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Anagni, la toccante lettera della vedova del lavoratore morto per disperazione

Pubblichiamo di seguito  la lettera ricevuta dalla signora che ha perso il marito nella tragedia del 3 settembre e che noi abbiamo pubblicato solo in queste ore per rispetto del volere della famiglia.

Pubblichiamo di seguito la lettera ricevuta dalla signora che ha perso il marito nella tragedia del 3 settembre e che noi abbiamo pubblicato solo in queste ore per rispetto del volere della famiglia.

Una vicenda che ha visto la solidarietà di migliaia di persone, ma anche il tentativo di screditare una famiglia perbene e chi aveva rispettato la memoria di un pover’uomo riferendone a tempo concordato: ”Volevo ringraziare le persone che mi stanno accanto in questo momento di sofferenza; la situazione che si è creata, in questa famiglia, è dovuta alle persone che promettono lavoro e poi non mantengono la parola. Mio marito era un grande lavoratore, era una persona stimata in tutta Italia ed anche all’estero, ho ricevuto tante condoglianze dai colleghi e ne sono fiera; amava la sua famiglia come tutti penso, e lui diceva sempre che un uomo senza lavoro era un uomo senza dignità. Purtroppo questa disgrazia ci ha portato un grande dolore che non si cancellerà facilmente, nei nostri cuori, per un contratto non rinnovato. Ci sono persone che adesso sparlano senza sapere le cose come sono andate veramente; è una cosa bruttissima sentir dire che è morto per altri motivi non veri perché l'unico motivo era solo che non aveva un lavoro e si preoccupava della famiglia. Scrivo queste righe perché dopo il gesto di mio marito non voglio che la mia famiglia venga infangata, perché mio marito quel gesto lo ha fatto perché non aveva un lavoro e come tutti aveva una famiglia da mandare avanti; non voglio sentir dire che è morto per debiti ecc. Perché non aveva nessun debbito con nessuno, la famiglia sta bene economicamente; ma lui non era un tipo da far peso sulla moglie, perché voleva essere lui a mandare avanti tutto.... Ho scritto tutto quello che mi sentivo, è quello che voglio: che la gente capisca perché la mia famiglia è stata sempre rispettata da tutti ed ho sempre camminato a testa alta e continuerò a farlo. Firmato: Maria Luisa”.

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