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Il viaggio

Percorre 84mila chilometri in giro per il mondo in sella alla sua bici

Un viaggio iniziato 25 anni fa e che intende continuare: “Il mio incontro più pericoloso? Con due cuccioli di grizzly e la loro mamma”

Un viaggio alla scoperta del mondo in compagnia della sua bicicletta e di una tenda. Un viaggio alla scoperta della natura più selvaggia, di popoli con usanze diverse dalle nostre e di luoghi meravigliosi. Un viaggio partito 25 anni fa e che conta -attualmente - 84mila chilometri percorsi, ma che non è affatto finito. È il viaggio di Giorgio Lucarelli, un ciclo-viaggiatore di Sora che ha iniziato quest’avventura a 33 anni, e adesso che ne ha 58 lo affronta con lo stesso spirito avventuriero di quando ha iniziato, con tante mete ancora da scoprire e attraversare. Un viaggio che appassiona anche il mondo social, visto che la pagina Facebook ‘Giorgio Lucarelli Cicloviaggiatore’ conta più di 16mila follower che seguono le attraversate del ciociaro.

Ciao Giorgio, parlaci un po' di te

"Mi chiamo Giorgio Lucarelli, sono di Sora e ho 58 anni, sono un diplomato ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica). Nel mio “curriculum” ci sono 22 ciclo viaggi fatti in Italia e all’estero. Ho percorso in bici tutta l’Italia, isole comprese; gran parte dell’Europa, con due arrivi in due distinti viaggi a Capo Nord e in Islanda; Corsica; quattro traversate in Canada; due traversate in Alaska; una traversata negli Stati Uniti; due traversate in Siberia e l’estate scorsa ho attraversato gran parte del Kirghizistan in Asia Centrale, per un totale di 84000 chilometri".

Come è iniziata la tua avventura in bicicletta e quando hai deciso di fare questi lunghi viaggi?

"Ho iniziato a ciclo viaggiare nel lontano 1998 insieme agli amici di Ruota Libera di Bari, conosciuti e accompagnati a maggio dello stesso anno nel Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, in quanto in quel periodo ero un Accompagnatore titolato di escursionismo del Club Alpino Italiano di Sora. Ho iniziato quell’anno con un ciclo viaggio di circa 450 chilometri in cinque giorni nel Salento. Con il passare degli anni e acquisendo tanta esperienza, sono riuscito a spingermi e a percorrere 5000/6000 chilometri attraverso luoghi meravigliosi con panorami e paesaggi eccezionali".

Qual è stato il percorso più difficile da affrontare e quale quello più appagante?

"Senza ombra di dubbio il viaggio più difficile, impegnativo e pericoloso, è stato quello effettuato nell’estate del 2019 nella Siberia più estrema. Quell’estate decisi di percorrere la strada sterrata Kolyma o Strada delle Ossa, chiamata così perché interamente costruita dai prigionieri rinchiusi nei Gulag (campi di concentramento) che si opponevano al dittatore sovietico Stalin.

SIBERIA (2)

Una sterrata molto isolata, lunga 2032 chilometri che collega Jakutsk in Jacuzia fino a Magadan, città posta di fronte alla Penisola della Kamchatka. Riuscii ad arrivare a Magadan dopo 26 giorni, all’interno di un territorio selvaggio, inospitale, con forte presenza di orsi, sotto la neve, la pioggia e per tanti giorni accompagnato da un vento contrario. Ricordo che un giorno rimasi impantanato con tutta la bici nel fango e fui aiutato da un camionista, dopo circa due ore che cercavo di uscirne fuori, vedevo il fiume salire di livello. Un altro interessante viaggio, quando ho percorso la strada sterrata Dempster Highway all’estremo Nord del Canada, da Dawson City(Klondike) fino a Inuvik(Territori del Nord Ovest) circa 1500 chilometri in andata e ritorno.

Altro bel viaggio sulla Trans Labradorienne, Nord del Quebec in Canada, circa 1300 chilometri di strada sterrata. Non può mancare il ricordo legato, quando ho percorso in Alaska la spettacolare sterrata all’interno del Denali National Park. Sottolineo comunque che tutti i viaggi effettuati mi regalano sempre emozioni e sensazioni estremamente appaganti".

Quante persone hai incontrato durante i tuoi percorsi?

"Nel mio “peregrinare” tante e poi tante sono le persone che ho incrociato. Mi sono dovuto confrontare e continuo a confrontarmi con popoli dagli usi e costumi diversi dai nostri. Sono stato ospitato e rifocillato una infinità di volte da persone provenienti dalle più diverse espressioni religiose e trattato sempre come uno di loro. Tre sono gli episodi negativi che ho subito; due aggressioni in Spagna (Barcellona e vicino Siviglia) e una aggressione in Bosnia -Erzegovina, fortunatamente senza conseguenze.

KIRGHIZISTAN

Comunque amo sempre ripetere che il mondo è pieno di brava gente. Ho conosciuto tantissime persone e dal 2019 sono rimasto in contatto con un ragazzetto siberiano di nome Rodion, il quale durante una giornata di freddo, con la temperatura crollata a-3° e nevischio in corso, sulla Kolyma, mi aiutò a trovare riparo dentro una fatiscente struttura".

I tuoi familiari cosa ti dicono per questa tua passione?

"La mia famiglia unitamente alla mia compagna durante il ciclo viaggio sono “fisiologicamente” preoccupati, però sottolineo che sono loro i miei primi tifosi e una volta che sono in viaggio mi danno tanto supporto".

Hai percorso 84mila chilometri in bicicletta, qual è il tuo obiettivo finale?

"Non mi pongo nessun obiettivo, programmo anno per anno, conscio che l’età avanza. Un posto anzi due, mi piacerebbe molto visitare e sono la Patagonia in Argentina e l’Australia, vedremo…".

La tua ultima tappa in Kirghizistan. Puoi descriverla?

"Il viaggio della scorsa estate in Kirghizistan (Asia Centrale) è stato molto molto interessante e affascinante, sapevo poco di questo Stato, che fino al 1991 faceva parte dell’ex Unione Sovietica. Il turismo è praticamente inesistente, in pochissimi parlano inglese, ci si capiva a gesti e con la mimica. Ho conosciuto però un popolo sempre pronto ad aiutarmi e a ospitarmi in casa o in yurta (tenda).

KIRGHIZISTAN (2)

Ho incontrato tanti bambini, molto sorpresi e curiosi del mio viaggio. E’ stato un viaggio molto faticoso, il 98% del territorio kirghiso è totalmente montuoso. Ho dovuto superare molti valichi di montagna sterrati al di sopra dei 3000 metri di altitudine, fino al punto più elevato a 3450 metri (Kalmak Ashuu Pass) Ho percorso circa 2000 chilometri in 21 giorni, con più di 22000 metri di dislivello, sulla catena montuosa chiamata Tien Shan. Lo sguardo spaziava a 360° verso la Cina, Tagikistan e Uzbekistan".

Dove alloggi la sera durante i tuoi percorsi e cosa mangi?

"Quando viaggio oltre al mio peso e a quello della bici, devo “spostare” mediamente un carico di circa 45 chili, fino a 50/55 chili a pieno carico, cioè quando non ho la possibilità di reperire provviste per 7/10 giorni. Viaggio in autosufficienza, senza alcun supporto veicolare al seguito. Ho con me una tenda, sacco a pelo e capi d’abbigliamento professionali e un fornellino a gas o a benzina per cucinare. Negli ultimi anni ho scelto percorsi isolati, dove la natura è assoluta protagonista, di conseguenza quasi tutte le notti le trascorro in tenda, mi lavo nei fiumi o nei laghi. Naturalmente quando è possibile dormo in B&B, ostelli e quant’altro".

Ci sono stati incontri particolari con animali del posto?

"Viaggiando molto all’interno delle foreste, soprattutto in Canada e Alaska e nei Parchi Nazionali degli Usa, ho avuto l’assoluto privilegio di incontrare tanti animali, molti dei quali endemici. Mi sono trovato al cospetto di bisonti, lupi, coyote, sciacalli, alci, caribù, ricordo in Canada il raro incontro con la lince grigia e tante altre specie animali. L’incontro più pericoloso l’ho avuto nel 2012, sull’Alaska Highway (Yukon). Quella mattina di metà Luglio, dopo aver smontato il campo nella foresta, mi ritrovai a circa trenta metri da me, due cuccioli di grizzly con la loro mamma. Furono attimi di terrore, la paura mi immobilizzò sulla bici, mi aspettavo da un momento all’altro un possibile attacco.

ORSI GRIZZLY (YUKON)-2

Fortunatamente l’orsa capì che non rappresentavo un pericolo per i suoi cuccioli ed io molto lentamente riuscii a raggiungere la strada e a filmare e fotografare gli orsetti e mamma orsa. Un altro incontro con l’orso, l’ho avuto nel 2019, sulla Kolyma in Siberia mentre riposavo in tenda. Quel pomeriggio dalla foresta vidi uscire un orso nero che si dirigeva curiosando verso la tenda. Urlai così tanto da spaventarlo e metterlo in fuga nella foresta. Naturalmente dopo il pericolo scampato tolsi il campo e andai via".

Il prossimo percorso in programma ed il tuo sogno nel cassetto?

"Per il prossimo viaggio avrei intenzione di percorrere la Pamir Highway, in Tagikistan, cioè la seconda strada sterrata più alta al mondo, con valichi a più di 4500 metri di altitudine e lunga circa 1400 chilometri o la Mongolia. Nella prossima primavera inizierò a studiare e programmare il percorso, sperando che le frontiere restino aperte".

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