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Ciampino, continua lo stato di agitazione dei dipendenti comunali

I sindacati si dichiarano pronti allo sciopero

I sindacati si dichiarano pronti allo sciopero

Continua lo stato di agitazione dei dipendenti pubblici del Comune di Ciampino. I lavoratori accusano l’Amministrazione di ritardare gli accordi presi per il contratto decentrato del 2015, e la totale mancanza di accordo per il contratto decentrato relativo al 2016. Nei giorni scorsi si era infatti espressa l’organizzazione sindacale Cisl Fp, che aveva sottoscritto l’accordo 2015, dichiarando che «nonostante lo scorso anno si sia raggiunto faticosamente un accordo con l’Amministrazione sul fondo del salario accessorio dei dipendenti, purtroppo dobbiamo constatare la lentezza da parte degli organi amministrativi nel portare a termine quanto scritto».

In particolare, il sindacato lamentava il mancato avvio delle procedure per le progressioni economiche del personale, la mancata conclusione, con il conseguente pagamento, dei progetti del 2015 e il ritardo dei progetti per il 2016. «I progetti – ha dichiarato il segretario Cisl FP Giancarlo Cosentino – sono necessari al fine di consentire una migliore erogazione dei servizi alla cittadinanza. Quindi chiediamo all'Amministrazione di procedere nell'immediato per tutelare i cittadini e i dipendenti di Ciampino. Intanto è stato proclamato lo stato di agitazione del personale e se non saremo convocati richiederemo al Prefetto di Roma di intervenire, e in caso di ulteriore esito negativo, siamo pronti allo sciopero del personale».

Parole forti dunque, che cercano di scongiurare un comportamento definito “antisindacale”. Ma oggi a rincarare la dose ci pensa la Rappresentanza Sindacale Unitaria, che oltre a non aver firmato l’accordo per il contratto decentrato del 2015 con l’Amministrazione, perché definito «insufficiente e impoverente» per il fondo salariale accessorio, impone nuove condizioni per l’accordo 2016. «La RSU – dichiara – si rende disponibile a contrattare il fondo 2016 solo dopo la piena attuazione dell’accordo 2015, perché l’incompletezza di ciò sarebbe segno evidente che non ci può essere una buona aspettativa nel futuro operato dall’Amministrazione. Per contrastare l’amara condizione che i dipendenti stanno vivendo, chiamiamo tutti i lavoratori a partecipare alle prossime forme di reazione, che inizieranno con imminenti assemblee del personale volte a ottenere la considerazione trascurata ormai da tempo».

Il contratto decentrato è la disciplina con cui vengono regolamentate le prestazioni aggiuntive dei lavoratori: le indennità, il lavoro festivo, i buoni pasto e in generale tutto quello che non è normato nel contratto nazionale dei dipendenti pubblici. Secondo la RSU, non è stata avviata nessuna procedura di valutazione dei dipendenti, e non è stata attuata alcuna progressione economica orizzontale per il 2015. Inoltre, i progetti di produttività non sono partiti e questo comporterebbe la perdita di tutte le risorse assegnate. Anche la produttività collettiva non è stata erogata ai lavoratori, come non sono partiti i piani di efficientamento, cosa che potrebbe far perdere i 5/12 delle risorse economiche previste per il risanamento annale del fondo che, qualora non fosse sanato, farebbe perdere anche tutto il salario accessorio del 2016.

Inoltre, la Rappresentanza Sindacale Unitaria dichiara che «non c’è stata alcuna verifica per il fondo dei dirigenti e per le rilevantissime risorse assegnate a ognuno di loro. Abbiamo richiesto un controllo del fondo uguale a quello attuato per i lavoratori, poiché abbiamo rilevato eccessi e incongruenze per le indennità accordate ai dirigenti, legate a risultati discutibili, di dubbia efficacia e di scarsa qualità. I buoni pasto ai dirigenti – continua RSU – vengono assegnati numerosissimi e senza alcun controllo. Si riconferma così una disparità di trattamento e un privilegio che la legge non ammette e non riconosce affatto, e che da anni chiediamo di eliminare. Vogliamo che il peso del disagio e della protesta giunga direttamente dai lavoratori fino alle finestre del Sindaco, e che finalmente non solo dichiari il suo impegno a rispettare la dignità e le attività dei lavoratori, ma che lo faccia realmente».

Sara Marazza

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