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Domenica, 28 Aprile 2024
L'inchiesta

Evasione fiscale e riciclaggio, revocati i domiciliari per il notaio Federico Labate

La decisione presa dal Gip del tribunale di Frosinone. I legali del padre, gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola hanno presentato il ricorso al Riesame per la revoca della misura restrittiva

Il gip del tribunale di Frosinone ha revocato la misura degli arresti domiciliari a carico del notaio Federico Labate, difeso dagli avvocati Massimo Mercurelli e Alberto Bonu, coinvolto, insieme al padre Roberto, nella maxi operazione antiriciclaggio 'Full cash back' messa a segno dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza.

Il giudice ha confermato a carico del giovane il divieto di entrare in provincia di Frosinone. Resta invece agli arresti domiciliari il padre Roberto anch'esso notaio in pensione, difeso dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola. Per entrambi i professionisti, colpiti dalla misura restrittiva disposta dal GipIda Logoluso su richiesta del sostituto procuratore di Frosinone, Adolfo Coletta è stato presentato ricorso al tribunale del Riesame di Roma. Gli avvocati Salera e Marandola hanno chiesto la  revoca di tutte le misure per infondatezza nel merito di ogni accusa e per mancanza di ogni elemento probatorio a sostegno della accusa.

Avvocato Salera

Una vicenda giudiziaria quella che ha scosso il mondo econonomico finanziario della provincia di Frosinone che ha visto coinvolti personalggi di spicco. Pesantissime le accuse formulate a carico dell'amministratore delegato della Banca Popolare del Frusinate, Rinaldo Scaccia (difeso dall'avvocato Pierpaolo Dell'Anno), dei funzionari dell'istituto di credito di piazza De Matteis a Frosinone, Luca Lazzari e Lino Lunghi (nei confronti di entrambi una volta scaduti i termini degli arresti domiciliari tra due mesi, scatterà il divieto di dimora nel frusinate per Lazzari e nella città di Frosinone per Lunghi), dell'imprenditore alatrense, Angelo De Santis (difeso dall'avvocato Angelo Testa) e di Marino Bartoli, entrambi richiusi nel carcere di via Cerreto e come detto dei notai Roberto e Federico Labate, rispettivamente padre e figlio. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, falso, truffa per erogazioni pubbliche; riciclaggio e auto riciclaggio fino ai reati tributari che riguardano le omesse dichiarazioni dei redditi, emissione di documenti e fatturazioni per operazioni inesistenti, indebite compensazioni d’imposte, esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria e infedeltà patrimoniale.

L'inchiesta messa a segno dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza e dagli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Frosinone nasce sì nel 2020 grazie a delle intercettazioni telefoniche inerenti l'altrettanto poderosa indagine 'Requiem' ma con dei segnali incontrovertibili che nel 2019 non sfuggono ai vertici alle Fiamme Gialle di piazza Risorgimento.

Un atteggiamento dissoluto e sfuggente, rispetto alle rigide norme previste alla normativa dell'antiriciclaggio che non è passato inosservato e che potrebbe aver dato la stura ad altre attività che potrebbero coinvolgere non solo la provincia di Frosinone da nord a sud ma anche le province limitrofe. 

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