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Colleferro, in centinaia alla catena umana per l'Ospedale. Una donna di Serrone riesce a partorire

Centinaia di persone alla catena umana in difesa dell'Ospedale di Colleferro. E' partita la catena della solidarietà per dire no al ridimensionamento dell'ospedale di Colleferro. Dalle 18 in poi, si è cominciata a radunare gente sotto il nosocomio...

Centinaia di persone alla catena umana in difesa dell'Ospedale di Colleferro. E' partita la catena della solidarietà per dire no al ridimensionamento dell'ospedale di Colleferro. Dalle 18 in poi, si è cominciata a radunare gente sotto il nosocomio, di tutte le età, di tutte le professioni e di diversi colori politici e per tutta la notte si sono "accampati" di fronte l'ingresso dell'ospedale.

Una grande catena umana intorno alla rotonda di Piazzale Aldo Moro con un unico striscione: L'OSPEDALE NON SI TOCCA. La manifestazione è partita su iniziativa dell'associazione In Difesa dell'Ospedale presieduta da Silvano Moffa, ma non ha avuto colore politico, come lo stesso ha tenuto a precisare. "Chiediamo ai vertici della Regione di ripensare alla decisione della chiusura dei reparti ostetricia, ginecologia, nido e pediatria - afferma lo stesso ai manifestanti intervenuti - una decisione che sicuramente non contribuirà a ridimensionare le risorse economiche e non andrà a favore della Asl RMG. La chiusura di questi reparti in un nosocomio nevralgico come quello di Colleferro, porterà le persone ad andare a Roma e non a Palestrina, quindi perdita per la nostra ASL. Invito tutti i sindaci, compreso quello di Colleferro, ad unirsi alla nostra catena umana. Come associazione In Difesa dell'Ospedale stiamo preparando un ricorso al Tar del Lazio per far valere i diritti di un'intera comunità". Una decisione che pare irreversibile dalle ultime ore. Un ordine di servizio da parte della direzione di non accettare più ricoveri e di concludere entro il 6 luglio l'attività dei reparti succitati. In questo modo il personale viene a sapere della chiusura dei reparti, ma sulle sorti di medici, infermieri, ostetrici nessuna notizia.

Ieri sera intorno alle 20:30, intanto, forse un segnale dall'alto, arriva una giovane donna in travaglio da Serrone, in provincia di Frosinone. Il primario dell'ostetricia, dott. Martino, contrariamente all'ordine di servizio, si è preso la responsabilità di far partorire la donna, la quale non poteva essere trasportata a Palestrina, in quanto ha partorito dopo mezz'ora dall'arrivo in ospedale. El Mahfoud di Serrone, dunque, è il penultimo bambino nato nel nostro nosocomio, contrariamente all'ordine di servizio. La mamma sta bene e l'abbiamo incontrata oggi dopo la manifestazione. "So quello che sta succedendo all'ospedale di Colleferro e mi dispiace - dichiara la giovanissima donna - ma vorrei ringraziare il dott. Martino, gli infermieri e l'ostetrica che mi hanno accolto ieri sera e hanno fatto nascere mio figlio con tutte le cure". L'ultima arrivata è invece una bambina, Giulia, nata con taglio cesareo programmato proprio poco prima della catena umana.

Da ieri quindi è partito il presidio permanente dinanzi al nosocomio a ad opera dell'associazione In Difesa dell'Ospedale di Colleferro. "Con la popolazione di Colleferro non ci fermeremo fin quando Zingaretti non modificherà l'atto aziendale che priva la struttura ospedaliera dei reparti di ginecologia, pediatria ed ostetricia". La chiusura prima del minuto di silenzio da parte di Silvano Moffa. Oggi alle 13.00, una delegazione dei Sindaci firmatari del patto dei giorni scorsi, verrà ricevuta dal Dottor D'Amato (Cabina di Regia della Sanità regionale) e vedremo se ci saranno sviluppi.

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