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Cronaca Cassino

Indagine 'Pecunia no limes', tra gli arrestati anche un imprenditore residente a Ripi. Nei guai due operatrici sociali di Cassino che sono state interdette

L'inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato coordinate dalla Procura di Cassino ha riguardato la gestione dei fondi destinati all'accoglienza dei profughi che vivevano nella struttura fatiscente di via Vaglie e in cooperative situate a San Vittore ed in provincia di Caserta

'Pecunia no limes', danaro senza limite che invece di essere destinato all'accoglienza degli immigrati finiva sui conti correnti personali di chi avrebbe dovuto garantire loro assistenza e sostegno. L'indagine, che prende il nome un'espressione latina, è stata coordinata dalla Procura di Cassino e portata avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato. Il magistrato Emanuele De Franco e il procuratore capo Luciano d'Emmanuele hanno chiesto ed ottenuto dal Gip, Salvatore Scalera, 8 misure cautelari (3 sottoposti agli arresti domiciliari e 5 colpiti dal divieto di esercitare attività imprenditoriale) a carico altrettanti soggetti che dovranno rispondere di truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, auto riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Il Gip ha inoltre disposto sequestri dal valore di oltre un milione di euro.  

L'inchiesta, che nasce a seguito dell'indagine 'Welcome to Italy' e dopo la rivolta da parte degli emigranti ospiti nella struttura di via Vaglie, ha consentito ai militari del Gruppo di Cassino della Guardia di Finanza ed agli investigatori del commissariato di Cassino ed ai colleghi della Squadra Mobile della questura di Frosinone di ricostruire molteplici illeciti commessi da un gruppo criminale che gestiva diverse cooperative attive nel settore del sistema dei Centri di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) di cittadini stranieri, tra le province di Frosinone e Caserta. I controlli svolti presso le strutture di accoglienza hanno permesso di constatare numerose irregolarità. I cittadini stranieri vivevano in locali angusti, sporchi, fatiscenti ed in pessime condizioni igieniche, le camere erano sovraffollate oltre il limite consentito ed in pochi metri quadrati erano stipate anche sei persone.

Le immagini dell'operazione Welcome to Italy

Gli sfortunati migranti, inoltre, non erano assistiti da un numero sufficiente di operatori e non usufruivano correttamente dei servizi di assistenza sanitaria, sostegno psicologico, mediazione linguistica e culturale. Il tutto contrariamente a quanto invece certificato, falsamente, sulla documentazione sequestrata dagli investigatori perché gli indagati dichiaravano falsamente alle Prefetture competenti che i servizi in favore degli ospiti erano correttamente garantiti, riuscendo in parte a  percepire i rimborsi previsti.  
In alcuni casi, le cooperative certificavano la presenza di numerosi cittadini stranieri che in realtà si erano allontanati dalle strutture da diverso tempo e ormai residenti in altri Stati, come emerso dai controlli alla frontiera, in modo tale da percepire la quota giornaliera spettante per la presenza sul territorio nazionale. È emerso, inoltre, come le cooperative ottenessero indebitamente rimborsi dalle Prefetture per un numero maggiore di pasti rispetto a quelli effettivamente somministrati ai richiedenti asilo. Gli ingenti profitti venivano trasferiti mediante operazioni di riciclaggio mascherate dall’utilizzo ed  emissione di fatture per operazioni inesistenti come accertato dai militari della  Guardia di Finanza di Cassino.

Sono in corso di esecuzione i sequestri di conti correnti ed immobili per un valore di oltre un milione di euro, pari al profitto dei reati contestati agli indagati, ovvero: 
La Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, che hanno messo in campo le specifiche competenze, con questa operazione hanno svolto un’attività che si inserisce in un più ampio quadro di tutela del bilancio dello Stato e degli Enti Locali volto al contrasto dello sperpero di denaro pubblico, di vitale importanza in questo periodo di crisi economica legata all’emergenza pandemica. 

Aggiornamento delle ore 12

A finire agli arresti domiciliari sono stati tre imprenditori residenti originari di Napoli ma con attività a Cassino e San Vittore. Parliamo di F.O classe 1972, R.O. classe 1966 a Ripi e P.N. classe 1969 residente. Le misure interdittive invece hanno riguardato due donne residenti a Cassino, un uomo residente a Rocca d'Evandro ed una donna residente in provincia di Napoli. Nessuno potrà svolgere attività di assistenza all'interno di strutture. Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: "Ennesimo
scandalo nel settore della finta accoglienza a Cassino con otto arresti e sequestri superiori al milione di euro. Intendo confrontarmi al piu' presto con il presidente Draghi e il ministro Lamorgese per trovare soluzioni. L'Italia - soprattutto in pandemia e con molti cittadini costretti a casa - non può permettersi sbarchi a raffica, clandestini a spasso e
illegalita'".

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