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Paliano, solo 4 produttori su 37 alla mostra del mercato, tra coloro che hanno preso il marchio Natura in Campo

Ancora non nasce è già morta “Natura in Campo” dopo la brutta figura fatta al mercato di ieri. Così, dopo la consegna dei diplomi a trentasette produttori per i loro prodotti (il diploma è per i prodotti è stato precisato),

Ancora non nasce è già morta “Natura in Campo” dopo la brutta figura fatta al mercato di ieri. Così, dopo la consegna dei diplomi a trentasette produttori per i loro prodotti (il diploma è per i prodotti è stato precisato), domenica 11 ottobre nella proprietà di Emanuela Nicoli, che ha messo a disposizione gratuitamente il terreno e i casotti, per proporre Natura in Campo, erano solamente 5 gli espositori uno dei quali non era stato neanche “marchiato”.

Allora, viene facile da chiederci: che fine hanno fatto i produttori? L’appello del direttore dell'Agenzia Regionale Parchi del Lazio dr. Vito Consoli non ha avuto il riscontro sperato, o meglio non è stato proprio recepito.

Si poteva capire l’assenza di qualche “marchiato” ma che addirittura su 37 se ne presentassero solamente quattro, come da documento fotografico allegato, ci sembra che tutto sia finito nel ridicolo.

Inoltre, in città c’è già qualcuno che si domanda: “Come hanno fatto a dare il marchio a Tizio e Caio? “A me risulta che non produce niente ma compra solo da teri i suoi prodotti". Se il marchio è dato ai prodotti certi “marchiati” che cosa producono?

Quali sono stati i criteri per sui quali è stato assegnato il marchio. In base a quale regolamento specifico. Perché, se è vero che la consegna di un marchio implica sempre una certa garanzia, come può essere un vino o prodotto IGT o Doc, è anche vero che il Marchio regionale dato dal’agenzia regionale Parchi , deve comunque avere un disciplinare ben preciso. Non basta quanto si legge nel comunicato stampa: “ Il marchio Natura in campo- I prodotti dei Parchi” è concesso a titolo gratuito ai produttori che possono garantire requisiti di qualità e/o sostenibilità delle loro produzioni agricole o alimentari. Principalmente per quei prodotti che sono a rischio di “erosione genetica”, quelli cioè in pericolo di scomparsa per perdita di diversità genetica tra i prodotti naturali e autoctoni del Lazio”.

Questa motivazione ci sembra troppo generica e non entra nello specifico del prodotto, altrimenti è un’assegnazione di un marchio ad capocchiam e come è successo lo possono prendere tutti, solo grazie al fatto che ne facciano domanda al Comune o alla Regione sezione Parchi Naturali, purchè presenti Sic. ZSC. o parchi Naturali. Ad esempio come si fa a stabilire la qualità del prodotto? Per la DOCG esiste un disciplinare preciso e bisogna stare dentro questo.

L'assenza degli altri produttori al mercato che si è svolto domenica 11 non depone certamente a loro favore ed è stata una squalifica del marchio stesso, perché sembra di capire, che la concessione del marchio ai prodotti di Paliano non abbia avuto nessun valore. Speriamo bene al mercato di Novembre.

A nostro, modestissimo avviso, è da rivedere la Concessione del Marchio Natura In campo –Prodotti dei parchi, o meglio è da stabilire un criterio come nel Caso della DOP dell’Olio che la provincia di Frosinone non riesce ad avere. Però, ha avuto il marchio “Natura in campo”. C’è qualcosa che stride. O no?

Giancarlo Flavi

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