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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Giorgio a Liri

Clan Senese, condanne per 120 anni: nei guai anche un imprenditore del Cassinate

Il sessantenne con attività nel settore dell'abbigliamento è stato arrestato nel luglio del 2020 dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Roma con l'accusa di essere un fiancheggiatore del gruppo camorristico

E' stato condannato a 15 anni di reclusione il boss della camorra Michele Senese che insieme ad un gruppo di familiari venne arrestato nel luglio del 2020 dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Roma. L'operazione 'Affari di famiglia' portò all'arresto anche di un imprenditore di San Giorgio a Liri, ritenuto dagli investigatori una 'testa di legno' del clan.

"La sentenza emessa dal Tribunale di Roma,  di condanna per oltre 120 anni di carcere nei confronti di Michele Senese, dei suoi familiari e di altri affiliati decapita un clan protagonista assoluto dello scenario criminale romano. L'inchiesta, con il coordinamento del procuratore aggiunto della Dda Ilaria Calò e il pm Francesco Minisci aveva portato nel luglio 2020 alla maxi operazione eseguita dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile della Questura di Roma - si legge in una nota a firma di Gianpiero Cioffredi presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.-. La sentenza emessa oggi dal Tribunale di Roma conferma l’impianto accusatorio in relazione ai reati  di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti con l'aggravante di avere agito con il metodo mafioso. L’inchiesta “Affari di Famiglia” ricostruisce gli investimenti e le operazioni economiche dei Senese. Michele Senese, attualmente detenuto a Catanzaro,  attraverso il figlio Vincenzo, come emerge dall’inchiesta, ha avviato poderosi investimenti grazie a prestanome e strutture commerciali create ad hoc in vari asset, tra cui  commercio, ristorazione  e abbigliamento a Roma, Frosinone, Milano e Verona.  Una presenza storica, quella del clan Senese attestata nella Capitale sin dagli anni ’90, quando emersero gli interessi  nello spaccio di droga e, in tempi più recenti, con infiltrazioni nei settori imprenditoriali. Tale consorteria, pur mantenendo forti legami con gli ambienti camorristici di provenienza, di cui rappresentava il punto di riferimento su Roma, ha realizzato, da anni, un proprio agglomerato criminale romano autonomo, capace di aggregare sia soggetti di origine campana stabilitisi nella Capitale che pericolosi criminali locali. Il clan, che opera prevalentemente nell’area sud della Capitale, zona Tuscolana-Cinecittà, per l’autorevolezza del suo capo è stato coinvolto nelle più importanti dinamiche criminali romane. Le varie attività investigative hanno, infatti, evidenziato l’esistenza di una sorta di cartello criminale ossia l’esistenza di gruppi dotati di una propria autonomia, ma federati con i Senese al punto che lo ritroviamo  in moltissime inchieste sulle mafie a Roma, tra cui quelle su Fasciani, Gambacurta, Fragalà, Piscitelli, Nicitra e Casamonica".

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