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L'ultimo saluto al banchiere che ha fatto la 'storia economica' del Frusinate

I funerali di Donato Formisano si sono svolti a Cassino. Lo struggente addio del figlio Vincenzo: "Caro papà sei stato un punto di riferimento per noi e per il territorio"

L'ultimo saluto all'imprenditore Donato Formisano si è tenuto nel pomeriggio di martedì 29 dicembre nella chiesa Madre di Cassino, nel pieno rispetto delle regole anti-covid, la funzione religiosa è stata celebrata da don Benedetto Minchella dinanzi all'intera famiglia del presidente della Banca Popolare del Cassinate. Un dolore profondo e composto quello stampato sui volti dell'amata moglie Luisa, dei figli Vincenzo, Donatella e Anna Paola, della nuora Bianca, dei generi Leonardo e Marco e dei nipoti Alberto, Anna Vittoria, Federica, Maria Sofia, Anna Chiara e Donato. A rappresentare la città di Cassino c'erano il sindaco Enzo Salera ed il presidente del Consiglio Comunale, Barbara Di Rollo, il rettore dell'Università di Cassino, il professor Giovanni Betta e decine di docenti, colleghi del professor Vincenzo. E poi ancora l'avvocato Sandro Salera, l'ex sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone e gli imprenditori Davide Papa, Nicandro Rossi, Pietro Zola, Salvatore Fontana e la gente,semplice, che conosceva ed amava 'il presidente' per la sua schiettezza, la sua simpatia, per il suo amore verso Cassino. Struggente la lettera di addio del figlio Vincenzo, vice presidente dell'Istituto di credito.  

La lettera

"Caro Papà, voglio ricordare la tua figura non di imprenditore o di banchiere, ma di marito, padre e nonno amorevole, oltre che di uomo semplice, punto di riferimento e amico di tanti. Lo faccio prendendo spunto dalle parole più ricorrenti nel ricordo delle persone che ti hanno tributato l’ultimo saluto: umiltà, semplicità, umanità, onestà, lealtà. Valori che hai portato avanti con assoluta coerenza. Gli stessi valori che hai trasmesso a noi, insieme all’amore incondizionato per la famiglia, il bene più importante per te. 

Prima, la tua famiglia di origine; tua madre, la mia nonna Anna, della quale eri “il cocco”; nonno Vincenzo; tuo fratello Onofrio, con il quale hai condiviso tutto, e le adorate sorelle Anna, Cira, Pina, Ines, delle quali eri gelosissimo. Eri orgoglioso di loro, come loro lo erano di te e questo amore lo hai trasferito ai tuoi nipoti, nessuno escluso. C’eri per tutti, per un aiuto e per un consiglio, con umanità, semplicità e il tuo inguaribile ottimismo. 

Poi hai creato la tua famiglia, senza mai dimenticare quella di provenienza, perché sapevi amare senza limiti. 
Tutto è iniziato con l’irruzione, nella tua vita, di un’adolescente dolce, mite, una donna eccezionale, come tu la definivi e, con la lungimiranza che ti ha sempre contraddistinto, “te la sei cresciuta”, come ti piaceva dire, fino a sposarla. Mamma, quanto ti ha amato papà e quanto tu hai amato lui! Proprio ieri avreste festeggiato 61 anni di matrimonio. Papà, ovviamente, era gelosissimo anche di te. 

Poi siamo nati noi: io e le mie sorelle Anna Paola, Donatella. Per noi è stato facile vivere con gioia e con amore perché avevamo l’esempio tuo e di mamma ed hai trasmesso a noi lo stesso amore per la famiglia. 
Anna Paola, Donatella, siamo privilegiati ma non, come pensano molti, per il benessere materiale che abbiamo ricevuto, ma per la gioia, l’amore, la serenità in cui siamo cresciuti. Io sono ancor più privilegiato perché ho voi, sorelle eccezionali, generose, disponibili. In questi anni la malattia di papà ci ha unito ancora di più. Abbiamo condiviso tutto, gioie e dolori, abbiamo trasformato i ricoveri di papà in momenti quasi di festa, dandogli allegria, conforto, sollievo.

Ma per papà la famiglia non eravamo solo noi e mamma. Papà ha accolto come figli mia moglie Bianca, Leonardo e Marco e come figli li ha amati. Era molto orgoglioso di tutti voi e aveva ragione di esserlo. Per voi mio padre è stato vostro padre. Leonardo, Marco, per me voi siete stati i fratelli che non ho. 

Io e Leonardo ci conosciamo da quando avevo 6 anni. Abbiamo frequentato le elementari insieme. Papà ti adorava. Insieme a mamma, eri il custode della sua salute. Se ha vissuto così a lungo, molto lo deve a voi. 
Grazie a te e Donatella, ha vissuto, appena due anni fa, una delle gioie più grandi della sua vita, quando, vincendo la finale, portaste la Virtus in serie A. 

E poi Marco: difficilmente ho incontrato persone per bene, disponibili e sensibili come te. Il più saggio tra tutti, a cui papà affidava personalmente tutte le “rogne” familiari. Tu, con i tuoi modi gentili, ma fermi, sei riuscito a smussare tanti angoli e papà tutto questo lo sapeva e lo apprezzava.

Caro papà, hai fatto cose inimmaginabili, sei stato e sarai sempre un punto di riferimento per un intero territorio, ma, come mi dicevi sempre, non avresti potuto fare nulla senza l’amore, la presenza discreta di una donna immensa: tua moglie Anna Luisa, la mia “mottola". Mamma, ora ci sei tu, la nostra roccia: sei minuta, oggi sembri un pulcino spaesato, ma sei la più forte e, accanto a te, ci siamo tutti noi. Insieme ce la faremo. 

Papà, scrivo queste righe seduto a quello stesso tavolo in cui, il giorno di Natale, ti sei seduto anche tu, all’altro capo, proprio di fronte a dove siedo io in questo momento e io ti guardavo, sperando che quella giornata non finisse più. Stavi bene e nel formulare il brindisi di Natale dicesti con voce commossa: auguro a voi di avere una vita felice come l’ho avuta io. Ancora una volta pensavi a noi, ci salutavi, avevi già capito e già guardavi oltre. Anche stavolta avevi visto prima degli altri. L’ultimo pranzo insieme alla tua adorata famiglia. 

Sei morto il 27 dicembre, giorno della Festa della Sacra Famiglia. Ciao Papà: stare al tuo fianco per quasi 58 anni è stata la più straordinaria, immensa esperienza che mi potesse capitare, un privilegio di cui andrò sempre fiero e orgoglioso. Ed è per questo che sono grato al Signore perché mi ha fatto questo dono e oggi, seppure distrutto dal dolore, lo ringrazio e gli dico: Signore, se lassù papà ti dovesse chiedere di aprire un conto presso la sua amata Banca Popolare… tu accontentalo. Grazie papà".
 

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