sacco

Zagarolo, lavoratori del Cep in strada. Senza stipendio da tre mesi

Il Cda si è dimesso ed i comuni hanno preso tempo per nominare un commissario liquidatore

Sono ben 14 le famiglie che da tre mesi non prendono più lo stipendio e per questo motivo alcuni lavoratori del Cep di Zagarolo (Consorzio Enti Pubblici) che si occupa della gestione di tributi comunali questa mattina hanno protestato di fronte la sede che si trova nei pressi della stazione ferroviaria del centro gabino. "Non abbiamo prospettive di futuro, ci dicono che presto si chiuderà ma soprattutto manca la sensibilità verso quello che sta succedendo. La politica si faccia carico di questa situazione per un bacino di 100 mila persone".

Nell’assemblea dei comuni soci del 16 novembre di fatto si è preso atto delle dimissioni del Cda alla guida del CEP Spa. I Sindaci presenti hanno constatato l’impossibilità a proseguire con l’attuale amministrazione prendendo tempo per la nomina di quello che sarà un commissario liquidatore.

Dopo 10 anni di lavoro nessuna prospettiva

“Dopo 10 anni o forse più, ci ritroviamo a lavorare a pieno ritmo, si a pieno ritmo, per garantire quanto i Comuni soci hanno messo in bilancio, senza percepire stipendio – si legge nel comunicato stampa. Non è più accettabile lavorare senza essere pagati. È bene ricordare che il CEP Spa – Consorzio Enti Pubblici ha competenza su un vasto comprensorio che ingloba ben 15 Comuni della provincia di Roma (Artena, Bellegra, Casape, Cave, Colonna, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Labico, Palestrina, Percile, Poli, Rocca di Cave, Rocca Priora, Roiate, Zagarolo per circa 104.097 utenti). Con la forza lavoro in organico il CEP – continuano i lavoratori – esplica attività complesse e articolate che vanno dalla riscossione ordinaria, all’accertamento tributario, alla riscossione coattiva.

Di contro, la reiterata violazione di tutti i principi costituzionali posti alla base della tutela del lavoratore. Abbiamo chiesto la cassa integrazione e ci è stata immotivatamente negata. Abbiamo chiesto lo smart-working e ci è stato negato. Abbiamo adito l’ispettorato del lavoro di Roma per un tentativo di conciliazione e il giorno dell’incontro, 22 novembre 2022, il CEP non si è presentato. Abbiamo incaricato un legale per tutelare i nostri diritti – aggiungono i lavoratori – e siamo stati fatti oggetto di atti eufemisticamente definibili “pressioni” a desistere. Abbiamo il diritto-dovere di mantenere le nostre famiglie con il nostro lavoro, non saremo mai disponibili a rinunciare alla nostra dignità”.

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