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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Sora, dalla denuncia agli arresti per usura

L'ass. Codici evidenzia come sia stato fondamentale l'esposto presentato dalla vittima nella vicenda che è emersa nelle ore scorse 

Con un esposto alla Procura l’associazione Codici è intenzionata a fare la propria parte nella vicenda che ha portato all’esecuzione di quattro misure cautelari nei confronti degli appartenenti ad una famiglia sinti di Sora (Frosinone). Le accuse sono di usura, estorsione e minacce, con le indagini della Squadra Mobile che sono partite ad inizio anno in seguito alla denuncia di una vittima, un noto medico della provincia.

“Come ripetiamo sempre – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, la denuncia è fondamentale. Non è facile, ma è necessario e quindi bene ha fatto la vittima a ribellarsi ai suoi aguzzini rivolgendosi alle forze dell’ordine. Purtroppo, le denunce sono poche, perché le persone hanno paura. Questa vicenda deve servire da esempio per chi finisce nelle mani degli strozzini, in quanto dimostra che l’unica via di uscita è appunto la denuncia, perché chi si rivolge alle forze dell’ordine viene tutelato ed in questo modo si raggiungono risultati”.

Il racconto degli arresti

“Bisogna tenere alta l’attenzione in materia di usura – dichiara Giammarco Florenzani, Segretario di Codici Frosinone –. Le condizioni economiche attuali ed il forte aumento dell’inflazione aumentano il rischio soprattutto per piccole e medie imprese e per le loro famiglie. Le istituzioni e le amministrazioni locali devono avere la massima attenzione soprattutto nella prevenzione dei fenomeni di usura”.

L’incubo ha inizio nel 2016. Improvvisamente in difficoltà economica a causa di un accertamento tributario, il professionista confida la sua situazione ad un conoscente, che gli consiglia di chiedere aiuto ad una persona nota a Sora per risolvere casi simili, ma in realtà già nota alle forze dell’ordine in quanto coinvolta in passato in altri casi di usura. La vittima chiede inizialmente un prestito di 5.000 euro, riceve l’ok a patto che restituisca 7.500 euro entro un mese. Il favore da “amico” si trasforma presto in una morsa da cui il professionista non riesce a liberarsi.

Il debito si fa sempre più grande, la vittima arriva perfino a simulare il furto di un’auto che aveva appositamente noleggiato, consegnandola all’usuraio. Arrestato nel 2020 nell’ambito dell’operazione “Requiem” condotta dalla Squadra Mobile di Frosinone, lo strozzino non molla la presa, ricorre ai familiari per continuare le minacce al professionista, rivolte anche ai familiari. Terrorizzato per un incubo di cui non vede la fine, il medico, che nel corso degli anni sarebbe arrivato a versare oltre 70mila euro, decide di denunciare tutto alla Polizia. Si arriva così all’operazione di ieri, quando gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cassino, hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari personali emesse dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti di due uomini di 36 e 40 anni, custodia cautelare in carcere per entrambi, e due donne di 29 e 33 anni, per le quali è stato emesso in un caso il divieto di dimora nelle regioni Lazio, Abruzzo, Molise e Campania, e nell’altro il divieto di dimora nel comune di Sora.

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