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Cave, Teatro della “Città di Cave” in scena "Animula Vagula Blandula - Adriano, l’Uomo"

Dopo il successo al Teatro Boni di Acquapendente e al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, domenica 15 marzo, alle ore 18.00, al Teatro della “Città di Cave” va in scena Animula Vagula Blandula - Adriano, l’Uomo, con Roberto Santi, scritto da Flavio...

Dopo il successo al Teatro Boni di Acquapendente e al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, domenica 15 marzo, alle ore 18.00, al Teatro della “Città di Cave” va in scena Animula Vagula Blandula - Adriano, l’Uomo, con Roberto Santi, scritto da Flavio Marigliani, regia di Sandro Nardi.

RobertoSanti manifesto

Dicono che prima di morire la vita ti passi davanti come un film, con le sue scene migliori e quelle da meno, così nitida, con la consapevolezza che mai avresti creduto possibile quando ti sarebbe servita. È così che un meraviglioso Roberto Santi ci incanta portandoci nei pensieri dell’imperatore Adriano, ormai vecchio. La meravigliosa regia di Sandro Nardi, con una scenografia che chiama sul palco i giochi della mente e le immagini e i colori del sogno, ci porta nei labirinti della coscienza di un uomo che ha vissuto la sua carica di imperatore come una missione o, nei casi delle scelte che il potere impone, come una condanna, sempre governando affinché il suo nome passasse i secoli e i millenni e arrivasse fino a noi come una calda eco di luce, inondata da ogni pietra sopravvissuta alla storia degli uomini. Adriano sembra volerci dire che l’impero di un uomo abbraccia tutto quello che la sua anima riesce ad amare. Ecco, questo è l’impero di un uomo, i suoi confini sono i confini dell’ anima. Votato al culto dell’amore, della bellezza, dell’armonia, dell’incanto, l’Imperatore cede piuttosto alla forza delle stelle che a quella della guerra, alla potenza del fato e all’inevitabilità dei destini piuttosto che agli intrighi della politica, sebbene la guerra e la politica siano pure stelle del suo impero. Adriano, l’uomo, cede all’amore, che è l’impero del non imperare. L’anima, senza l’oggetto d’amore, è piccola, è persa. Ma l’anima che si perde e si annienta nell’amore è, paradossalmente, grande e imperitura e nell’amore si riconosce come nell’unica possibile via.

Teatro Città di Cave - Cave (Roma) Domenica 15 marzo ore 18 Info biglietteria 3341615504

Elena Scarfagna Rossi

foto Silvana Santi

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