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Frosinone, dignità e sobrietà del soccorso esempio per migliorare la sanità

Siamo un gruppo, un team, un’equipe con il compito di lavorare in modo tempestivo, efficace e concreto.

Siamo un gruppo, un team, un’equipe con il compito di lavorare in modo tempestivo, efficace e concreto.

Siamo un gruppo dove ognuno sa quello che deve fare e quali sono le competenze dell’altro che gli siede accanto, tutti per uno e uno per tutti consci che le modalità dell’intervento sono legate alle caratteristiche del luogo, alla dinamica dell’incidente, alle persone vittime dell’accaduto, ai danni riportati e alle altre unità operative coinvolte nel soccorso.

Siamo un gruppo che risponde a protocolli prestabiliti, niente può essere affidato al caso e nulla può essere improvvisato, ognuno mette al servizio le proprie competenze e la propria professionalità che diventano l’unica garanzia del buon esito della missione e dell’incolumità personale.

Siamo un gruppo che sa di arrivare in situazioni estreme e che fa dell’esperienza un elemento essenziale per consentire la sopravvivenza anche in contesti drammatici e in situazioni critiche.

Siamo un gruppo legato da sentimenti di stima e di amicizia, composto da persone diverse per provenienza, storia e abitudini di vita, ma che ritrova una sintonia di intenti e una sinergia d’azione allorché entra in gioco il destino di una persona che ha bisogno di aiuto.

Siamo un gruppo che non mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri, anche se è cosciente che esistono rischi e pericoli in agguato e che possono segnare l’esito di una missione.

Siamo un gruppo che ha a cuore il proprio lavoro e la sorte delle persone che gli vengono affidate .

Anche l’equipaggio dell’Aquila era un gruppo al servizio della comunità, un gruppo di professionisti che non ha temuto le avversità meteorologiche per effettuare un soccorso su una pista da sci sorvolando una montagna conosciuta, amica, ma sulla quale per cause ancora da accertare , hanno perso la vita.

Il terribile destino di questo gruppo di soccorritori lascia sorpresi, amareggiati, ammutoliti e addolorati, ma non uccide la dignità e la sobrietà di un lavoro che continuerà ad esistere perché sopravvive la ragione e la filosofia di una professione nata essenzialmente per essere al servizio dell’altro e per essere di aiuto a chi ne ha bisogno.

Le notizie tragiche di questi giorni si sovrappongono le une alle altre e tendono a sbiadirsi e a svanire nel nulla ma una società se vuole crescere deve mantenere la memoria e il rispetto per tutti coloro che perdono la vita nell’assolvimento del loro dovere.

Il gruppo dell’elisoccorso dell’Aquila merita tutto il nostro rispetto e devono essere un esempio per migliorare la sanità pubblica.

dott Arturo Gnesi

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