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Piglio, festeggiamenti in onore del Compatrono Beato Andrea Conti 2015

La comunità francescana di San Lorenzo in Piglio ha programmato grandi manifestazioni religiose da Giovedì 20 a Domenica 23 Agosto 2015 con un triduo una fiaccolata, con una processione e con una serie di conferenze, mostre e con una ricca riffa...

La comunità francescana di San Lorenzo in Piglio ha programmato grandi manifestazioni religiose da Giovedì 20 a Domenica 23 Agosto 2015 con un triduo una fiaccolata, con una processione e con una serie di conferenze, mostre e con una ricca riffa di beneficenza per festeggiare il Beato Andrea Conti,

Processione diurna della Domenica

compatrono di Piglio, spesso ricercato da coloro che soffrivano nell’anima e nel corpo a causa del demonio. Infatti Andrea veniva chiamato il “flagellum demoni” per le sue doti di rigorosissima austerità e di umiltà. La formula deprecatoria che ha risolto gli esorcisti è stata: “per l’umiltà del Beato Andrea ti comando di allontanarti da codesto corpo”.

Come pure si è rilevata di grande e particolare efficacia l’invocazione: “Ora pronobis beate Andrea” unita all’imposizione della reliquia del suo cilizio. Così il Comitato dei festeggiamenti, presieduto da padre Angelo Di Giorgio, guardiano del convento e Rettore della Chiesa di san Lorenzo in Piglio, ha programmato 3 giorni di festa con un triduo, animato nei giorni 20 e 21 Agosto ore 17,00 da 21 novizi convenuti dal sacro convento di Assisi e da Padova a conclusione dell’anno di Noviziato in preparazione alla Professione temporanea, con una fiaccolata notturna, Sabato 22 Agosto ore 17,00 triduo animato dal gruppo della parrocchia di San Giovanni-Caritas- Confraternite e a seguire alle ore 21,00 il corteo cittadino dalla Collegiata Santa Maria alla chiesa di san Lorenzo, e con una processione diurna Domenica 23 Agosto ore 18,00 in cui i pigliesi rinnovano il “patto d’amore” che li lega al loro ed eterno Beato per la chiesa ma a un grande Santo per il popolo pigliese. Il corteo cittadino-processione penitenziale vuole collegarsi idealmente a quella eseguita sette secoli fa alla morte del Santo Anacoreta, avvenuta il 1 Febbraio 1302 (era nato ad Anagni nel 1240) ed alle tante altre occasioni e bisogni particolari, ricordiamo per esempio quella memorabile del 25 Novembre 1656 quando tutto il popolo con a capo Domenico Janardi, Arciprete della Collegiata Santa Maria Assunta in Piglio, si recò verso la tomba del Beato per implorare la liberazione dalla peste di Manzoniana memoria. Tutto questo affinché il nostro Beato, che è stato anche l’ispiratore del 1°Giubileo, riacquisti l’importanza dovuta e che le sue opere in terra, non restino per i posteri solo un vago ricordo. Ancora oggi i fedeli si soffermano a vedere la croce, a sbarre di uguali dimensioni di circa 15 centimetri, contornata da fori di fissaggio di una grata (ora scomparsa) a difesa della croce stessa praticata dal Beato per fugare il demonio. Un’altra croce latina si può vedere su un macigno isolato lungo la Via San Lorenzo nella zona tuttora chiamata “la Cona del Beato Andrea”. Con questo segno di croce in “marmo insculpto” strumento di vittoria del Beato, il frate esorcista eluse tutti gli astuti tentativi dei nemici infernali. La guerra con i demoni fu per Andrea ininterrotta tanto che ancora oggi la gente sale l’erta via per raggiungere la chiesa di San Lorenzo e per pregare il frate esorcista.

IL BEATO ANDREA CONTI UNA GLORIA DI PIGLIO!.

“L’eterno Beato” per la Chiesa, un grande Santo per il popolo pigliese. Nato ad Anagni nel 1240, nipote di Alessandro IV e zio di Bonifacio VIII (questo ultimo lo creò Cardinale nel 1295 ma egli rifiutò la nomina) l’anacoreta di Piglio vanta come pochi Santi, una travagliata e singolare storia legata al suo culto.

Acclamato santo subito dopo la morte (per i miracoli in vita così elencati: miracolo dei pesci, dei fichi e degli uccelli, e innumerevoli dopo la morte e tra questi si annovera quello di cui beneficiò Benedetto da Piglio, illustre umanista del trecento, scampato da morte sicura nel carcere di Costanza in Germania proprio il 25 Novembre 1415, giorno della festa del Beato), dovette attendere fino al 1724 finchè il pro zio Innocenzo III lo proclamò appena... Beato. Ma c’è dell’altro.

Fino a quella data la sua festa cadeva il 25 Novembre e non come adesso alla quarta domenica di Agosto. Antiche fonti ci assicurano che quel giorno (25 Novembre) festivo a tutti gli effetti, il popolo intero, il clero e la civica amministrazione si recavano processionalmente fino alla sua tomba a quota 850 sul versante meridionale dello Scalambra. Torme di pigliesi e forestieri salivano in ginocchio la scala di diciassette gradini che conduceva alle sue reliquie riposte in una sontuosa cappella edificata dal contestabile don Filippo Colonna, cappella ora completamente rasa al suolo.

Un documento rinvenuto nell’archivio Colonna di Roma qualche anno fa, risalente al 1656, l’anno della terribile peste di Manzoniana memoria, illumina ulteriormente la figura del Beato Andrea. Il parroco di allora, Domenico Gianardi, informa il Principe che il male dilaga senza alcuna sosta e che il popolo non potendo digiunare, perchè stremato dal morbo malefico, è pur disposto a percorrere scalzo i due chilometri che separano il convento di San Lorenzo dal Paese, per strappare al Beato la grazia desiderata. Questo accadeva il 25 Novembre del 1656.

Il Beato Andrea Conti nel lungo periodo di apostolato trascorso nel convento di San Lorenzo in Piglio ha lasciato nel Paese varie testimonianze della sua attività. Ci riferiamo alla cappellina ed ad un “masso” di pietra che si trovano lungo la via francigena che da Piglio conduce al Convento di San Lorenzo. La più significativa è l’enorme “masso” di pietra su cui la tradizione popolare vuole siano impresse le impronte delle ginocchia del Beato Andrea, che da quella altezza, alzò una preghiera per la liberazione del Piglio da ogni male. Annualmente una processione vi transita e vi sosta, alla vigilia della festa “estiva” del beato Andrea, per ricordare l’episodio, la storia e il sentimento religioso che da oltre settecento anni i pigliesi nutrono verso questa venerata “Mora”. Più su c’è la cappellina detta dei “pesci” legata ad una legenda che narra la storia di una trasformazione dei pesci in serpenti. Altra testimonianza la “grotta” dove il beato Andrea è vissuto per oltre 40 anni. IL BEATO ANDREA CONTI NEI CICLI PITTORICI ESISTENTI IN MOLTE CITTÀ ITALIANE E STRANIERE. Il beato Andrea nella Cappella in Santa Croce a Firenze A Firenze il ciclo degli affreschi di Santa Croce, nella Cappella Castellani affrescata da Agnolo Gaddi tra il 1383 e il 1385 presenta anche figure di santi francescani ai lati delle scene.

Tra queste, nella parte sinistra guardando la cappella, tra San Ludovico di Tolosa e Ubertino da Casale è inserita la figura del Beato Andrea Conti di Anagni, che rifiuta la porpora cardinalizia gettando via il cappello (rosso), insieme ad altre importanti figure del mondo religioso principalmente francescano conventuale.

Un’altra immagine del Beato Andrea Conti, viene ritratta esattamente nell’intradosso dell’arco della Cappella Rinuccini, affrescata da Giovanni da Milano tra il 1363 e il 1366;

un’altra immagine, in affresco del beato Andrea nella sacrestia della Basilica di Santa Croce molto simile a quella della Cappella Maggiore, tra il 1388 e il 1393, ma anteriore come datazione, dove il Beato è senza il libro in mano (dopo 1369, attribuita a Matteo di Pacino seguace di Giovanni da Milano). Qui il Beato Andrea è in compagnia di San Francesco, San Ludovico di Tolosa, Sant’Antonio da Padova. Il libro in mano, rappresentato successivamente, è quello scritto dal Beato sul parto di Maria Vergine. Infine un’altra immagine nella Cappella Maggiore in una delle vetrate.

A Piglio la più antica immagine del Beato Andrea Conti con il libro in mano è stata rinvenuta nel 1986 nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle, nell’affresco del 1300 di scuola giottesca-napoletana, insieme alla Madonna delle Rose con bambino in trono, a San Giovanni Evangelista, a San Leonardo e a Sant’Antonio Abate e nel soffitto della sacrestia della Collegiata santa Maria Assunta dove il Beato Andrea è raffigurato insieme e a San Lorenzo e la Madonna in trono.

A Ragusa Ibla una cartolina ritrae il Beato Andrea Conti nella chiesa di San Francesco.

Altri cicli pittorici riguardanti il Beato Andrea sono presenti in località di varie regioni d’Italia , quali Palermo, Asti, Chieti, Benevento, Firenze, Lucera, Ragusa Ibla, Piacenza, Noto e Oristano per non parlare delle località del Lazio, da Bagnoregio ad Arpino, da Nettuno a Poli, da Segni, a Veroli, da Ferentino ad Alatri oltre ad Anagni, dove è ritratto in una pala nella sacrestia della Cattedrale di Anagni e dove viene invocato come patrono “minus principalis” di tutta la diocesi. Per completare questo sguardo panoramico, dobbiamo anche aggiungere che, essendo stato il culto verso il Beato Andrea Conti, promosso quasi esclusivamente dai Frati Minori Conventuali, l’assenza forzata di detti religiosi da molte delle località su elencate ha influito negativamente sul culto medesimo, per cui se oggi non è difficile trovare in quegli stessi luoghi un quadro o un immagine pittorica che ricordi il Beato è diminuita e, a volte scomparsa la devozione a questo “insigne”, quanto umile Beato che, pur essendo stato raffigurato in ogni epoca ed in moltissime località, anche straniere, da ben tre secoli circa è rimasto semplicemente e solamente “Beato”. Giorgio Alessandro Pacetti

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