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Cronaca Cassino

Cassino, la storia del bimbo disabile che vive in un garage mobilita Le Iene

Alice Martinelli e Giulia Mascaro hanno incontrato il padre. Il sindaco e l'assessore Leone garantiscono aiuto e sostegno ma intanto la mobilitazione dei social è stata eccezionale. Il piccolo ricoverato in una struttura riabilitativa

Quel miracolo chiamato social. La storia del bimbo disabile di origine marocchina che vive in un garage senza finestre, accanto ad un pollaio, raccontata nei giorni da Frosinonetoday, ha fatto scattare una gara di solidarietà senza fine. La rete si è mobilitata come sempre accade, dimostrando la grande umanità degli italiani, e a Cassino sono arrivate anche due grintose inviate de Le Iene: Alice Martinelli e Giulia Mascaro. Le due giornaliste hanno incontrato il sindaco di Cassino e lo hanno invitato a far visita alla famiglia. Una volta sul posto, accompagnato dall'assessore ai Servizi Sociali, Benedetto Leone, il primo cittadino ha preso atto della grave situazione ed ha garantito sostegno ed aiuto con la consegna in tempi brevi di un'abitazione per dodici mesi.

Le cure

Nella giornata di sabato, sempre grazie al nostro articolo, una struttura sanitaria della città, ha contattato la famiglia del bimbo ed ha garantito un ricovero e una conseguenze assistenza medica e riabilitativa. Da sabato, quindi il piccolo di dodici anni affetto da una patologia neurovegetativa, la madre ed il fratellino di undici mesi, sono ospiti della clinica Sant'Anna. In settimana, dopo tutti gli accertamenti del caso, lo stesso verrà trasferito in un apposito centro, Villa Giovanna, dove sarà sottoposto a fisioterapia e logopedia.

Il trasporto

Per poter potare il malato nella clinica è arrivata l'offerta da parte del titolare del Centro Italia Soccorsi che ha messo a disposizione un'ambulanza attrezzata e persona paramedico qualificato. Non solo. Per il bimbo di sette anni sono arrivai giocattoli e abbigliamento. Mentre tanti altri cittadini hanno offerto coperte e lenzuola oltre che cibo.

Il sostegno economico

Quello di cui ha estrema necessità il signor Abdul, capofamiglia, è di un'occupazione fissa. "Non voglio la carità ma un lavoro che mi consenta di pagare un affitto e garantire sostegno ai miei figli e cure mediche per quello malato".

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