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Porta un fiore a Peppino, difendi la bellezza di Ceccano

In occasione del 45esimo anniversario dall’omicidio mafioso di Peppino Impastato, i cittadini ceccanesi - guidati dal circolo Prc "5 aprile" - hanno ribadito l'importanza di salvaguardare il verde pubblico, possibile oggetto di cementazione prossima

In occasione del 45esimo anniversario dall’omicidio mafioso di Peppino Impastato, ieri, martedì 9 maggio, presso il Piazzale a lui intitolato a Ceccano (Frosinone), si è tenuta l’iniziativa “Porta un fiore a Peppino, difendi la bellezza di Ceccano”, promossa dal circolo Prc “5 aprile”.

Come ogni anno, in concomitanza con la data della sua uccisione, sono stati deposti dei fiori sulla targa a lui dedicata, a memoria sua e di tutte le vittime delle mafie. Quest’anno in particolare però l’iniziativa ha assunto un altro importante significato: difendere il verde cittadino. L’area pubblica antistante il piazzale, difatti, è oggetto della "sciagurata decisione della giunta Caligiore di favorire la costruzione di un mercato coperto, di un parcheggio interrato e di un fabbricato con  finalità commerciali".

"Oggi sono 45 anni dall'assassinio di Peppino, e noi siamo qui, per ricordarlo e per ricordare le sue battaglie, cercando di attualizzarle e di essere, come lui, coerenti con le nostre idee e con la nostra visione  per una città più bella, più vivibile. 

Un assassinio, quello di Peppino, che all'inizio fu quasi nascosto, forse per la sua crudeltà e per le sue dinamiche, ma che grazie alle lotta di mamma Felicia e di suo fratello Giovanni, si è rivelato nella sua drammatica e consequenziale lotta antimafia, con tutti i depistaggi che ne seguirono da parte di chi la verità doveva inseguirla e rivelarla.  

Ventiquattro anni. Tanti ce ne sono voluti per arrivare alle condanne dei colpevoli dell'uccisione di Peppino, colpevole solo di volere una società diversa, più giusta , più pulita e trasparente. Una società che, purtroppo, ancora stenta ad arrivare, se pensiamo a quanto fu osteggiata anche dal sindaco Caligiore, allora consigliere comunale,  l'intitolazione di questo piazzale alla sua memoria, e mai abbiamo capito il perché, forse non lo sa nemmeno lui, forse era contro per partito politico preso! 

Una società che ancora stenta ad arrivare e a rivelare la verità, se ricordiamo gli incartamenti sottratti da casa Impastato dopo la sua morte, che riguardavano la strage di Alcamo Marina e che mai sono stati restituiti o resi pubblici dai carabinieri, forse perché in quella strage qualcosa ci entravano anche loro, leggendo le cronache dell'epoca. 

Una società sempre più vittima, allora come oggi, di obiettivi tesi a scardinare la verità e a favorire i depistaggi, quasi sicuramente non solo per coprire i veri responsabili ma anche per favorire chi della democrazia e delle istituzioni vuole fare carta straccia. Per favorire chi, con atti a dir poco al limite della decenza e della legalità, degli insegnamenti di Peppino, e di chi come lui ha dato la vita per la legalità e per la lotta contro la mafia, non sa davvero cosa farsene.  

Perché se lo sapesse farebbe proprio uno dei pensieri più profondi di Peppino, che qui vogliamo ricordare: “«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». 

Ecco, noi oggi siamo qui anche per questo, per dire no all'idea che la giunta Caligiore ha manifestato di dare parere favorevole alla costruzione di  un mercato coperto e di uno stabile ad uso commerciale proprio qui, dietro di noi, su questo parco che, invece, dovrebbe essere verde pubblico a servizio dei cittadini e che, invece, é abbandonato a se stesso. Mai una panchina, mai un alberello, mai un evento per far crescere il rapporto dei cittadini con la natura. Chi amministra vuole solo favorire le colate di cemento in pieno centro piuttosto che aiutare i giovani. Contro questa assurda decisione noi, insieme ai partiti e alle associazioni che già hanno aderito, abbiamo lanciato una petizione e stiamo raccogliendo le firme. Questa non è la protesta di Rifondazione o di Unione popolare o di Ceccano a Sinistra, ma è la protesta di chi, sulla scia degli insegnamenti che Peppino ci ha lasciato con le sue battaglie, vuole una società che guardi al benessere di tutti e non solo al profitto di qualche amico. Una città che non guardi alla virgola in più su una delibera ma che quella delibera la voglia combattere perché aspira ad una Ceccano diversa"

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