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Alatri, oltre 1000 persone per la consacrazione della nuova chiesa della Fiura

Domenica 3 Aprile il Vescovo Lorenzo Loppa ha consacrato la nuova Chiesa della Fiura dedicata a Santa Maria della Mercede. Moltissimi i fedeli, oltre mille, che hanno affiancato il Parrocco don Bruno Veglianti ed il vicario Monc.

Domenica 3 Aprile il Vescovo Lorenzo Loppa ha consacrato la nuova Chiesa della Fiura dedicata a Santa Maria della Mercede. Moltissimi i fedeli, oltre mille, che hanno affiancato il Parrocco don Bruno Veglianti ed il vicario Monc.

Alberto Ponzi in questo momento di gioia. Il Vescovo Loppa ha ricordato ai presenti che questa nuova chiesa dovrà essere aperta a tutti i fedeli che vivono di fede vera con amore e generosità. Presente, insieme a diverse autorità della CEI il sindaco Morini e gli uomini delle ditte che hanno realizzato la bella struttura, nonché gli architetti Marco Mariani e Tiziano Cellitti.

Rispetto alla piccola chiesa in cemento armato preesistente,la prima esigenza della Comunità è stata la richiesta di spazio, spazio per un’Aula Liturgica più capiente e per le funzioni mancanti come un luogo per il battesimo, per la Cappella Feriale, per la penitenzeria e per il Sagrato.

Le caratteristiche morfologiche del lotto hanno certamente determinato le successive scelte progettuali , le ridotte dimensioni, per esempio, hanno consentito un ampliamento della Chiesa soltanto sui lati Est ed Ovest. Inoltre la vecchia cupola in c.a., altro elemento fortemente caratterizzante, raccontava di un tentativo progettuale diretto verso la concezione di una Chiesa a pianta centrale, diventata nel tempo anche segno di riconoscimento di una Comunità in divenire.

Nelle prime fasi il progetto è stato elaborato insieme ai fedeli. Negli incontri che si sono succeduti dapprima solo con il Parroco, Don Bruno Veglianti, e poi via via con riunioni sempre più frequentate, è emersa, accanto alla necessità di maggiori spazi, forte la richiesta di bellezza e di riconoscibilità, di confort e di dignità. Negli incontri, pertanto, si trattava marginalmente di quanto si dovesse ingrandire la Chiesa poiché si percepiva tra le persone che l’ampliamento fosse facilmente realizzabile ma che la difficoltà vera era, ed è, il raggiungimento della bellezza, la bellezza di ciò che “naturalmente” rimanda a Dio; la bellezza di una presenza sul territorio che connotasse questo nuovo aggregato urbano dandogli riconoscibilità ed identità; la bellezza di un luogo accogliente che donasse alla preghiera la serenità della speranza.

Durante il nostro lavoro a studio la partecipazione di questa comunità giovane ed appassionata c’è stata di grande aiuto nell’affrontare un tema così difficile, una sfida così straordinaria.

La Chiesa è stata totalmente riprogettata, anche la cupola è stata ricostruita ma la sua spazialità conservata, il suo segno rimarrà a testimonianza di una comunità presente e viva sul territorio, comunità che è andata negli anni via via crescendo., da qui scaturisce il concept progettuale, infatti, partendo dal centro della cupola, la Chiesa si amplia per anelli concentrici così come un sasso che cade in uno stagno crea delle onde che si allontanano dal centro e diventano sempre più grandi.

L’ampliamento è realizzato mediante la costruzione di setti circolari paralleli alla struttura ottagonale originaria sulla quale era impostata la cupola. In planimetria è facile individuare tre recinti circolari.

La Chiesa, nella sua dimensione circolare,si sviluppa sull'asse principale sul quale sono disposti ingresso e Altare, un asse trasversale sul quale sono contrapposti Battistero e Custodia Eucaristica “ (….) Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato – chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua (….)” (GV 19,31-34).

Dietro l’altare c’è uno spazio vuoto il lato aperto, che dà profondità e suggerisce il mistero dell’incontro con il Signore che viene e che verrà. Uno dei materiali essenziali per la composizione architettonica è la luce. Nel caso delle chiese essa possiede una precisa carica simbolica. Lo spiegava liricamente Giovanni Paolo II: «È un’irradiazione del suo mistero trascendente ma che si comunica all’umanità: la luce, infatti, è fuori di noi, non la possiamo afferrare o fermare; eppure essa ci avvolge, illumina e riscalda. Così è Dio, lontano e vicino, inafferrabile eppure accanto a noi, anzi pronto ad essere con noi e in noi…..>> Il progetto dell’aula prende forma e si sviluppa intorno all’idea che i cristiani, che sono l’assemblea, si riuniscono, in un determinato spazio architettonico, per incontrare il Signore, anzi convocati da Egli Stesso. Da qui, prende forma il primo degli elementi caratterizzanti il progetto, l’anello di luce diretta proveniente dall’alto che avvolge ed abbraccia la comunità riunita per incontrare il suo Dio. Il secondo elemento fondante è lo spazio vuoto dietro l’altare,il lato aperto, che dà profondità e suggerisce il mistero dell’incontro. Quindi nel percorso principale la spazialità conduce all’altare ma senza fermarvisi, indicando al di là una prospettiva cosmica e sovra cosmica. L’Aula liturgica è sormontata dalla cupola e circoscritta da un deambulatorio. Colui che entra è accompagnato ed avvolto dalla luce ed indirizzato all’altare da un movimento ascensionale compiuto da un volume sospeso, sul quale appoggia la cupola. Sulle pareti di fondo dell’aula si aprono con ritmo la cappella feriale con la custodia eucaristica sul lato sinistro, e il battistero,la penitenzeria e le cappelle votive sul lato destro. Dietro l’Altare, l’Aula si apre in uno spazio aperto, luogo di attesa, l’Etimasia, il trono vuoto, il trono di Cristo che verrà occupato quando avverrà il suo ritorno sulla terra per il giudizio universale. Sul lato destro si apre la cappella feriale con la Custodia Eucaristica, essa è ricavata tra i due anelli più esterni. Ha un ingresso indipendente accessibile dal Sagrato e dei pannelli scorrevoli per isolarla in caso di necessità dall’Aula Liturgica. La Custodia Eucaristica è posta sulla parete di fondo, incassata in un vano vetrato per garantirne un’illuminazione naturale: “Luce da Luce”. La parete appare fessurata orizzontalmente con lame di luce soffusa ottenute con l’uso del mattone in cristallo. Il battistero, luogo della Luce, come già detto, è stato posto sull’estremità dell’asse trasversale, contrapposto alla Custodia Eucaristica. Un’alta e leggera vetrata lo collega al giardino biblico posto all’esterno. La fonte ha, in planimetria una forma ottagonale. Nella simbologia cristiana la circonferenza era il simbolo della perfezione, ovvero del divino e l’ ottagono era la figura piana che più si poteva avvicinare ad essa. Il cerchio, così come l’elemento ottagonale, un doppio quadrato, o meglio la cosiddetta “quadratura del cerchio” è immagine del Dio che è trascendenza. Inoltre il simbolo del numero otto rimanda all’ottavo giorno che è quello della Risurrezione, la Domenica. La rinascita dal peccato, il Battesimo. La fonte è per metà scavata a terra per il battesimo degli adulti e metà un volume emergente per il battesimo dei bimbi. Il volume emergente, prospiciente l’aula, ha un taglio al centro dal quale sgorga acqua. (Vd citazione precedente GV 19,31-34). Filippo Rondinara (servizio e foto. Vietata la riproduzione)

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