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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Frosinone una città ferita. L'omicidio in pieno centro ha sconvolto i cittadini

I colpi di pistola esplosi nella centrale via Aldo Moro hanno acceso i riflettori sul problema della sicurezza urbana

Inizia una nuova settimana e la città di Frosinone si sveglia ferita nel cuore e nella mente. Negli ultimi anni mai era successo che vi fosse un omicidio di tale efferatezza e per di più in pieno centro urbano in una serata piena di gente. Un tranquillo sabato sera in un attimo viene segnato dai sette colpi di pistola esplosi da Mikea Zaka, l'albanese di 23 anni, in via Aldo Moro e che hanno portato alla morte del connazionale di 27 anni, Kasem Kasmi e al ferimento di altri tre giovani che si trovavano con loro seduti nei tavoli della shake bar.

Gli spari in pieno centro

Una sparatoria che, almeno momentaneamente, cambia il verso della storia del Capoluogo ciociaro dove non si era mai registrati episodi di tale violenza tanto da portare la cittadina ciociara alla ribalta sui principali media nazionali a distanza di ore dai colpi di pistola. Una cittadina dove non si erano mai registrati episodi che si distaccassero di molto dal spaccio e dai fenomeni della piccola criminalità. 

I segnali nel recente passato

I giovani iniziano ad avere paura di andare in giro per la città il problema di ordine pubblico e sicurezza inizia a raggiungere dimensioni inaspettate. Nei mesi scorsi e per la precisione durante l'estate c'erano stati episodi violenti come gli spari esplosi in aria allo scalo e quelli nel centro storico o l'aggressione colpi di coltello avvenuta nella villa comunale ma nessuno immaginava che si potesse arrivare a ciò che è successo venerdì scorso.

Le parole del sindaco Mastrangeli

Il sindaco Mastrangeli rimasto sconvolto dall'accaduto subito dopo il comitato per l'ordine e la sicurezza con il Prefetto, il presidente della provincia e le forze dell'ordine ha parlato di: "Bande criminali organizzate non fanno parte della nostra comunità. Vengono da fuori. E quindi vanno isolate e in tutti i modi possibili e che la situazione che si è creata va monitorata costantemente e che comunque le 750 telecamere installate su tutto il territorio hanno portato al fermo della persona che ha sparato".

L'appello della Battisti

La consigliera regionale originaria di Fiuggi Sara Battisti (Pd) parla di mea culpa della politica e di un trend oramai consolidato.

“Siamo miopi o rassegnati? Quanto accaduto a Frosinone nel tardo pomeriggio di venerdì è spaventoso. Uno dei nostri figli, poteva essere lì Un nostro amico, poteva essere lì. Chiunque di noi, poteva essere lì. Ormai la criminalità agisce a cielo aperto, nelle zone della nostra quotidianità, come fosse terra di nessuno. Agisce perché abbiamo lasciato un vuoto da riempire con i loro malaffari. La politica deve fare mea culpa spogliandosi dei propri colori, perché abbiamo fallito tutti. La giornata di venerdì non rappresenta il culmine di quel fallimento: è un trend ormai consolidato a cui iniziamo ad abituarci. È un'altra piazza che si sporca di sangue come ad Alatri, a Cassino o a Frosinone”. Così in una nota Sara Battisti, consigliera regionale Pd del Lazio. 

Ottaviani parla di tenuta del sistema della pubblica sicurezza

“Ancora una volta, le telecamere del sistema della videosorveglianza installate dal Comune di Frosinone, alcuni anni fa, attraverso il progetto “città in video”, si sono rivelate fondamentali per la repressione del crimine e per la tutela della pubblica sicurezza - ha dichiarato l’onorevole Nicola Ottaviani, ed ex Sindaco di Frosinone, Segretario della Commissione Bilancio della Camera - Con le oltre 750 telecamere presenti sulle piazze, sulle strade centrali e periferiche, Frosinone ha conseguito uno dei rapporti più alti in Italia, tra il numero di residenti e gli apparati di video ripresa pubblici.

Naturalmente le telecamere non possono prevenire le follie omicidiari, ma contribuiscono notevolmente a svolgere la funzione di deterrenza e di strumento investigativo a favore delle forze dell’ordine. Nel caso di via Aldo Moro, del resto, l’attività svolta dalla Questura di Frosinone ha portato ad individuare l’autore del crimine in pochissime ore, dimostrando come gli uomini a disposizione del Dott. Domenico Condello siano dotati di grande professionalità.

La direzione ed il coordinamento effettuati da parte della Procura della Repubblica di Frosinone ed il supporto operativo della Prefettura hanno dimostrato la grande tenuta nel sistema della pubblica sicurezza. Rimane, tuttavia, da reprimere, in tutta la sua portata, la gravità del fenomeno della diffusione delle sostanze stupefacenti, soprattutto tra i giovani che, troppo spesso, risultano un mero strumento per la realizzazione di profitti illeciti da parte dei criminali, provenienti dall’esterno del tessuto sociale cittadino”.

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