rotate-mobile
Nord Ciociaria

Roma, diabete: pazienti informati sulla malattia, nonostante liste d’attesa e servizi Un’indagine di Gfk Eurisko fotografa la situazione nel Lazio

La maggior parte dei circa 80mila pazienti diabetici del Lazio in terapia con insulina (sui 385mila totali) risulta consapevole, attiva e competente nella gestione della propria patologia. La stragrande maggioranza (quasi il 90%) si dice inoltre...

La maggior parte dei circa 80mila pazienti diabetici del Lazio in terapia con insulina (sui 385mila totali) risulta consapevole, attiva e competente nella gestione della propria patologia. La stragrande maggioranza (quasi il 90%) si dice inoltre molto soddisfatta per la disponibilità e competenza dei medici curanti. Percentuale che tuttavia cala drasticamente (meno del 70%) quando i pazienti sono chiamati a esprimersi sulla qualità dei Servizi sanitari in termini di accessibilità, tempi di attesa e servizi offerti.

Sono questi alcuni tra i dati più evidenti dell’indagine condotta su scala nazionale da Gfk Eurisko e che, estrapolati a livello regionale, posizionano il Lazio tra le regioni sostanzialmente nella media per autonomia e competenza dei pazienti, un po’ più in basso dal punto di vista organizzativo. Una carenza a cui la Regione stessa ha intenzione di rimediare avendo approvato recentemente un vero e proprio Piano regionale per l’assistenza al paziente diabetico.

La declinazione laziale della ricerca Eurisko è stata presentata nei giorni scorsi a Roma nel corso di un incontro tra esperti organizzato da Sics, Società italiana di comunicazione scientifica e sanitaria e realizzato con il sostegno di Sanofi.

All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle associazioni dei pazienti, della Regione – presenti Teresa Petrangolini, componente della Commissione Sanità della Regione Lazio e Gianni Vicario, Dirigente dell'Ufficio “Assistenza Primaria” della Direzione Regionale Salute e Integrazione Socio-sanitaria – delle Società scientifiche di riferimento come l’Associazione dei medici diabetologi, dell’Assistenza Territoriale come la Card Lazio rappresentata dal Presidente Rosario Mete, della Pediatria e degli Specialisti ambulatoriali del SUMAI.

Il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione della malattia ha effetti significativi sulla soddisfazione del paziente e sulla sua qualità di vita. Questo significa una migliore percezione dello stato di salute, un umore migliore, migliori relazioni sociali e familiari e migliori risultati in termini di buon controllo glicemico, minori ipoglicemie gravi, più aderenza al trattamento e maggiore capacità di migliorare il proprio stile di vita.

I risultati dello studio condotto da GfK Eurisko su un campione nazionale di 500 pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento con insulina confermano – anche a livello della Regione Lazio – l’importanza di una buona relazione medico-paziente nel favorire il coinvolgimento attivo del paziente e nel migliorare i risultati della cura. Paziente che tuttavia, nella Regione Lazio, si caratterizza per una maggiore incidenza, rispetto all’Italia, dell’obesità (56% contro il 27% del dato medio nazionale).

“Il medico – ha dichiarato Isabella Cecchini, Direttrice del Dipartimento di Ricerche sulla Salute di GfK Eurisko – ha un ruolo fondamentale nell’educare il paziente e renderlo consapevole dell’importanza della cura e di un corretto stile di vita. Tale consapevolezza migliora la soddisfazione del paziente attraverso un migliore controllo della malattia”.

L’indagine ha confermato che anche nella Regione Lazio il diabetologo è il medico di riferimento per il paziente, mentre il medico di medicina generale ha un ruolo più collaterale, anche se ha una funzione di supporto e guida nella gestione quotidiana della malattia e dello stile di vita. Nel Lazio non esiste ancora una gestione integrata del paziente, frutto di comune progettualità e presa in carico tra specialistica e medico di medicina generale e probabilmente i primi risultati positivi di un processo del genere vedranno la luce nei prossimi mesi con l’attuazione del Piano regionale Diabete, redatto in collaborazione con tutti i protagonisti della patologia, e approvato alla fine dello scorso anno. La sinergia tra medico di famiglia e team specialistico ha, infatti, un effetto positivo sull’efficacia della cura e sulla soddisfazione complessiva del paziente per il medico e per i servizi di cura.

“Il Piano regionale del Lazio sul diabete” ha sottolineato Lina Delle Monache, Presidente regionale del Cladiab – Coordinamento Lazio Associazioni Persone con Diabete “è unico in Italia e le associazioni dei pazienti ne sono state tra i principali promotori, attraverso un’importante attività di advocacy, per creare le condizioni affinché lo stesso venisse redatto e diventasse patrimonio del servizio sanitario regionale. Esso” ha aggiunto “rappresenta per noi la realizzazione di un sogno, un cambio di paradigma, la possibilità di godere di nuove politiche sanitarie per la gestione di una patologia importante come il diabete”. Il Piano, infatti, prevede la realizzazione di percorsi assistenziali e di presa in carico ben precisi, la valorizzazione del cd. “team diabetologico”, con l’obiettivo principale di garantire un vero empowerment del paziente diabetico oltre che, naturalmente, cure eccellenti. “Tutti questi sforzi” ha quindi aggiunto Delle Monche “sono finalizzati anche a prevenire eventuali complicanze che rappresentano, in definitiva, i veri costi del diabete. In Italia ogni 20 minuti una persona muore a causa del diabete e ogni 90 minuti una persona subisce un’amputazione per il diabete. Controllare e prevenire eventuali complicanze diventa pertanto un obiettivo fondamentale sia dal punto di vista sociale sia economico. Certamente sussistono alcune criticità” ha quindi concluso “ci aspetta un periodo di sperimentazione e implementazione del piano e il fatto che la Regione Lazio sia in Piano di rientro non aiuta. Ci sono scarse risorse economiche e di personale ma noi siamo pronti e determinati, attraverso continue azioni di policy, per stimolare le istituzioni affinché il Piano venga compiutamente realizzato”.

“Il Piano regionale Diabete” ha sottolineato dal canto suo Claudia Arnaldi, Pediatra e diabetologa della Società italiana di Pediatria “rappresenta una grande opportunità ma anche una grande responsabilità per chi lavora con persone con diabete. La diabetologia pediatrica nel piano ha una parte importante e prevede la realizzazione di una rete che possa portare assistenza a tutti i bambini con questo problema nella nostra regione. Speriamo che questa progettualità costituisca davvero un’occasione per poter costruire una rete che non sia fondata solo sulla buona volontà di chi lavora quotidianamente per assistere questi pazienti e le loro famiglie, ma che preveda anche un minimo di investimento che ci permetta di ottimizzare il nostro lavoro quotidiano”.

Sulla base delle risposte dei pazienti diabetici in terapia con insulina, i ricercatori Gfk Eurisko hanno stimato circa 4mila ricoveri all’anno legati al diabete. Una percentuale in linea rispetto alla media nazionale e positiva rispetto al Paese per la durata del ricovero: 5,3 giorni nel Lazio contro gli 8,5 del dato medio nazionale. La stima dei costi per questi ricoveri fissa l’asticella alla cifra di circa 16 milioni di Euro mentre sono mediamente 1300 euro all’anno quelli spesi privatamente da ogni paziente per trasporti, visite specialistiche, prodotti specifici o attività a supporto della gestione della malattia.

“Ciò che sostiene il Piano ”ha quindi concluso Teresa Petrangolini, Consigliere regionale e membro della Commissione politiche della salute “è proprio la scelta di averloelaborato direttamente con chi lo dovrà realizzare. Averlo scritto insieme ai clinici, alle aziende sanitarie e ai pazienti offre una buona prospettiva per evitare di avere un bel documento che poi però non venga realizzato. L’aver lavorato insieme” ha aggiunto “ha permesso di risolvere a monte qualche conflitto e di capire come nelle diverse aziende sanitarie sarà possibile realizzare questo modello di presa in carico che, oltre a prevedere un forte lavoro di equipe, ha al centro il cittadino e i suoi bisogni. La Regione Lazio” ha quindi tenuto a sottolineare Teresa Petrangolini “seppure in Piano di rientro, ha scelto una strada che mai ha anteposto il risparmio economico alle necessità dei cittadini. Certamente dobbiamo tenere conto dei costi e delle risorse disponibili, ma sempre tenendo in considerazione le esigenze dei clinici e dei pazienti. Il che significa operare delle scelte precise ma sempre secondo uno stile e dei principi che contribuiscano a evitare di trovarsi in un secondo momento a risolvere conflitti che possono rivelarsi molto costosi per la collettività”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roma, diabete: pazienti informati sulla malattia, nonostante liste d’attesa e servizi Un’indagine di Gfk Eurisko fotografa la situazione nel Lazio

FrosinoneToday è in caricamento