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VIDEO | Elezioni 2022, la furia di Marzi: "Costoro devono farla finita con le menzogne"

Dal suo comitato elettorale il candidato sindaco del centrosinistra si scaglia contro il centrodestra: "Metteremo un tableau luminoso come al Matusa, mancano 55 giorni alla fine dello scempio amministrativo a Frosinone"

Domenico Marzi, candidato del campo largo di centrosinistra, ha attaccato duramente il centrodestra in occasione dell'inaugurazione del suo comitato elettorale in via Tommaso Landolfi 16, accanto a una delle sue opere da primo cittadino: la Villa comunale. Non ha citato il sindaco uscente Nicola Ottaviani né il suo principale avversario alle Elezioni amministrative 2022 di Frosinone, ovvero Riccardo Mastrangeli, ma a loro è diretta la sfuriata: "Costoro devono finirla con le menzogne, ho i documenti per farli tacere". 

Marzi, però, ha prima di tutto ringraziato la sua coalizione: "Ritengo doveroso esprimere un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno contribuito affinché si potesse creare in un lasso di tempo contenuto un esempio di efficienza, forza, compattezza e capacità di raggiungere il risultato".  Era partita un mese e mezzo fa, come dice lui, come quattro amici al bar che volevano cambiare il Capoluogo. "Non cantavamo però quella canzone perché poi c’è quello che rimane da solo". L'aspirante sindaco, oltre che dal "suo" Pd, è sostenuto da 6 partiti (M5S, Italia Viva, Demos, Possibile, Verdi Europei e Articolo 1) e, tra le altre civiche, Polo Civico, Frosinone in Comune e Piattaforma Civica Ecologista. 

Marzi contro "le menzogne" del centrodestra

"Trovo risibile, e lo dico con un sorriso onesto nei loro confronti, la condotta di chi non fa altro che parlare di presunti errori di quindici anni or sono - ha replicato alle accuse Marzi - Significa non conoscere il funzionamento della macchina amministrativa. Però a questo signore che tanto costantemente, con questa violenza povera dal punto di vista dialettico, non fa altro che dire che noi avremmo lasciato debiti. Ma se li avessimo lasciati e non fossero connessi a un fine pubblico, come mai la Corte dei Conti non ci ha chiamato a rispondere di azioni illegittime o irregolari?".  

Poi ha messo nel mirino le opere accentuate dalla doppia amministrazione Ottaviani: lo Stadio Benito Stirpe, il comunale Palazzo Munari e il Parco Matusa. "Hanno detto che lo hanno fatto loro lo Stadio - così Marzi - Penso che se fosse qui vicino a me Maurizio Stirpe, incomincerebbe a saltare come un grillo. Direbbe che sono venticinque anni che sta nel mondo del calcio. A lui noi tutti dobbiamo un vivo ringraziamento. Il Comune, anche per cogliere il momento, ha deciso di togliere denari da alcune opere pubbliche, come alle Fontanelle, e conferirli lì. Pensate che al presidente Stirpe, che ha quella potenza economica e imprenditoriale, potessero mancare tre o quattro milioni di euro? Ora mancano alla Città di Frosinone perché le opere previste inizialmente non sono state realizzate".

Per non impiegare fondi pubblici lui avrebbe dato in concessione per 50 anziché 30 anni lo Stadio al Frosinone Calcio, di cui ha ricordato lo storico gol di Ciro De Cesare visto dal vivo in quel di Melfi con tanto di promozione in C1: "Perché  a me il calcio piace e non vado allo stadio per gli applausi e il consenso elettorale".

Poi è la volta del manifesto "Abbiamo realizzato il Palazzo comunale". Il candidato del campo largo non ci sta: "Un po’ di italiano lo conosco e il verbo 'realizzare' significa 'costruire'. Lo hanno acquistato Palazzo Munari, pagandolo con una modalità tale che crea un debito. Ma sono contento di quel debito perché quello è un buon acquisto, ma non raccontino fesserie». Per Marzi è una puntuale offesa alla Città. "Perché non è mai stato fatto un intervento nella sede comunale comprata in piazza VI dicembre? Perché non si è pensato di spendere del denaro anche per quel palazzo e portare tutti gli uffici tecnici al suo interno?".

In conclusione il Parco Matusa: "È uno spazio vuoto in cui è stato lasciato cemento armato che a me non dice nulla, perché non credo che abbia quel valore architettonico che dicono loro - ha lamentato Marzi - C'era un tableau luminoso per indicare i giorni mancanti all'inaugurazione. Ne metteremo uno anche noi perché mancano 55 giorni alla fine dello scempio amministrativo a Frosinone, alla consegna della Città a una dialettica costruttiva".  

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