Sant’Elia Fiumerapido, il ponte romano inizia ad essere visibile

Lo sterro per la salvaguardia del ponte romano a Sant’Elia Fiumerapido procede a ritmo veloce. Tutti gli argini del Rio Fontana e la parte superiore dell’arcata del ponte è già stata liberata dai canneti e dal cumulo di rovi che lo avvolgevano e lo nascondevano. L’allarme del drammatico stato di abbandono del manufatto archeologico era stato lanciato da diverse settimane ma dal Comune di Sant’Elia nessun interessamento se non rabbia nei confronti di chi ora è al lavoro per salvarlo da ben cinque giorni.

“L’appello lanciato dal sottoscritto – scrive in una nota lo studioso locale Benedetto di Mambro - e dagli amici Pasquale Pinna e Bruno Lanni ha smosso gli animi di molti santeliani che stanno contribuendo alle spese per i lavori. Tale è stato il fragore della richiesta di aiuto che l’ex Assessore Comunale Antonio Trelle si è alacremente mosso nei confronti del Consorzio di Bonifica “Valle del Liri” che ha messo a disposizione un trattore con trincia a braccio che sta debitamente lavorando all’opera di sterro.

Abbiamo così potuto individuare la strada romana che scavalca il ponte e che  poi si dirigeva verso le alture di Colle Palumbo per raggiungere il pagus di Vallis Luci. Il ponte è lungo sei metri e largo quattro e risale al II secolo dopo Cristo. Già molti anni orsono lo studioso benedettino don Angelo Pantoni ebbe a definirlo gemello e coevo del più conosciuto Ponte Lagnaro. Non è mancata una deplorevole e deturpante sorpresa: un condotto idrico in ferro dell’Acea è apposto in bella vista a lato dell’arcata del ponte. Ci corre l’obbligo di richiamare l’Acea a liberare da quell’obbrobrio il prezioso bene archeologico. A breve un gruppo di volontari del circondario cassinate provvederà all’opera di più accurata rifinitura dei lavori. Intanto il Comune di Sant’Elia Fiumerapido continua a brillare per il disinteresse e per l’ inerzia”.