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Cronaca

Pastena, le speranze del vescovo

Non ci pensa due volte a raccontare quello che gli capita nella vita quotidiana, gli incontri fortuiti, le impressioni e le voci della gente.

Non ci pensa due volte a raccontare quello che gli capita nella vita quotidiana, gli incontri fortuiti, le impressioni e le voci della gente.

Mons.-Luigi-Vari-

Così nella celebrazione dei Vespri parte da un incontro con dei ragazzi avvenuto in piazza, tra il rumore delle macchine e lo sguardo incuriosito di frettolosi passanti.

Non gli chiedono nulla dei sacramenti ma gli domandano cosa ne pensa della politica, del lavoro, delle prospettive di questa terra e del futuro riservato ai giovani.

Domande difficili alle quali non si sottrae sapendo che non deve conquistare il voto dei giovani ma invitare a vincere il disimpegno e l'indifferenza.

Forte della risposta che Papa Francesco fece a Donald Trump dedito alla promozione del muro lungo il confine con il Messico ha ribadito che nella logica Aristotelica l'uomo è un soggetto"politico" è nella sua natura farsi carico delle sorti della città e dei problemi della gente.

L'uomo risponde ad una sua vocazione esistenziale quando si occupa del prossimo e quindi tradisce la sua missione se trasforma l'arte della politica in un esercizio illecito per l'arricchimento personale o per concedere favori ai propri amici.

Non offre ricette miracolose, non predica i dogmi, non chiede l'obbedienza ad un credo, non propina la formazione di una setta chiusa ed elitaria, ma allena la mente a ragionare, a coltivare i dubbi e ad avere speranza.

Un vescovo che segna il mutamento della chiesa e di riflesso evidenzia i limiti e le incapacità di una politica che ha i suoi punti di forza nelle paure e nei ricatti di giovani, permalosi e potenti assessori.

Il vescovo costruisce il futuro sulle basi di principi e valori anche quando ricorda la lettera di un partigiano condannato a morte.

Ricorda le parole e i pensieri di coloro che hanno perso la vita per consentire alla nostra società di crescere nella democrazia, nella solidarietà e nella giustizia sociale.

Parole che nel deserto culturale e nell'impoverimento etico cui alcune categorie della classe dirigente sono abituate a vivere da anni, rappresentano uno straordinario motivo per non far passare la logica degli inciuci e dei compromessi che alla fine giustificano ruberie e corruzione.

Il vescovo ha concluso la sua riflessione facendo riferimento al documento redatto dai vescovi francesi e inviato a tutti i candidati alle elezioni presidenziali

e nel quale esprimevano preoccupazione per un"paese senza progetto".

Un vescovo che invita ad avere speranza, a dialogare con la gente, a non tradire la fiducia dei cittadini e soprattutto ad agire alla luce del sole senza imbrogli e senza inganni. In quanti accetteranno questa sfida e smetteranno di intrallazzare nelle istituzioni ? ...... Bella domanda.....

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