Isola del Liri, in scena "L'amica delle mogli"
Mercoledì 24 aprile, alle ore 21, il sipario del Cinema Teatro Mangoni di Isola del Liri si aprirà sulla commedia “L'amica delle mogli” di Luigi Pirandello, adattata e diretta dal regista Ivano Capocciama.
Macabra danza borghese sul filo sottile di un equilibrio solo apparente tra desiderio e realtà, tragicamente perduto sotto i colpi di verità rivelate, la rilettura dell'opera in chiave simbolica vive dell'incontro perturbante tra la fedeltà assoluta dei pinguini e la carica distruttiva del ranocchio. Una scelta drammaturgica che si ripercuote tanto sui rapporti tra i personaggi quanto sulla scrittura pirandelliana.
Note di regia
Mettere in scena Pirandello è come recitare a voce alta una preghiera antica mentre, intorno, si sente un forte odore di incenso e di rose. È quello l’odore dei santi, delle necessità, dei limiti, delle paure, dei miracoli, delle disgrazie e dell’aldilà. Una sottile nebbia di cipria avvolge i movimenti dei personaggi pirandelliani colti in un mulinare doloroso da mammiferi impazziti e afflitti, paralizzati e seduttivi, masochisti e romantici come chi brucia sul patibolo e sa che, ad attenderlo, c’è solo un cielo sì consolatore, ma nero come la stoffa impolverata delle quinte del palcoscenico. Il mio nuovo Pirandello è la declinazione di un incontro perturbante tra la fedeltà estrema (i pinguini scelgono un solo pinguino per la vita) e l’elemento distruttore (un ranocchio), un tipo di operazione drammaturgica che mina non solo le relazioni tra i personaggi, intese come pericolose oscillazioni da balera in bilico sul baratro, ma anche la natura stessa della scrittura pirandelliana, smembrata e ricucita come un corpo morto da rianimare con un atteggiamento prometeico da romanzo gotico alla “Frankenstein”. “L’amica delle mogli” è solo una danza macabra di mammiferi e anfibi sospesa su di un filo di seta che collega il mondo dei desideri impossibili e la dolorosa, inevitabile e omicida rivelazione delle più oscure verità.