Refice tra innovazione e tradizione commemorato a Ceccano nel 60° della morte
Fu un innovatore? Portò gli stilemi della lirica nel canto sacro? O fu obbediente nell'applicare le stringenti norme della chiesa tendenti ad evitare sconfinamenti tra i vari generi musicali? Fu influenzato dalle correnti di pensiero della prima...
Morì durante le prove del coro che cantava proprio l'invocazione di Cecilia: l'azzurro dei cieli entra in me. Refice fu molto famoso in vita, ricercatissimo: la sua musica ebbe come interpreti i più grandi musicisti del tempo, a cominciare da Arturo Toscanini che ne diresse molto opere. Poi, dopo la morte, il declino della fama: proprio la necessità di conoscerlo ancora di più ha spinto il Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres a promuovere un'azione scenica, curata da Mariagrazia Molinari, con l'esecuzione di diversi pezzi di Refice, sia per coro che per soli. L'azione scenica si è svolta nella Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista a Ceccano, l'11 settembre scorso, in cui si ricordava anche l'anniversario della scomparsa tragica di mons. Antonio Piroli che ne era stato parroco per 40 anni. I brani del repertorio di Refice erano affidati alle voci di Vittoria D'Annibale, soprano, Cinzia Cristofanilli,sopra Mariagrazia Molinari,soprano, Fabiola Mastrogiacomo, mezzosoprano, Enrico Talocco, tenore, accompagnati dalla pianista Chiara Olmetti e dall'organista Alessandra Maura. Il Coro era quello del Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres. La direzione di Mauro Gizzi
Qui le foto di Paolo Micheli
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