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Valle del Sacco, Lozzi: una responsabilità per i miei figli e le nuove generazioni

L’autore Maurizio Lozzi al Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano per il suo libro “Un sacco di silenzi. L’agonia di un fiume lasciato morire”

Questa mattina, 20 gennaio, i ragazzi del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano hanno accolto l’autore del libro “Un Sacco di silenzi”, Maurizio Lozzi, giornalista, docente universitario di sociologia e consigliere OdG Lazio. Al suo fianco, Monica Di Leandro, della casa editrice Di Leandro & Partners, e il professore Antonio Zomparelli.

La problematica del sacco 

Le condizioni in cui versa il fiume Sacco preoccupano oramai da tempo la salute dei cittadini e la querelle ambientale. Come ben precisa Lozzi, una problematica, quella del Sacco, che affligge la Ciociaria dall’aprile 1947, data in cui venne trovata una moria di pesci sulla superficie del letto fluviale. Fatto che venne portato alla conoscenza della Prefettura e dello Stato il 5 giugno dello stesso anno, eppure da lì Un Sacco di silenzi. Silenzi implementati dall’industrializzazione seguita ai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, specifica l’autore. 

Lo stato di emergenza ambientale per la Valle del Sacco venne ufficialmente riconosciuto solo nel 2005, “in seguito al riscontro di livelli di beta-esaclorocicloesano molte volte superiori ai limiti di legge”.

La speranza è nei giovani 

Un confronto, quello tra l’autore e i giovani ragazzi del liceo di Ceccano, costruttivo e consapevole che ha visto gli studenti mettersi in discussione su come poter migliorare questa Valle oramai stuprata ed ignorata dagli organi competenti. E allora l’invito di Maurizio Lozzi: “Se volete essere agenti di cambiamento, quando vedete un vostro amico che lascia una bottiglia su di un muretto di un parco pubblico, anziché gettarla negli appositi contenitori, oppure quando vedete qualcuno davanti a voi gettare carte dal finestrino, fermategli, suonategli con la macchina. A me è capitato di farlo a Roma, a momenti mi ammazzavano, però alla fine ho avuto modo di spiegargli che, effettivamente, se tutti quanti facessimo del nostro, costerebbe di meno a tutti ripulire”. 

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