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Cronaca Piglio

Piglio, don Gianni sempre più solo e non riesce ad ottemperare a tutte le messe

Dal Vangelo secondo Matteo versetto 9-37:“ la mèsse è molta ma gli operai sono pochi”! Questo brano del Vangelo si addice pienamente oggi più che mai, al nostro servo del Signore don Gianni rimasto solo ad amministrare i sacri culti della nostra...

Dal Vangelo secondo Matteo versetto 9-37:“ la mèsse è molta ma gli operai sono pochi”! Questo brano del Vangelo si addice pienamente oggi più che mai, al nostro servo del Signore don Gianni rimasto solo ad amministrare i sacri culti della nostra terra di Piglio. Solo qualche tempo addietro potevamo vantare uno stuolo di frati e di suore, che nelle nostre contrade sorridevano ai nostri figli: un retaggio antico che questa pia terra ha coltivato e che ha dato sempre buoni frutti spirituali donando alle generazioni quello spirito di fede e di tradizione che è tipico della nostra terra. Già nel 1656 in una lettera dell’Arciprete Domenico Janardi si lamentava di essere solo, senza l’aiuto di frati e di preti; ma allora a Piglio come nel resto l’Italia la peste mieteva migliaia di vittime e non aveva risparmiato neanche la terra di Piglio. La colpa era da addebitarsi al morbo. Oggi a distanza di 359 anni si ripete questa epidemia e don Gianni Macali si trova da solo a seguire una comunità che nel calendario liturgico e festivo annovera ben 13 processioni ed altrettanti riti religiosi di matrimoni, funerali e battesimi per non parlare poi di comunioni e cresime e benedizioni delle case. Un sovraccarico quindi per don Gianni che non ha più il tempo necessario per poter espletare le normali funzioni fisiologiche perchè non appena che don Gianni si dirige verso l’uscio di casa, vuoi la vecchiarella, vuoi il ragazzo bisognoso, vuoi l’adulto miscredente esclamano don Gianni don Gianni ed allora lì sull’uscio di casa sempre ad ascoltare a dialogare a rivolgere la sua buona parola...il tempo passa è saltato il pranzo, sono le cinque mezza ed è già l’ora della Messa Vespertina; sono le 19 ed è l’ora dell’adunanza dei ragazzi dell’azione cattolica; sono le 21 è l’ora delle Confraternite. Si fa giorno ed è l’ora delle lodi.

Don Gianni nostro, che cosa possiamo fare? Come vedi oggi le vocazioni sono poche; oggi non c’è tempo a dedicare a Dio e a te tocca questo magnifico onere di lodare il Signore ora per ora, momento per momento, perchè questa comunità non sprofondi nel baratro dell’indifferenza e del menefreghismo per tutto quello che concerne l’anima.

La storia caro don Gianni si ripete. Voglia Iddio darti quella forza e quel coraggio quella umiltà e quella devozione che tu mostri verso tutti noi e verso le tradizioni religiose. Questo è un messaggio di fede ma anche una forte accusa vedendo tanti tuoi fratelli vestiti con lo stesso abito che oggi vivono a Roma all’ombra del Cupolone tra svaghi vari e si abbronzano magari ai lidi di Enea e di Ostia. La tua opera fattiva è arrivata sicuramente a Iddio Padre e tante benedizioni attraverso le Sue mani giungono a te. Possa tu continuare magari con l’aiuto di qualche buon laico in questa missione sempre più difficile, sempre più dolorosa. Con don Gianni la passione di nostro Signore si rinnova a Piglio ogni giorno ma dopo ogni passione c’è anche una Resurrezione ed i frutti di questa resurrezione saranno tutti i giovani pigliesi, che nel tuo esempio, porteranno Cristo nel Mondo.

Giorgio Alessandro Pacetti

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