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Piglio, Casa Zompa fa litigare il PD e l’Amministrazione Comunale dopo 29 anni

La città di Piglio decantata per il famoso Cesanese e per le bellezze artistiche e naturali, è diventata, un centro per la raccolta dei rifiuti intercomunale. La triste storia del centro di smistamento a Piglio, dove sono confluiti i rifiuti dei...

La città di Piglio decantata per il famoso Cesanese e per le bellezze artistiche e naturali, è diventata, un centro per la raccolta dei rifiuti intercomunale. La triste storia del centro di smistamento a Piglio, dove sono confluiti i rifiuti dei paesi limitrofi, risale a 29 anni fa, allorquando, la Civica Amministrazione approvò con delibera n° 92 del 19/8/1987, di “accogliere l’offerta del Sig. Tommaso Coratti, relativamente al trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di delegare, la Giunta Municipale per la scelta dell’area per l’installazione di un punto mobile di trasferimento dei rifiuti”. Questa delibera venne approvata da 15 consiglieri di maggioranza con l’opposizione dei 4 di minoranza (Jadicicco, Salvi, Fantini e Sante Spirito) perchè, secondo Antonio Iadicicco, “l’offerta è di una sola ditta e perchè l’iniziativa non deriva da una seria programmazione”. Contro questa delibera dichiararono guerra gli abitanti delle zone di Via Piana, Gricciano-Casa Zompa che con due esposti, del 23 Maggio 1988 inviato al Sindaco Ricci, e del 20 Aprile 1989 inviato al Presidente della Giunta Regionale Lazio, al Pretore di Paliano, al Prefetto di Frosinone all’Assessorato Ambiente, chiedevano di “sospendere ogni ulteriore iniziativa in merito ed un pronto intervento urgente per evitare l’inquinamento ambientale e delle falde acquifere della zona agricola vinicola D.O.C. dove si produce il famoso Cesanese del Piglio”. Insomma c’erano tutte le premesse per un giustificato allarme dei pigliesi preoccupati per evitare l’insediamento di una “mega pattumiera”, che avrebbe turbato l’equilibrio naturale e sociale del territorio.

Anche la sezione della DC locale, aveva sollecitato nel 1989 una riunione nel corso della quale il sindaco Nazzareno Ricci, alla presenza del consigliere regionale Paolo Tuffi e del presidente della Usl FR/1 Luciano Rossignoli e di un folto pubblico, aveva smentito ufficialmente la notizia di aver concesso l’autorizzazione ad un privato per installare un centro di raccolta e di smistamento di rifiuti, si trattava invece della concessione per costruire una recinzione su un terreno. Quella risposta del sindaco Ricci aveva notevolmente contribuito a placare gli animi e a rimuovere ogni motivo di preoccupazione. Del resto, tanto il rappresentante Regionale Tuffi, quanto il presidente della Usl Fr/1, Rossignoli avevano ribadito che nella zona in questione era assolutamente impossibile creare infrastrutture di quel genere. Veniva però da chiedersi: come mai i firmatari avevano “paventato” la costruzione di un simile impianto quando la richiesta faceva istanza di ottenere tutta altra approvazione ovvero la costruzione di una recinzione? Il centro di smistamento sarebbe avvenuto in un secondo tempo? Era una ipotesi riportata su un quotidiano regionale dell’epoca!!! Parole sante!!! Guardacaso, dopo 10 anni (1997), la Regione Lazio aveva dato via libera alla discarica. Nessun commento! Anche l’on. Maceratini aveva inoltrato una interrogazione parlamentare per saperne di più sull’intera vicenda che era diventata più misteriosa di un film...giallo. Per la difesa dell’ambiente scese in campo anche Italia Nostra -sezione di Frosinone- che con un nutrito e documentato “cahier de doleances” diventato manifesto per “una battaglia a favore dell’ecologia e dell’economia locale” voleva far retrocedere la Regione Lazio da quanto già aveva decretato purtroppo invano. Anche l’associazione dei consumatori “Codacons”, area metropolitana di Roma, aveva inviato al Comune di Piglio una nota, in occasione del consiglio comunale del 4 Aprile ‘97, con la quale si auspicava che “qualsiasi decisione fosse presa dal consiglio comunale, nel rispetto delle risorse ambientali e delle produzioni tipiche della zona”. A nulla, poi, sono valse le proteste dei pigliesi che avevano inviato un esposto alla Regione, al Prefetto, al Ministero dei lavori pubblici, al Presidente della Provincia e alla Procura generale di Roma in quanto temevano che fossero coinvolte le loro terre coltivate a vigneto e le loro abitazioni. Anche i consiglieri di minoranza Massimo Neccia, Maurizio Ceccaroni, Domenico Salvatori e Giuseppe Lucidi avevano inoltrato al Sindaco Ricci una richiesta di convocazione di un consiglio comunale straordinario allo scopo di conoscere l’iter amministrativo burocratico della vicenda che da una semplice recinzione autorizzata nel 1987 dal Comune di Piglio, dopo dieci anni, invece, è diventato un “Centro di raccolta e di stoccaggio dei rifiuti”, autorizzato dalla giunta Badaloni che, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta costituito per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di: “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice, i lavori di realizzazione dovranno essere completati entro 90 giorni dal presente provvedimento”.

Ora a distanza di 29 anni la storia si ripete. A ridosso del Centro di trasferenza - si legge in un volantino di Progetto Piglio del 21 Febbraio 2016- , è stato realizzato su un terreno ricadente in zona E (agricola) e soggetta al Piano Paesaggistico Regionale, un manufatto di 1500 mq di cemento, proprio dove sorgono eccellenti aziende agricole e agriturismo lungo la strada del Cesanese. I titolari di queste aziende ora si domandano: a cosa potrebbe servire questa piattaforma di 1500 mq. di cemento? Non di certo ad una pista da ballo. Forse potrebbe servire, il condizionale è d’obbligo, alla realizzazione di “ecocentri” in vista dell’elaborazione del nuovo Piano Regionale dei rifiuti da parte della Regione Lazio, che è stato presentato nei giorni scorsi nel salone di rappresentanza della Provincia di Frosinone, dai funzionari dell’Area Ciclo Rifiuti della Regione Lazio, alla presenza del Presidente dell’Amministrazione Provinciale dott. Pompeo e dei Sindaci del territorio? Chi vivrà vedrà!!! Giorgio Alessandro Pacetti

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